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Il disco in vinile che state ascoltando ora!


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OU812  tradotto "Oh, you ate one too" (oh, ne hai mangiato uno anche tu)

Siamo nel 1988. Nella formazione è presente la voce solista di Sammy Hagar.

Album che si fa ascoltare piuttosto bene. Sempre iconica, e riconoscibile fra mille, la batteria di Alex van Halen.

Disco da VG+ e qualità audio molto buona.

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Difficile classificare questa musica degli Art Ensemble Of CHICAGO registara a Parigi dal vivo nel 1969 presente due LP mono Part 1 e Part 2 della BYG records giapponese.

Proviamo dire free jazz per dire nulla. Vero che i 4 brani, due per disco, intitolati rispettivamente "Oh Strange" A e B ; "Bon Voyage" A e B, finiscono per rafforzare l'idea di quanto sia asemantica la musica, tutta la musica.

Ma prendiamo per buono che questa musica marcatamente percussiva, dall'inizio alla fine, senza soluzione di continutà, sia indiscutibilmente afro-tribale alimentata dal background dei "tamburi" remoti e incessanti su cui i vari strumentisti improvvisano qualche larvata forma di melodia che presto sfuma senza nessuna base accordale organica.
Nell'incalzare dei tamburi incitanti, tutto sembra finalizzato al "momentismo" sonoro, ad una ricerca del beat e di un suono filigranato e impalpabile, nessuna "forma", solo espressimpressionismi  arretrati, suboscienti, "schizzi" di colori musicali come in un una tela astratta. Molto affascinante ed ipnotico il tutto.

L'organico è quello "ufficiale" del AEOC, con l'aggiunta della vocalist pianista Fontella Bass, spesso ospite nel gruppo, il cui breve canto ci fa tornare un attimo nel "reale"... ma non troppo.
Certo, per meglio "comprendere" e "sentire" la musica bisognerebbe anche "vedere" il "rituale" scenografico, idealmente più vicini al gruppo che ostenta quei coloriti e bizzarri abiti afro, volti truccati come negli immaginari più iconici del tribalismo africano.
Ma il tempo passa su ogni cosa...

Una foto "astratta" che scattai  durante un concerto degli AEOC suggestionato dalla loro musica...

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Una gran bella quantità e varietà di strumenti

 

Bass, Bass [Fender Bass], Banjo, Drums [Log Drum], Percussion – Malachi Favors

Soprano Saxophone, Alto Saxophone, Bass Saxophone, Percussion [Logs], Bells, Siren, Whistle – Roscoe Mitchell

Soprano Saxophone, Alto Saxophone, Clarinet, Oboe, Flute, Marimba, Vibraphone – Joseph Jarman

Trumpet, Flugelhorn, Bass Drum – Lester Bowie

Vocals – Fontella Bass

Un suono mono eccezionale.., fronte sonoro molto naturale ed ampio

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Considerato uno dei punti bassi della sua produzione, Electric Mud del 1968 è palesemente un tentativo di compiacere il pubblico rock con chitarre e arrangiamenti alla Cream. 
A me non dispiace affatto del resto ilnrock blues bianco gli fu assolutamente debitore. 
La copertina interna mostra Muddy versione fricchettone, in realtà sembra abbia appena fatto la prima comunione, portandosi la chitarra però. 😜
 

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analogico_09

The Birth of the Cool - Miles Davis (and C.)

 

diciamo che io lo avrei intiolato "The baptism of the cool" :classic_biggrin: nel senso che il "cool" era già nato ad opera di Davis mentre militava con Parker negli anni ruggenti del Bop pieno, grazie anche all'"imprinting" di Lester Young.., ma il discorso si farebbe troppo lungo anche su questo straordinario disco volendo approfondire alla cui risuscita contribuiscono ottimi musicisti bianchi e neri mentre lo "sciamanico" Davis funge da catalizzatore... a stringere.
Una buona copia mono che presenta un fronte sonoro molto naturale senza le botta e risposta delle due casse.., nonostante non sia fornito di una puntina mono. Mi convinco sempre più che mono sia meglio.., mi ricorda di più l'acustica dei jazzclub spariti che frequentavo ai tempi.

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