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Il disco in vinile che state ascoltando ora!


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Gaetanoalberto

Scolohofo- Oh!
Acquistato anche a seguito di questo consiglio di @giorgiovinyl  che ringrazio, stamattina mi godo il bel lavoro del gruppo dal nome  evocativo di lontani vizietti (si fa per sorridere naturalmente).

Lovano è bravo, non una stella irraggiungibile, ma in questo disco lavora al top di costruzioni raffinate frutto della sempre pregevole maestria ritmica del duo Holland Foster, che si sposano con la chitarra di Scofield che valica come sua abitudine i confini del solo jazz (stile non da tutti apprezzato, ma che a noi di bocca buona piace)

Sono quattro virtuosi che strizzano un occhio al mercato praticando un jazz moderno e di mestiere,  la cui qualità complessiva è comunque sempre elevata e non banale. La musica veramente ben registrata.

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analogico_09
3 ore fa, Gaetanoalberto ha scritto:

Scolohofo- Oh!
Acquistato anche a seguito di questo consiglio di @giorgiovinyl  che ringrazio, stamattina mi godo il bel lavoro del gruppo

Lovano è bravo, non una stella irraggiungibile, ma in questo disco lavora al top di costruzioni raffinate frutto della sempre pregevole maestria ritmica del duo Holland Foster, che si sposano con la chitarra di Scofield che valica come sua abitudine i confini del solo jazz (stile non da tutti apprezzato, ma che a noi di bocca buona piace)

Sono quattro virtuosi che strizzano un occhio al mercato praticando un jazz moderno e di mestiere,  la cui qualità complessiva è comunque sempre elevata e non banale. La musica veramente ben registrata.

 

 

 

Perdona @Gaetanoalberto ma io penso, imho, che questo disco strepitoso sia di purissima e granitica fattura jazz in blues in funzione dell'elevata qualità musicale di tutti gli eccellenti partecipanti al progetto che non fanno mestiere, né maniera, nessun "mercato", capaci di esprimere un jazz sanguigno e potente, organico, coeso e vitale, pieno di feeling, ovviamente aggiornato nello stile mentre la sostanza è acqua della più pura sorgente del jazz. L'"abitudine" di Schofield è quella che lo riconferma anche in questo disco, e in modo particolare, musicista capace di una musicalità in feeling e blues non "valicatrice" rispetto a quello che sia il carattere del jazz autentico molto apprezzato, oramai storicamente, dagli appassionati del "genere".

Anche al riguardo di Lovano che in questo disco ci spende l'anima, diciamo che ci si potrà "accontentare" del fatto che non si osservino "stelle irragiungibili".., ma si sa che per poter vedere quelle ci vogliono i grandi telescopi non accessibili a noi comuni appassionati che ci troviamo bene ad osservare e godere delle stelle più vicine a noi... 😊

 

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Gaetanoalberto
24 minuti fa, analogico_09 ha scritto:

per poter vedere quelle ci vogliono i grandi telescopi non accessibili a noi comuni appassionati... 😊

Ma sì, il disco é piaciuto molto anche a me.
Diciamo che l’ho trovato più equilibrato e tecnico che eclettico. Ma lo ricomprerei e lo consiglierei. 
I riferimenti “critici” sulla tecnica di Scofield, compresa la comparsa di qualche venatura funk e fusion nel disco in questione, in realtà li ho letti in alcuni articoli di riviste jazz online statunitensi.

Detto questo, non escludo che ad ascoltare senza essere influenzato da queste (poche) letture, avrei espresso probabilmente (peggio ed in modo più sintetico) la tua stessa opinione: purtroppo, a parte il “mi piace/non mi piace”, sul resto faccio sempre fatica e leggo qualcosa per migliorare.

Edit: Holland appena posso vado ad ascoltarlo. Purtoppo il 23 non riesco.

 

 

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analogico_09

@Gaetanoalberto Le riviste ne scrivono tante... quante ne hanno dette sul Davis rock/jazz... ma ne abbiamo parlato tante volte. Le "venature" non solo non fanno testo.., ma sono aspetti di "aggiornamento" stilistico marginali, non di sostanza, cose che il rock/pop, nelle varie declinazioni anche funky, mutua dal jazz e che ri-diventa un tutto organico riassorbito dal jazz.

Il basso di Holland è un "motore" potente e implacabile... Fa cose che noi umani.., nel live all'Isola di Wight di Miles Davis... diventa il centro catalizzatore di molti momenti musicali. E non solo sull'"Isola", ovviamente...

Sto disco Gaetà, è pure "eclettico" in senso nobile del termine... :classic_wink:
 

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analogico_09
1 ora fa, Tigra ha scritto:

Un album che forse non ha la compiutezza del successivo H to HE oppure di Pawn hearts, ma che emana un fascino sinistro e terribile, e dal quale ogni volta che l'ascolto esco con un senso di disagio difficilmente spiegabile.

Sono attratto dalle "atmosfere" dark, sinistre, misteriose, "espressioniste" che forse nessuna arte riesce ad esprimere e "imprimere" nel fruitore meglio di come sia capace di fare la musica. Da questi interventi articolati come il tuo, da altri più semplici, imparo molto del mondo rock/pop che pur conoscendo i fondamentali ho trascurato negli anni aurei quando ero più giovane e maggiormante dedito al jazz, alla classica, alla musica cantautoriale in genere, alla folk, world di ogni parte del mondo.

Sto cercando recuperare ora senza rimpianti ciò che ho trascurato perchè le cosse del mondo, delle vita, della musica infinite obbligano a fare delle scelte.., senza tuttavia mai chiudere la prorta a quanto vi sia intorno di più o meno grande. Nerppure io conoscevo se non con una certa vaghezza di orecchio, quanto ascoltato a casa di amici più rocchettari, i VDGG. In questo momento sto c ascoltando da Tidal  il disco che segnali e mi sta piacendo.. Ci sono ombre e squarci di luce.., bellissime sonorità, una poetica del "dark", l'inflessione vocale appassionata del cantante, quasi un retaggio di "romanticismo", sembra evocare con un nodo in gola remote nostalgie.., ricordi cose perdute.., un'aura quasi allanpoeniana... una musica "colta", raffinata, e mi ricorda i miei amati Black Sabbath, la voce di Ossie che sembra provenire dalle profondità dell'inferno o del paradiso ... Mi fermo.
Grazie della segnalazione, un gran bell'ascolto!

 

p.s. - i testi non li comprendo.., ma le "parole" di suoni musicali sanno come parlare all'inconscio che sembra dormire mentre resta più vigile del "se" pronto a captare ciò che le parole dei testi letterali non possono esprimere fino in fondo ...

 

 

 

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