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Chi utilizza amplificazioni valvolari Single Ended ?


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mariovalvola
Inviato

@alexis Scusami. Nel tuo sistema, da quale frequenza inizia a lavorare l'ampli a tubi?

Restituire un suono corretto, non artificiosamente ambrato, con valvole simili, non è facile. I colli di bottiglia sono:

il trasfo di uscita e il "circuito" di griglia.

Fare "vedere" alla griglia della 845 un trasformatore interstadio, almeno teoricamente, è una buona strada per ottenere un risultato all'altezza. Il problema è trovare un ferro che sappia gestire contemporaneamente l'enorme swing di tensione di segnale e la corrente continua circolante nel primario con una decente induttanza primaria, con una corretta ampiezza di banda e senza apprezzabile distorsione.

  • Melius 2
Inviato

Aggiungo a latere che la produzone cinese è di molto migliorata.

La questione dei grossi triodi ( ma ci metto anche la 300B) è che in un s.e. la potenza dissipata dal tubo è intorno all'80% della potenza massima dichiarata ( e forse di più) quindi la costanza di prestazioni in funzione del tempo è fondamentale e qui le Nos/Nib fanno ancora la differenza

A parte poi le tolleranze meccaniche relative alla costruzine dei singoli elettrodi e del loro assemblaggio

 

Walter

  • Melius 1
Inviato

doppio post e non so perchè

cancellato

mariovalvola
Inviato

@walge hai detto bene. 

Se sonicamente la produzione cinese ( di altissimo prezzo) si è avvicinata al NOS, rimane ancora da verificare la longevità che nel caso di certe europee e di WE, rimane leggendaria.

Io mi sto divertendo a tenere misurata la Gm su una coppia di Linlai 300B replica WE. Per ora, dopo 400 ore siamo ancora sopra il nominale. 

Inviato

Buongiorno a tutti,

dovrei acquistare a breve un amplificatore a valvole Single Ended. Potete, gentilmente, spiegarmi quali sono le caratteristiche peculiari di questa tecnologia e quali sarebbero i vantaggi di abbinarla a dei trasformatori di uscita?

Vi ringrazio anticipatamente.

Membro_0020
Inviato
1 ora fa, TopHi-End ha scritto:

dovrei acquistare a breve un amplificatore a valvole Single Ended. Potete, gentilmente, spiegarmi quali sono le caratteristiche peculiari di questa tecnologia e quali sarebbero i vantaggi di abbinarla a dei trasformatori di uscita?

Io non ho competenze tecniche particolari ed al momento non possiedo neanche un impianto hifi. 
Però posso dirti che gli ascolti più memorabili per facilità di emissione, assenza di grana, liquidità, realismo e tridimensionalità li ho fatti con triodi a riscaldamento diretto single ended.

Credo che le caratteristiche di base più peculiari siamo: la “semplicità” del triodo a riscaldamento diretto rispetto ad altri dispositivi ( pentodo, ecc…), la classe A, il fatto che il segnale è amplificato da un singolo dispositivo per canale e non diversi dispositivi uguali (che però non sono mai perfettamente uguali) e l’assenza di controreazione (che per me “rovina” il suono).

Il trasformatore d’uscita non è di per se un vantaggio (anzi è una costosa coperta corta) ma una necessità per poter pilotare i diffusori acustici, che devono avere buona efficienza, impedenza non ostica ed un basso non slabbrato con accordi “estremi”.

Lascio la parola agli esperti che sapranno correggere le mie inesattezze e fornirti una valutazione tecnica migliore e più accurata.

Che amplificatore prendi?

mariovalvola
Inviato

Gli amplificatori single-ended sono i più antichi e strutturalmente semplici ( non banali ).

Si chiamano così perché il dispositivo finale è tendenzialmente unico.

In quanto unico, non può che funzionare in classe A.

A dispetto della loro semplicità, e delle loro prestazioni strumentali da capire ( inadatti quindi alla maggior parte degli audiofili moderni ), possono essere oggetti realmente assoluti in grado di restituire a casa tua una sorprendente dose di realismo. Nelle interpretazioni più coerenti, s'impiegano triodi a riscaldamento diretto.

Sono oggetti molto critici che richiedono oculatezza, pazienza e passione per abbinarli al meglio. Messi a caso, possono esprimersi in modo risibile. Non sono amplificatori per appassionati del "plug&play" e delle soluzioni di pronta beva.

Il trasformatore di uscita è presente in quasi tutti gli amplificatori a tubi. Serve ad adattare l'impedenza interna relativamente alta dei tubi agli altoparlanti che presentano un carico molto più basso. Esistevano in passato anche altoparlanti ad alta impedenza che facilitavano la realizzazione di ampli senza trasformatore di uscita ( gli OTL ).

Questi amplificatori senza trasformatore di uscita, esistono anche per altoparlanti normali ma, proprio per questo motivo impiegano tubi speciali  collegati in parallelo. 

L'alternativa più percorsa, se si vuole pensare a un amplificatore a tubi, rimane il classico pushpull che può funzionare in classe A o, più frequentemente, in AB1.

Nei pushpull, i dispositivi finali non possono essere meno di due per canale.

Questa configurazione ( più o meno simmetrica), permette di elidere parte della distorsione prodotta. 

Possono essere impiegati triodi o tetrodi o pentodi a riscaldamento diretto oppure indiretto.

Spesso, ma non sempre,  hanno una discreta dose di feedback che li rende più gestibili e facili da abbinare con diffusori normali.

  • Melius 1
Inviato
Il 6/6/2022 at 11:05, mariovalvola ha scritto:

Nel tuo sistema, da quale frequenza inizia a lavorare l'ampli a tubi?

Restituire un suono corretto, non artificiosamente ambrato, con valvole simili, non è facile. I colli di bottiglia sono:

il trasfo di uscita e il "circuito" di griglia.

Fare "vedere" alla griglia della 845 un trasformatore interstadio, almeno teoricamente, è una buona strada per ottenere un risultato all'altezza. Il problema è trovare un ferro che sappia gestire contemporaneamente l'enorme swing di tensione di segnale e la corrente continua circolante nel primario con una decente induttanza primaria, con una corretta ampiezza di banda e senza apprezzabile distorsione.

A livello tecnico, posso dire assai poco... diciamo che nel mio sistema, che vedi nel profilo, l'ampli con le 845 lavora a gamma intera, in quanto il driver caricato a tromba non viene tagliato in basso, se non con dei particolari tagli meccanici. Poi il sub con il suo 15 in cassa chiusa è amplificato con un ibrido dedicato.

I miei valvolari hanno ovviamente trafi interstadio, e che siano critici, non ci piove. Infatti sono tutti custom made e sono il segreto meglio custodito in azienda, non me li fanno nemmeno toccare..:-) Interessante poi lo stadio di driver delle 845, 6Sn7 per i modelli stereo, e una 211 nei grossi mono, che in piu ha uno stadio di rettificazione con due altre 845. E lo swing si sente tutto.. 🙂

Inviato
Il 7/6/2022 at 08:53, Collegatiper ha scritto:

triodi a riscaldamento diretto

Ti ringrazio per il tuo parere. Cosa si intende per "riscaldamento diretto"?

Il 7/6/2022 at 08:53, Collegatiper ha scritto:

l trasformatore d’uscita non è di per se un vantaggio (anzi è una costosa coperta corta)

Perché?

Il 7/6/2022 at 08:53, Collegatiper ha scritto:

Che amplificatore prendi?

Sono molto in dubbio con le scelte.

Potrei valutare, ad esempio, tra un Audio Note OTO vecchio o nuovo modello, ma ci sono pareri contrastanti tra i due su quale suona meglio.

In teoria anche un Leben CS-300XS.

Ripeto, molti dubbi e perplessità, anche perché non ho modo di fare confronti.

Il 7/6/2022 at 10:13, mariovalvola ha scritto:

( inadatti quindi alla maggior parte degli audiofili moderni ),

Grazie Mario per il tuo intervento.

In base a questa tua affermazione, potrei benissimo dire che allora fanno per me. 🙂

Il 7/6/2022 at 10:13, mariovalvola ha scritto:

s'impiegano triodi a riscaldamento diretto.

Anche Audio Note OTO e Leben CS-300XS?

Pareri tra sui due?

Il 7/6/2022 at 10:13, mariovalvola ha scritto:

Non sono amplificatori per appassionati del "plug&play" e delle soluzioni di pronta beva.

Quali sono le condizioni ideali per farli esprimere al meglio?

 

Inviato
2 ore fa, TopHi-End ha scritto:

Anche Audio Note OTO e Leben CS-300XS?

Entrambi eccellenti, anche se il Leben 300 con le EL84 Mullard è uno spettacolo per tutti i sensi.

  • Thanks 1
Inviato

@bluenote ti ringrazio.

Ma le Mullard EL84 NOS Made in UK presumo siano un upgrade non di poco conto, visto che hanno un costo altino, giusto?

Con quali diffusori hai ascoltato le due amplificazioni?

Grazie ancora.

Inviato

@TopHi-End Si, un quartetto selezionato di El84 Mullard, costicchia, ma è una spesa di cui non ci si pente. L'Oto lo ascoltai con i diffusori della stessa casa, le AN-J ed era un suono molto fascinoso che usciva fuori da quell'accoppiata, molto lontano da quei suoni trapananti che vanno tanto di moda oggi. Il Leben l'ho avuto in passato e tra i tanti ampli passati per casa e' una delle poche cose che riprenderei volentieri e mi piacerebbe riascoltarlo nel mio impianto attuale. All'epoca lo ascoltavo con delle Avantgarde e con delle Zu Audio. Occorrono ovviamente diffusori facili da pilotare e per sensibilità e per il modulo d'impedenza non critico, ma il risultato e' garantito.

Inviato

@bluenote il naturale match dell'Audio Note Oto è con i diffusori di casa, ma in molti lo accoppiano alle Avantgarde, così come anche il Leben. Saranno sicuramente ascolti per palati fini.

Anche io volevo acquistare i Zu Audio Omen, e magari un giorno li prenderò. Ma per adesso ho una bellissima coppia di Triangle Antal EZ che, sulla carta, scendono a 3 Ohm, ma che anche il piccolo Musical Fidelity A1-X gestisce bene.

Tu quale Audio Note OTO hai ascoltato, quello "vintage", con i connettori sul lato, o il moderno, coi connettori sul retro?

Eventualmente, conosci anche l'altra versione?

Grazie mille! 🙂

 

Inviato

Io ricordo il Simply Two come una delle macchine più belle e dal suono più raffinato passate da casa mia, abbinato sempre a diffusori Klipsch.

  • Melius 1
  • Moderatori
Inviato

concordo, bella macchina..

G

  • Moderatori
Inviato

@alexis scusa, ma cosa ci sarebbe di "interessante" in un driver fatto con le 6SN7 (spero almeno in SRPP)?

per carità, io amo la 6SN7, ma mi sembra uno stadio molto "standard". o forse adottano una circuitazione particolare?

G

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