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Melius Club

Carnaval - Schumann


nebraska

Messaggi raccomandati

analogico_09
Inviato
Il 29/3/2021 at 15:44, Iohannes ha scritto:

Bella questa paginetta di Haruki Murakami, autore che, seppur ripetutamente consigliatomi, non ho mai iniziato a leggere seriamente.

 

 

Idem... vorrei porCI rimedio... 🙂

 

analogico_09
Inviato
Il 29/3/2021 at 14:25, Alpine71 ha scritto:

Ecco questi messaggi acuiscono la ferita del patrimonio disperso.

@nebraska c'era un bellissimo post in cui ognuno aveva stupendamente discettato sul Carnaval, sulle sue sfaccettature e sulle sue interpretazioni.

 

 

Vero, si cerca di curare le ferite ma non c'è praticamente argomento che non  sia stata già affrontato, in molti casi più volte... e la mente è fatta così.., si concentra sulle cose di cui viene privata e soffre per la perdita... e la vita è un "Carnaval"...

  • 2 settimane dopo...
tarantolazzi
Inviato

Abbastanza noioso questo giapponese, e non mi sembra che conosca molte versioni del Carnaval, peraltro, non certo le piu' interessanti

Nel genere preferisco Mishima, e nel genere Carnaval, pur apprezzando molto ABM (il suono e il fraseggio "italiano" cosi' caratterizzato da quell'epoca e da quel gusto, seppur troppo neo-classico ed in fondo anch'egli mainstream per i miei gusti), piu' la seconda versione (un voler puntualizzare certe scelte di stile e di cultura in un mondo musicale che si tingeva di quell'orrendo anti-romanticismo novecentesco la cui cappa mefitica solo ora si dilegua)..... Dicevo, pur apprezzando molto ABM per quel suono meraviglioso e ribadiamo con orgoglio "italiano" , i miei Carnaval preferiti sono i piu' anti-classici, i piu' apertamente e smaccatamente anti-novecenteschi e testimoni semmai di cio' che la tradizione artistica e in questo caso pianistica avrebbe potuto e dovuto essere, o quantomeno essere di piu'.

Un poker, direi

Sofronitzky, imperdibile come sempre se ci ricordiamo (e lui ce lo ricorda ad ogni battuta, anzi ad ogni accento)  che siamo, per dirla con Bernanos, sotto il sole di Satana.

Gnostico, dimostra per la via piu' breve.

Rachmaninov, cupo e pessimista, quasi rancoroso.

Ma lasciamo l'estremo oriente, e ricordiamoci che "Carnaval" e' parola francese.......non tanto il pur ottimo Cortot, ma piuttosto Samson Francois,  che pur non servito dalla qualita' audio (almeno su Tidal) sa essere sinuoso e deciso, sa illanguidirsi (il miglior Eusebius) e riaccendersi, farsi macchinetta -giostra (Paganini) e bruciare rapidamente l'incenso delle connessioni ornamentali. Caleidoscopico, colorato, fantasioso e fantastico, divertito e commosso.

E in fondo su questa falsariga (caleidoscopio, vita catturata nel gioco astratto ma non del tutto delle forme e  dei colori delle maschere e degli amici e degli amati e degli intenti) ma ancora piu' festoso (mi viene in mente il "Festivamente Fastoso" che Scriabin appone come indicazione espressivo-agogica su una sua composizione) e immerso spudoratamente nella ROMANTIK senza doversene scusare troviamo la meravigliosa versione di un altro transalpino, Jean-Marc Luisada.  Che se ne infischia sacrosantamente dell'unita' formale e trova la necessaria evidenza immediatamente espressiva del dettaglio ad ogni angolo, con l'istinto e l'artefatto (quelle Sphinx andando a toccare direttamente le corde, meraviglia!).

Capriccio e statuaria, e che bella sensazione quella di sentire uno che suona roba di casa sua, a casa sua, senza le vari auto-censure o peggio mediazioni-straniamenti-storicizzazioni brr-meno-male-che-e'-finita.  Ah, suono sontuoso, purtroppo solo in questa delle quattro.

 

  • Melius 1
tarantolazzi
Inviato
Il 14/4/2021 at 21:52, Grancolauro ha scritto:

Vale la pena ascoltarli comunque, credo.

Vale la pena? sai cosa trovo pazzesco in questi frammenti che hai linkato?  La confidenza assoluta, la scioltezza quasi imbarazzante....sembra mancare l'attrito della difficolta' meccanica, il che puo' essere un'arma a doppio taglio. Ma non qui (o meglio,qui  "taglia" bene), comunque sono abbastanza basito. Grazie della segnalazione, appena ordinato il CD (su Tidal c'e' la copertina ma poi il disco non e' quello, che pasticcioni....)

Inviato
8 ore fa, tarantolazzi ha scritto:

La confidenza assoluta, la scioltezza quasi imbarazzante....sembra mancare l'attrito della difficolta' meccanica, il che puo' essere un'arma a doppio taglio. Ma non qui (o meglio,qui  "taglia" bene)

Hai proprio ragione! Anch’io sono rimasto di stucco quando ho ascoltato per la prima volta Slattebrekk. Certo, uno potrebbe dire che la sua non è un’interpretazione “matura” perché manca una visione coerente dell’opera sotto il profilo formale. Obiezione questa per altro ricorrente verso chi oggi si avventura in Carnaval ma che lascia il tempo che trova, come hai notato giustamente tra le righe anche tu, tenendo tra l’altro molti giovani concertisti lontani da quest’opera, evitata come la peste proprio perché come la fai la sbagli.

Comunque sia, Slattebrekk sembrava venire da un altro pianeta. Peccato averlo “perso” come concertista. Chissà cos’altro avrebbe potuto tirar fuori dal cappello magico della sua facilità e del suo estro alla tastiera. Consiglio ad ogni modo di ascoltare per intero questo cd. Credo si trovi ancora in giro.

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Ogni volta che lo ascolto non riesco a credere alle mie orecchie.

  • Melius 1
tarantolazzi
Inviato

@Gabrilupo  Ho parlato di cento cose e mi vieni a puntualizzare su una roba cosi' (unico tuo contributo al thread, peraltro)......veramente penoso, consentimi. Comunque, per il senso dell'ordine del maestrino dalla penna rossa, il genere esatto e' "giapponesate" o "libri giapponesi".

 

tarantolazzi
Inviato

@Carlo Ciao Carlo, sono Sandro.

E che non ti va bene tutto lo so.   Molto bello, a tratti trascinante.  Hai pescato un'altra bellissima sorpresa schumanniana, che per quanto mi riguarda fa il paio per interesse con il Slattebrekk segnalato da Grancolauro (e il tris con il Luisada che ho scoperto di recente ).

Inviato

@tarantolazzi @Carlo Bentornati Sandro e Carlo, è un piacere tornare a leggervi! Sandro (spero di poterti chiamare per nome) mi sembrava di averlo riconosciuto ma col nuovo nick qualche dubbio ce l’avevo...

Luisada non l’avevo mai ascoltato con Schumann. Ricordavo le sue Ballate di Chopin, eccentriche e intriganti nella ricerca di dettagli sottili e linee tematiche sotterranee. Non si smentisce neanche in Carnaval, mi pare! Un’interpretazione molto interessante, fuori dal coro. Che poi Carnaval forse bisognerebbe farlo così: farsi meno domande e lasciarsi andare, farsi accompagnare dalla musica che alla fine ha sempre ragione.

Demarey poi è un’altra scoperta! Mai sentito prima questo nome ma la sua Kraisleriana è uno spettacolo, appassionata e impetuosa. 
Grazie davvero per queste segnalazioni, mi hanno rallegrato la mattinata 🙂

Damiano
 

Inviato

Ho sentito ieri questa Kreisleriana, segnalatami da Carlo, che mi ha lasciato abbacinato: avvinto e convinto. Mai sentito nominare il pianista, che ho ritrovato solo in quel canale Youtube. Ovviamente l'ho riascoltata più volte stamattina e le impressioni si sono confermate.

Negli anni '70-'80 si è imposto una sorta di paradigma interpretativo 'neoclassico', per chiedeva l'integrazione della parte nel tutto, l'attenzione alla forma, all'equilibrio complessivo, all'aspetto architettonico del pezzo. Per certi aspetti l'interprete di riferimento è stato Maurizio Pollini, che di razionalismo e architettura, per influenza paterna, ha sentito parlare fin da fanciullo.

Non so bene come un paradigma 'si imponga' rispetto a un altro: le giurie dei concorsi, i produttori discografici, i critici...

Ora mi sembra che le cose stiano un po' cambiando: uno Zimerman reincide i concerti di Beethoven con un piglio diverso, più eccentrico e sbarazzino, rispetto alla vecchia e celebre incisione in parte con Bernstein...un pianista di successo come Volodos segue decisamente il demone delle sonorità (i pianissimi evocativi e lontani!) piuttosto che la compiutezza formale...per come suona adesso (da 25 anni ormai...) Pletnev con certe giurie non passerebbe la prima eliminatoria...

Non so...qualche riflessione buttata lì...

Un saluto a tutti,

Angelo

  • Melius 1
tarantolazzi
Inviato
1 ora fa, Iohannes ha scritto:

Non so bene come un paradigma 'si imponga' rispetto a un altro: le giurie dei concorsi, i produttori discografici, i critici...

 

Ora mi sembra che le cose stiano un po' cambiando: uno Zimerman reincide i concerti di Beethoven con un piglio diverso, più eccentrico e sbarazzino, rispetto alla vecchia e celebre incisione in parte con Bernstein...

Scusa non sta a me dare patenti ma mi pare che tu abbia capito tutto e bene.

Altro che paradigma, era una cappa plumbea senza spiragli se non per pochissimi eccentrici e economicamente autosufficienti. Ma pensiamo, addirittura un Benedetti Michelangeli, le cui concezioni di agogica e fraseggio erano poi sostanzialmente neo-classiche, veniva bacchettato in quanto.....estetizzante (eh, si', quel suono.....grutto non era eh) e decadente. Figurati gli altri, quelli che rifiutavano la cappa razionalista della serie "il controllo e gli equilibrii formali, il resto e' il diavolo"  (pessima espressione, per quella cultura il diavolo non esiste)!  Infatti, come dici tu, Pletnev non avrebbe passato la prima eliminatoria di certi concorsi, Pogorelich sappiamo, Kamenz sappiamo.....e per dire scusa se insisto il

"Carnaval" di Luisada ? Ma se l'avesse portato ad una prima prova di un qualsiasi concorso lo avrebbero fatto smettere prima della fine!

Ma hai ragione anche sul fatto che le cose stiano un po' cambiando.... forse l'industria della musica ha capito che continuare a puntare sulle stesse noiose e solite carte l'avrebbe fatta implodere del tutto. Nei concorsi tale tendenza "aperturista" (sic)  si adegua ma a rilento, nelle stagioni concertistiche (auguri) un po' meglio.....

  • Melius 1
analogico_09
Inviato

Solo per dire che anch'io sono rimasto sorpreso e fortemente colpito da Slattebrekk e Demarey.

 

Inattesi bagliori musicali che illuminano in modo dirompente i pur fecondi e straordinari percorsi interpretativi conosciuti.

 

 

Inviato
3 ore fa, analogico_09 ha scritto:

Inattesi bagliori musicali

Mi sento di concordare con questa affermazione.

I miei due centesimi, da mero appassionato: l'interpretazione, specialmente nei tempi veloci, è davvero splendida: intensa, fremente, a tratti impetuosa pur sempre nel controllo di una tecnica trascendentale e di un eccellente controllo del suono.

Non avevo mai sentito, mai, le tante voci interne, che in Schumann sono stupende, così "avanti", così mirabilmente evidenziate.

Non ho invece apprezzato, nei tempi non veloci, variazioni agogiche troppo ravvicinate fra loro, che spezzano la linearità e fluidità del discorso; a volte (esagero, beninteso) sembra vada a scatti, altre volte mi vien da dire:"vai, vai, vaiiiii" per i troppi rallentando.

Detto ciò: bellissima segnalazione, grazie @Carlo (e bentornato!)

Inviato

@Iohannes Bellissimo questo Scarlatti e si, magari Sokolov si avventurasse nei lidi scarlattiani, magari....

Grazie per la segnalazione

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