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Aiuto per finale stasis 2


Discopersempre2

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Alcuni finali di grossa potenza,e dotati di grosse capacità di filtro hanno un sistema per limitare,lo spunto di accensione con quello che ne consegue (p.es interruttore generale di casa che salta, maggiore stress per l'ampli stesso all'accensione).

Per esempio, nel Nikko Alpha 440 che ho avuto, all'accensione, per pochissimi secondi, una resistenza veniva posta in serie al primario del trasformatore, dopodichè veniva bypassata tramite un relè temporizzato

Probabilmente anche lo Stasis 2, visto che è molto massiccio e sovradimensionato ha un sistema per limitare lo spunto all'accensione e questo sistema si è guastato. Bisognerebbe capire come è implementato con lo schema elettrico sottomano ma, se non si è competenti in elettronica, visto anche il valore monetario e qualitativo dell'ampli, lo porterei subito in un laboratorio comptente per farlo riparare.

 

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Il salvavita/differenziale 'sente' per un attimo carichi differenti sui due fili e quindi scatta. Non é un problema del carico in sé, ma di sbilanciamento. Probabilmente l'interruttore al primo scatto disperde verso terra in modo anomalo, difficile fare altre diagnosi... 

Io controllerei, ma parlo per me, interruttore e quanto c'é intorno, ad esempio condensatori ceramici per evitare archi all'accensione, circuiti di limitazione allo spunto, ecc.

Senza competenze specifiche di corsa da un bravo tecnico 

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12 ore fa, Discopersempre2 ha scritto:

Scusa la "beata" ignoranza, ma come spieghi questo "assorbimento" tale da far saltare il salvavita per poi funzionare senza problemi una volta ritirato sù il medesimo🙄.


Una ipotesi che si può azzardare è che i grossi condensatori dello stadio di alimentazione, responsabili del picco di assorbimento, una volta caricati (anche solo parzialmente), alle successive accensioni a breve distanza temporale determinino un assorbimento inferiore, che non manda in crisi l'impianto elettrico.

Concordo in ogni caso con i suggerimenti forniti dagli altri forumer.

  • Melius 1
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Discopersempre2

Grazie a tutti per i preziosi consigli; tanto per dire stamani, provato più volte: sia facendogli fare i due scattini che lo scatto unico, beh tutto a posto, nessun scatto di salvavita...mah 🥺.

Comunque per stare tranquillo lo porterò dall' unico riparatore che c è dalle mie parti, il problema è che pesa uno "stonfo"😥.

P.S.: Non ho ancora capito cosa servono questi "due scattini" all' accensione, mentre per spengere l' interruttore ne fa uno solo🙄.

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Anche col service manual, se non sei in grado di lavorarci da solo,io non rischierei. 

Io staccherei la spina e proverei a cercare un centro assistenza o un bravo "tecnico", prima di fare danni maggiori.

Finché si tratta di un interruttore te la cavi con poco,se ti salta la scheda di alimentazione è altra storia..

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Ecco perché sono diventati "di moda" i soft start. 😊

Posso fare una domanda, prima che chiudiamo l'argomento, seppur OT?

Ma un ampli finale che ad esempio le specifiche dichiarano che so, 15 ampere di picco per canale, se lo si mette a ponte (sempre che il progetto lo permetta, ovvio), e quindi diventa monofonico, gli amperes diventano 30?

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cactus_atomo

@dadox in teoria in un ampli a ponte la potenza va moltiplicata per 4, anche se normalmente aumenta solo di un fattore 3. tutto dipende da come è implementato l'ampli, troppi ampere possono danneggiare la componentistica e in qualche caso anche i disostivi attivi, oltre che a sviluppare molto più calore da smatire, in genere ci sono dei limitatori che impediscono all'ampli di autodistruggersi (un ampli a ponte vede una oimpedenza metà di quell reale)

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1 ora fa, dadox ha scritto:

Ma un ampli finale che ad esempio le specifiche dichiarano che so, 15 ampere di picco per canale, se lo si mette a ponte (sempre che il progetto lo permetta, ovvio), e quindi diventa monofonico, gli amperes diventano 30?

Quando vengono messi a ponte, in pratica è come se venissero messi in serie. Avrai uno "swing" di tensione massimo doppio ma la corrente massima rimane uguale perchè la corrente che "passa" sul 1° amplificatore è la stessa che passa anche sull'altro.

.

Infatti gli amplificatori, quando vengono connessi a ponte, di fatto è come se fossero obbligati a lavorare su una impedenza dimezzata rispetto a quando non sono connessi a ponte.

In pratica avrai, teoricamente una potenza massima erogabile quadrupla (V al quadrato diviso l'impedenza) ma, in realtà avrai un ampli più in difficoltà su basse impedenze.


Per avere una corrente massima erogabile doppia, occorrerebbe mettere i 2 ampli in parallelo ma non è una operazione consigliabile per tutti gli amplificatori perchè richiede che siano perfettamente identici come guadagno o delle circuitazioni che si prestino bene a tale situazione.

.

In pratica fu l'espediente utilizzato da Anthony Michaelson e Tim de Paravicini per i finali monofonici MF MA-50 che, sono due sezioni finali di musical Fidelity A1, alimentate a una tensione più alta per avere un maggior swing di tensione e, soprattutto,  messe in parallelo per una maggiore corrente e una maggiore capacità di pilotaggio.

 

Mi pare che anche molti finali McIntosh permettessero il collegamento dei canali in parallelo per permettere una maggiore corrente e capacità di pilotaggio ma, in questo caso le sezioni finali vere e proprie risultavano "disaccoppiate" tra di loro dai trasformatori di uscita, tipici di McIntosh anche sulla gran parte dei loro ampli solid state.

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