Moderatori Mister66 Inviato 3 Agosto 2022 Moderatori Inviato 3 Agosto 2022 Era qualche tempo che volevo aprire questa discussione, anche prima dello scandalo attuale MoFi. Ho molti vinili, circa 3000, di cui più della metà analogici veri anni 70, un po’ di tutti i generi. Ho acquistato alcuni vinili cosiddetti audiofili pur avendo la stampa dell’epoca. Non sono un esperto in tecniche di stampa, curve riia etc etc… ma un paio di domande mi sono venute in mente… Faccio un esempio, doppio 45 giri mofi primo album dire straits e 1 stampa sia italiana che americana dell’epoca, queste ultime sono abbastanza simili e a mio avviso molto ben suonanti, la mofi non posso dire che è nettamente superiore, suona diversa, un suono più materico, voci leggermente diverse, più brillante in generale come suono. Altra stampa SC Elvis is back e stampa del 74 giapponese, 2 suoni molto diversi, anche qui ho la sensazione che ci sia un po’ di effetto loudness giusto per farvi capire, le stampe dell’epoca in definitiva le preferisco, le trovo più naturali anche se le audiofile ti colpiscono ma alla lunga paragonate alle originali chiamiamole così mi stancano. Ora da ignorante in materia mi chiedo, le ristampe attuali audiofile di qualsiasi brand si voglia che siano direttamente da nastro o dsd etc etc quanto siamo sicuri che non vengano manipolate per cambiare il suono di una stampa di 50 anni fa’? Siamo sicuri che quando il brand copia il nastro quello che copia lo imprime sul vinile senza nessun tipo di remastering o altro? Spero di essermi fatto capire… la parola ai più esperti.😉
rock56 Inviato 3 Agosto 2022 Inviato 3 Agosto 2022 36 minuti fa, Mister66 ha scritto: Faccio un esempio, doppio 45 giri mofi primo album dire straits e 1 stampa sia italiana che americana dell’epoca, queste ultime sono abbastanza simili Confermo, come per Brothers in Arms. Stessa cosa per Heartbeath City dei Cars. In questi tre titoli io ho trovato pochissime differenze, vinile più silenzioso quello sì.
one4seven Inviato 4 Agosto 2022 Inviato 4 Agosto 2022 @Mister66 noooo figurati. Come ho provato a dirlo che il "sound" viene ovviamente "adattato" ai tempi che corrono, sacrilegio! 😁 Poi ogni etichetta usa il metodo che più gli confà, secondo anche il proprio mercato di riferimento. Ma succede anche in digitale. Dove la cosa però non desta sorprese. Lo si dà quasi per scontato. Vai a capire perché non dovrebbe succedere anche se il disco è commercializzato su supporto LP. Edit. Aggiungo: Andrebbe anche fatta la "tara" sull'utilizzo delle attrezzature professionali. Quelle usate negli anni dell'analogico non sono le stesse di oggi. Le differenze ed il loro peso specifico sul risultato finale però, le conoscono bene solo chi ci lavora.
sonny Inviato 4 Agosto 2022 Inviato 4 Agosto 2022 Concordo sul fatto che le nuove ristampe "audiofile" tendano ad imprimere un suono diverso rispetto ai vinili analogici. Nel mio caso il primo album dei Lynyrd Skynyrd stampa originale Usa suona si più debole della corrispondente Mofi ma più naturale e alla fine non si sa quale preferire. Mentre Something Else di Adderley,attuale ristampa Kevin Gray, lo trovo più a fuoco e con strumenti meglio definiti rispetto ad una ristampa Jap King Records metà anni 70. Alla fine non si può generalizzare ed è difficile stabilire quale stampa sia migliore, di certo suonano in maniera diversa, da preferire le nuove edizioni se quelle analogiche versano in condizioni critiche o si trovino a prezzi stratosferici. Luigi.
giorgiovinyl Inviato 4 Agosto 2022 Inviato 4 Agosto 2022 @sonny Credo che il confronto vada effettuato caso per caso. Nel caso di Somethin Else da te citato la ristampa Classic di Kevin Gray si trova a 20 euro o poco più, per avere una prima o seconda stampa quante centinaia di euro bisogna spendere? Non ho stampe blue note jap ma quelle tra quelle europee e americane anni 70-80 in mio possesso e i Classic e Tone Poet mi sembra non ci sia paragone a favore di quest’ultime
giorgiocana82 Inviato 4 Agosto 2022 Inviato 4 Agosto 2022 Ciao, io penso che una sorta di "attualizzazione" del suono venga fatta. Senza arrivare alle stampe audiophile, qualche anno fa comprai il cofanettone della Deutsche Grammophone delle 9 sinfonie dirette da Karajan, replica dell'edizione anni '60, di quest'ultima ho 3 sinfonie che erano di mio nonno e sono tenute perfettamente: la versione uscita pochi anni fa suona diversa da quella dell'epoca. Secondo me, a parte i 60 anni di differenza tra le due stampe: la tecnologia, per quanto sia analoga, ha fatto dei progressi, e probabilmente anche le competenze nella pulizia dei master, nel rimaneggiarli è cambiata, non sto a disquisire se in meglio o in peggio, poi lo faranno in digitale o altro non sono così fissato; fatto sta che l'edizione anni '60 suona meno a fuoco e dettagliato, in compenso ha un suono più "caldo". Lo stesso dicasi per le recenti ristampe in vinile degli album dei Pink Floyd: The Wall e Meddle di cui possiedo l'edizione italiana uscita all'epoca e di cui ho preso le ristampe, suonano più calde le prime, ma meno a fuoco: è meno facile determinare dove siano posizionati gli strumenti. Infine come dice anche @giorgiovinyl i Tone Poet sono qualcosa di meraviglioso per il risultato ottenuto.
OTREBLA Inviato 4 Agosto 2022 Inviato 4 Agosto 2022 Kevin Gray, in una sua recente intervista, ha fatto giustamente notare che la differenza di suono tra un originale e la relativa ristampa Full Analogue moderna, risiede innanzitutto nel fatto che sin dai primordi del 33 giri era pratica comune comprimere il segnale, dimodoché la musica avesse maggiore smalto ed impatto sonoro. Alberto.
gorillone Inviato 4 Agosto 2022 Inviato 4 Agosto 2022 Secondo me è ovvio che una “attualizzazione” venga fatta, poi, c’è chi le fa bene e chi le fa meno bene. In generale, preferisco le stampe dell’epoca …. ma non è detto. Anche nelle prime stampe ci sono quelle che suonano magnificamente e quelle un po’ piattine. Diventa difficile generalizzare. Bisognerebbe avere più stampe dello stesso disco, per definire quelli che chiamano “hot stampers”, cioè quelli che suonano meglio singolarmente
gorillone Inviato 4 Agosto 2022 Inviato 4 Agosto 2022 Le ristampe, secondo me, suonano più “standardizzate”, non so come dire, sono più uguali l’una con l’altra, mentre quelle dell’epoca avevano più differenze (non so se individuali o di gruppo). D’accordissimo che le stampe dell’epoca suonano più naturali e meno affaticanti … di solito. Ovviamente, non parlo di dischi audiofili. Le ristampe BlueNote, Classic e Tone poet, suonano tra bene e molto bene. In compenso, mi ricordo una prima stampa inglese di Aqualung, che mi hanno gentilmente rubato da giovane … beh, non mai più riascoltato altre stampe che si avvicinassero, mai.
gorillone Inviato 4 Agosto 2022 Inviato 4 Agosto 2022 @OTREBLA A quel che dicono queste persone non ci vogliamo credere, ma non dovremmo …
OTREBLA Inviato 4 Agosto 2022 Inviato 4 Agosto 2022 Nessuno è obbligato a credere a nessuno. Kevin Gray è convinto che il trasferimento diretto da nastro sia il massimo ottenibile dalla ristampa su vinile. Uno può legittimamente pensare che lo dica pro domo sua, perché lui con i tagli Full Analogue ci campa, e penso ci campi pure bene. Bisogna incrociare i fatti e le opinioni, e che all'epoca i tecnici del suono comprimessero il segnale è un fatto ampiamente accertato. Alberto.
giorgiovinyl Inviato 4 Agosto 2022 Inviato 4 Agosto 2022 Kevin Gray realizza stampe AAA o con un passaggio in digitale a secondo della commissione che riceve dall’etichetta. Per esempio i Sundazed realizzati da Gray suonano benissimo, ma si è sempre sospettato che abbiano un passaggio in digitale. Sinceramente mi sembra un tecnico che lavora bene e che abbia molta esperienza. Non quante persone vedano tanti master quanto lui. La sua non è certo la verità assoluta rivelata ma dubitare di tutto quello che dice come fosse un cialtrone non ne vedo il motivo.
ediate Inviato 4 Agosto 2022 Inviato 4 Agosto 2022 Vorrei proprio vedere Kevin Gray “lottare” contro un master piattissimo e orrendo come quello del live dei Traffic o un qualunque disco dei più vecchi di Eric Clapton o dei Motley Crue… siamo tutti bravi con i master di Donald Fagen, Dire Straits o i capolavori del jazz degli anni ‘60 (penso a Trio 64 e mi vengono i brividi), voglio proprio “sentirli” combattere con master supercessi…. 😀 2
gorillone Inviato 4 Agosto 2022 Inviato 4 Agosto 2022 @OTREBLA Stai dicendo una cosa non precisa “ai tempi comprimevano il segnale”. Innanzitutto, quale? Quello delle singole tracce? Quello del master finale? Poi ci sono prove a go go che negli ultimi periodi comprimono molto ma molto di più! A cosa sono nate a fare tutte le loudness wars? Abbi pazienza … rispondi sempre come se tu sapessi e noi … poveri ignoranti, dai.
gorillone Inviato 4 Agosto 2022 Inviato 4 Agosto 2022 @giorgiovinyl Giorgio, lo dicevo per le altre persone che ascoltano. Io ascolto e basta, non leggo le storielle che ci attaccano (dette marketing). E questo con qualsiasi prodotto in commercio. Ci si può arricchire onestamente o gabbando i gonzi, ma non sta a me definire qual è il confine, non mi permetto. Kevin Gray è bravo, anzi di più, non discuto quello che fa e non ascolto la logica che ci sta dietro, ascolto solo i dischi
gorillone Inviato 4 Agosto 2022 Inviato 4 Agosto 2022 @ediate Ciao Edilio! E’ sempre un piacere leggerti! Una sola cosa, che forse ti avevo già detto: ho la prima stampa Uk del live dei Traffic “on the road”, beh … ti farei ascoltare il pezzo Low spark …. si sente in maniera superlativa … sul resto del disco non ricordo, perché di quell’album ascolto quasi sempre quella facciata 😀 1
one4seven Inviato 4 Agosto 2022 Inviato 4 Agosto 2022 Ce ne sono tanti di ingegneri del suono bravi. Il punto è un altro secondo me. Il risultato che andiamo ad ascoltare dipende in primis da chi commissiona il lavoro, e su quale mercato vuole posizionarsi. Di conseguenza chi lavora sul prodotto agisce di conseguenza. Il lavoro è lavoro... Hoffman, non concorde perlopiù con i desiderata delle Major su come riproporre sul mercato i dischi dei 70 (si era all'inizio dei primi remasters e della compressione "selvaggia"), si aprì la sua etichetta, la DCC, sfornando ristampe in LP ma soprattutto CD, nei 90, di qualità generalmente indiscussa. Andò decisamente "contro" quello che era un trend sonoro appena iniziato, pensando di rivolgersi principalmente agli audiofili. Dopo un po', fallì. 🙂
Gabrilupo Inviato 4 Agosto 2022 Inviato 4 Agosto 2022 7 ore fa, giorgiovinyl ha scritto: Non ho stampe blue note jap Io ho fatto esperienza di una di queste, più o meno degli anni '70. Esperienza insoddisfacente, d'altronde su Discogs la prima e la seconda stampa USA del disco in questione viaggiavano su alcune centinaia di dollari.
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