Pro-Ject RPM6, giradischi
Pro-Ject è un nome famoso nel panorama hi-fi mondiale. Un nome famoso per offrire al mercato dell'analogico oggetti solidi e ben costruiti a prezzi ottimi. La Pro-Ject produce quindi principalmente giradischi, ai quali affianca accessori che vanno dalle testine ai bracci, ai pre phono per concludere con i variatori elettronici di velocità per i giradischi.
Alle linee “Budget” (Debut), “Audiophile” (Pro-Ject 1.2 e Pro-Ject 6.9) e “Design” (Pro-Ject 2.9Wood, Pro-Ject 2.9 Classic, Pro-Ject Perspective), che hanno fatto conoscere al grande pubblico la realtà Pro-Ject, è stata affiancata la linea RPM che, cito testualmente dalla documentazione Project, “riducendo la forma del giradischi al minimo indispensabile si prefigge di aumentare la qualità sonora” e, questa è una mia opinione, offre un design anche più moderno e accattivante. La linea RPM è attualmente composta da tre modelli RPM 4 (l'entry level), RPM 6 e RPM 9, l'oggetto della nostra prova è l'RPM 6. Il sito web della Project, per chi volesse maggiori informazioni, è www.project-audio.com.
Costruzione
Diciamolo subito, l'RPM6 è veramente un bell'oggetto. E' “il piatto” per eccellenza, un discone di enorme spessore, circa 7 cm, argentato con vicino un piccolo “satellite” su cui troneggia il braccio, nient'altro. WAF altissimo, assicurato.
La base è in MDF verniciata in nero e alloggia il perno rovesciato, il motore, fissato elasticamente, e una staffa in metallo di buon spessore dove si posiziona la base cilindrica del braccio. Il motore ha due pulegge assiali; la più piccola viene usata per i 33 e 45 giri (il cambio viene effettuato elettronicamente, la più grande viene invece utilizzata per i 78 giri. Intelligente questa gestione che permette di effettuare il cambio tra le due velocità più utilizzate in modo semplice e veloce mentre rimanda ad un minimo di manualità per la velocità sicuramente meno utilizzata.
Sulla base, anzi precisamente sotto la base, sono inoltre presenti il pulsante d'accensione e il controllo della velocità. Quest'ultimo presenta un led bicolore (verde per i 33 giri e rosso per i 45 giri) che si accende non appena viene inserita la spina di alimentazione, anche a giradischi spento. La base poggia su tre punte che ben si integrano con il design generale dell'apparecchio e svolgono egregiamente il loro lavoro. Il trafo d'alimentazione è invece alloggiato nella presa a muro. Sul perno rovesciato che sta sulla base si inserisce il contropiatto in plexiglass di buon spessore quindi si collega quest'ultimo al motore tramite la cinghia in dotazione.
Il piatto vero e proprio è invece un massiccio disco di MDF più spesso al bordo rispetto al centro (le foto spiegano sicuramente meglio di quanto io riesca a fare). In questo modo si ottengono due risultati; il primo è che la base viene quasi completamente nascosta alla vista, la seconda è che il momento d'inerzia del piatto viene in questo modo aumentato (anche se non di molto in questo caso) a tutto vantaggio della costanza di rotazione.
Il tappetino è qui sostituito da una superficie in vinile e tutto è tenuto insieme da un pressa disco pesante e di ottima fattura.
Il braccio è il classico “9”, un po' spartano a mio avviso, forse su questo modello avrei visto meglio quello in carbonio usato sul fratello maggiore RPM9 ma tant'è, e comunque non mi ha dato alcun problema durante tutto l'utilizzo. Quello che mi lascia un po' perplesso in particolare è l'accoppiamento “lasco” con il contrappeso, ma ho chiesto in Project e mi hanno detto che deve essere così. Io mi fido, inoltre ho fatto un po' di misure con il disco test HFNRR e con la mia DL103 settata a 2.5 grammi ho verificato una frequenza di risonanza orizzontale e verticale di circa 10Hz, quindi accettabilissima per non dire ottima.
Come già visto su altri giradischi Pro-Ject sono presenti dei pin jack d'uscita. Questa soluzione se da una parte presenta l'ovvio vantaggio di poter cambiare tutti i cavi che volete dall'altra inserisce ulteriori contatti sul percorso del segnale. Il cavo fornito in dotazione mi sembra di buona fattura e, per non snaturare l'oggetto, ho usato questo durante le prove.
Insomma in generale veramente un bell'oggetto, costruito bene e in modo solido e con un'estetica estremamente piacevole.
Ascolto
Avevo un po' di timore ad iniziare l'ascolto, l'RPM6 è un oggetto che mi sta “simpatico”, mi piace nella sua semplicità e insieme concretezza e ci sarei rimasto molto male se non avesse confermato anche “sonicamente” le sue ottime “prestazioni fisiche”.
Fortunatamente tutto è andato per il meglio. L'RPM6 sfodera da subito un suono che convince, presente e vivace, estremamente godibile ed equilibrato. E' un suono analogico nella migliore accezione, che riempie la stanza d'ascolto senza mai estremizzare nulla ma fornendo sempre una sensazione di estrema naturalità. L'equilibrio timbrico è buono, neutro, con gli estremi banda ben presenti e una gamma media liquida e ben amalgamata al resto. Ottima la potenza del basso, intendiamoci, non scende all'infinito, ma fin dove scende è veloce e potente e dotato di un buon punch.
Bella l'immagine, sempre ampia e ariosa, grande, profonda; con le incisioni giuste si va facilmente oltre i diffusori. La dinamica è di tutto rispetto in assoluto e ottima per la classe dell'oggetto, non si sente mai la mancanza d'altro oltre quello che c'è e questo riallaccia un po' al discorso iniziale, forse la maggior qualità di questo Pro-Ject è proprio quella di fornire sempre un suono naturale, giusto, che non mette in evidenza questo o quell'aspetto, non ha prestazioni estreme (e non potrebbe averne a questo prezzo) ma regala sempre una performance convincente, in tutti i suoi aspetti.
Conclusioni
Il Pro-Ject RPM6 è un giradischi, bello, ben fatto e che suona bene. Non cerca di ammaliarvi con prestazioni particolari ma regala sempre un suono concreto e coerente. Colore, presenza, dinamica, estensione, correttezza timbrica, vivacità, non manca nulla, suona come è fatto, bene. Sono soldi ben spesi.
di Giovanni Aste
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