Kandace Springs, segnatevi questo nome
Don Was scolò la sua pinta di caffè, con molto zucchero, panna e crema di latte, guardando attraverso i vetri del suo ufficio nella Fifth Avenue. Don era il boss della mitica Blue Note Records e aveva un chiodo fisso: come far capire agli audiofili italiani che c'è ancora vita oltre Diana Krall.
Accese uno strano sigaro e chiamò il suo fido braccio destro Justin Seltzer, lui avrebbe trovato la soluzione, senza dubbio. La soluzione doveva essere donna, giovane e bella, ma di una bellezza fulminante (gli italiani... li conosciamo, pensò Don), doveva avere una voce da mettere in difficoltà i midrange più blasonati e doveva suonare il pianoforte... come Diana!
Magari, con l'occasione, si pesca anche una nuova star della scena jazz internazionale. Chissà, con un po' di fortuna...
Don (nella foto), Justin e soprattutto Kandace mi perdoneranno l'introduzione davvero poco seria che - in un certo senso - hanno però meritato, perché? lo scopriremo solo leggendo.
Kandace Springs
La vita serve alla piccola Kandace un tris d'assi: viene alla luce a Nashville, Tennessee, fin da piccola mostra un gran talento per il pianoforte, il padre fa il cantante, ha collaborato con Aretha Franklin, Donna Summer e Chaka Khan... e lo chiamano "Scat" (per chi non lo sapesse, lo scat è una tecnica di canto inventata - si dice - da Louis Armstrong e glorificata da Ella Fitzgerald). Incidentalmente, Kandace crescendo diventa anche una gran bella ragazza, il quarto asso.
A soli diciassette anni registra un demo che - girando girando - finirà sulla scrivania di Don Was, il potente presidente della Blue Note Records. E così, dopo un po' di gavetta, a meno di 25 anni Kandace si ritrova sotto contratto con la casa discografica che da ottant'anni è il punto di riferimento nel mondo del jazz. Debutta con un EP che viene notato nientemeno che da Prince (il quinto asso di Kandace?) che la invita ad esibirsi con lui in un concerto al Paisley Park per il trentesimo anniversario di Purple Rain.
Più o meno a quel tempo, Kandace aveva questo look, molto "Prince".
La carriera
A soli 25 anni la sua carriera è già su buoni binari, Kandace mostra una voce davvero particolare, ampia, completa, sensuale. Si esibisce negli USA ed in Europa cantando sia grandi jazz stardard che qualche interessante pezzo di sua composizione tra jazz, soul e R&B.
Nel 2016 pubblica Soul Eyes, prodotto da Larry Klein (già con Herbie Hancock, Joni Mitchell e Tracy Chapman) che - pur mostrando a tratti una certa immaturità - viene accolto dalla critica con molto favore, definito un disco di coffeehouse smooth soul. Le tracce si svolgono sempre pendolando tra jazz, soul e pop, personalmente su tutti i brani ho preferito la cover di "The World Is a Ghetto" dei War, brano che amo particolarmente. Il disco viene pubblicato su CD e vinile [ASIN: B01EJQ097Y]
Nel 2018 è la volta di Indigo, vi raccomando di fare clic ed ascoltare "6 8" di Gabriel Garzon-Montan, non solo ascoltare ma anche osservare la presenza scenica che nel frattempo ha acquisito la giovane Kandace.
Prodotto quasi interamente dal batterista e percussionista Karriem Riggins, nel disco convivono influenze diverse, da Rachmaninoff ai Portishead e Sade. Per questo si è scelto di non avere formazione stabile, sono state assemblate varie formazioni per personalizzare l'atmosfera delle otto composizioni co-create dalla Spring come delle cover.
Kandace si conferma capace di passare con leggerezza dal jazz contemporaneo al pop di qualità, Indigo non è proprio un disco per integralisti del jazz comunque MOJO gli conferisce il massimo dei voti e Kandance diventa la reginetta del Nu Soul/Pop. Il disco viene pubblicato su CD e vinile [ASIN : B07F54P3JW].
The Women Who Raised Me
E veniamo ad oggi. "Le donne che mi hanno cresciuto" è un tributo di Kandance alle cantanti che più ne hanno influenzato lo stile e la musica: Billie Holiday, Ella Fitzgerald, Astrud Gilberto, Roberta Flack, Diana Krall, e così via. Contiene quindi alcuni classici celeberrimi della storia del jazz: da Angel Eyes a What Are You Doing The Rest Of Your Life, da Gentle Rain a I Put A Spell On You.
Lei canta e suona pianoforte e piano elettrico Rhodes e Wurlitzer, la band che la accompagna è di alto livello: Steve Cardenas, Scott Colley e Clarence Penn, in più l’album è ricco di ospiti prestigiosi come Norah Jones, Chris Potter, Avishai Cohen, Christian McBride e David Sanborn.
Con The Women Who Raised Me, Kandace Springs ha sorprendentemente accantonato il soul e l'R&B per il jazz classico, sia pure interpretato con personalità. Un jazz destinato al largo pubblico, patinato e con una formula collaudata: grandi standards, originale interpretazione, ospiti di gran calibro, evidentemente Don Was ha deciso di creare la Diana Krall dei prossimi 20 anni.
L'album è stato registrato quasi interamente in presa diretta: “Praticamente tutto ciò che ascolti è dal vivo, ed è simile al primo disco che ho realizzato, dove ci guardavamo tutti in un grande studio, in stile vecchia scuola, che mi piace. Penso che ci sia più magia in questo modo.” Il master è di Bernie Grundman, missato da Tim Palmer, l'album è stato pubblicato in CD, doppio LP e digitale HD.
Alla soglia dei 32 anni, Kandace ha questo look anni '40, sdraiata sul piano, decisamente diverso dal precedente.
C'è ancora vita oltre Diana Krall
Il disco mette subito le cose in chiaro, quando nel primo brano Christian McBride spara le fondamentali a 40 Hz nello stomaco dell'ascoltatore, con pure i 32 Hz ben presenti al loro posto. Questo è uno di quei dischi che, alle mostre, passando nel corridoio lo senti suonare e devi per forza entrare in saletta, la qualità tecnica è di riferimento: estensione, dettaglio, microdinamica, trasparenza, realismo, c'è di tutto e di più.
Ecco quindi svelato il gioco iniziale: The Women Who Raised Me di Kandace Springs ha tutti i requisiti per diventare il nuovo disco di riferimento per gli ascolti di jazz con voce femminile. E' bella musica, di quella che piace a tutti ma non per questo priva di valore artistico, anzi. Insomma, non è un disco da demo audiofila ma è perfettamente in grado di farlo.
Per me un must-have, fatemi sapere la vostra.
Tracklist:
1. Devil May Care (Feat. Christian McBride)
2. Angel Eyes (Feat. Norah Jones)
3. I Put A Spell On You (Feat. David Sanborn)
4. Pearls (Feat. Avishai Cohen)
5. Ex-Factor (Feat. Elena Pinderhughes)
6. I Can't Make You Love Me (Feat. Avishai Cohen)
7. Gentle Rain (Feat. Chris Potter)
8. Solitude (Feat. Chris Potter)
9. The Nearness Of You
10. What Are You Doing The Rest Of Your Life
11. Killing Me Softly With His Song (Feat. Elena Pinderhughes)
12. Strange Fruit
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