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Jazz!


analogico_09

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Inviato

Qualcuno mi spiega il jazz modale? Ieri ho ascoltato per la prima volta nefertiti di davis e le palpebre mi si sono chiuse dopo una ventina di minuti. È musica cerebrale fine a se stessa io non ci arrivo 

analogico_09
Inviato

@luckyjopc Se non fa per te questo "Mood," non credo ti aiuterebbe la spiegazione del modale dal punto di vista formale.., basta andare in wiki o in altre pagine del web o cartaceo... 😉

analogico_09
Inviato
1 ora fa, luckyjopc ha scritto:

È musica cerebrale fine a se stessa io non ci arrivo 

 

cerebrale potrebbe essere, ma non è qualità negativa o riduttiva,  di sicuro non è musica fine a se stessa. Ha radici musicali, poetiche e psichiche  profonde, antiche, ancestrali... Ma sono col cellulare non posso approfondire... 

Inviato

Grazie Peppe ascolto ogni sorta di musica,ma questa non la capisco proprio. Bravo il pianista bravo il batterista,ma la sensazione è di rimanere con il mortaio che pesta nell'acqua

analogico_09
Inviato

@luckyjopc A dire il vero, Lucky, già sul piano tecnico-virtuosistico strumentale, l'intero quintetto di Nefertiti e delle altre registrazioni realizzate nello stesso periodo davisiano alla fine dei '60, prepararatorie a mio modestoparere dell'ultimo  grande progetto rivoluzionario della storia jazz intitolato Bitches Brew, è semplicemente, oggettivamente, stellare. 

Su cosa pesti il "mortaio" in Nefertiti, per quanto riguarda invece i contenuti espressivi, resta una questione di gusti personali... io ci vedo del buon sale per arricchire le già ricche prelibatezze musicali... 😉

 

 

Inviato

Ok ma la sostanza umana di questo esercizio tecnico non la vedo, la poesia men che meno. Vabbè mi rassegno non è cosa per me

analogico_09
Inviato

@luckyjopc Non è un esercizio tecnico; è un'esperienza intellettuale e "morale"; una ricerca di nuovi suoni e di nuove prospettive espressive, cose di questo mondo, dunque umanissime.

Come dicevo sopra, dalla "ricerca" di Nefertiti, e di altri dischi coevi, "fratelli/gemelli, i dischi della "rarefazione" musicale, mi si passi il termine, la quale ha infinite sottotracce "minime" ma insidiose, tenaci e determinate, scaturisce la capitale rivoluzione del jazz davisiana che influenzerà anche altri generi musicali: pop, rock, prog, fusione, ecc.., con risultati più o meno buoni.

Se non se ne coglie il significato e la poesia musicale di un disco, di un genere musicale, è normale, sono tante le cose del mondo che ci sfuggono.

 

  • Melius 1
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Inviato

@luckyjopc Oggi pomeriggio l'ho riascoltato (Nefertiti), anche a me risulta un po' "ostico", diciamo che

bisogna entrare nel mood..

-

Personalmente trovo il quasi coevo E.S.P. molto più "facile", più nelle mie corde.

Sarà forse per la meravigliosa "Little One", di Hancock...che si trova anche nel capolavoro a nome suo

"Maiden Voyage". 

Io preferisco la versione su M.Voyage, l'avro ascoltata 1000 volte...ma è questione di gusti.

 

  • Melius 1
Inviato

@dariob in effetti ho ascoltato recentemente anche esp. L’ascolto in cuffia me lo ha reso meno ostico, e l’ultimo brano( mood )con le spazzole della batteria in ostinato accompagnamento  mi ha interessato. Il tutto come un quadro astratto senza trasporto emotivo 

Inviato

Bene ora nell’ ambito delle giornate jazz sto scoltando la Nevada di evans. Niente male!

Inviato
Il 4/8/2022 at 09:49, Look01 ha scritto:

accompagnata da Clifford Brown

A proposito di Clifford Brown, l'altro giorno leggevo questa frase di Lester Bowie "If Clifford had live, I'd be working at the Post Office and Miles would be my supervisor."

 

 

  • Melius 1
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Inviato
Il 28/7/2022 at 21:14, analogico_09 ha scritto:

la vicenda musicale ed esistenziale di Coltrane vive anche senza le "celebrazioni" ufficiali. Per quanto se ne sia tanto parlato e tanto ancora se ne parlerà, seguita a lasciare nelle orecchie e nell'animo dell'appassionato, potremmo dire dell'iniziatico, il dono supremo della Meraviglia musicale che permea in profondità la più "semplice" e "rilassata" interpretazione della "ballad" popolare - la quale ha rietranze di struggente poesia ed epifanici slanci di superiore arte , ben lontani dall'essere "audiofilmente" easy (secondo certe dicerie "consumistiche") - , fino alle estreme , "incendiarie" note del "free modale" (conio banalmente, riduttivamente,  all'impronta) che Coltrane abbraccia nelle ultime svolte della sua enorme parabola creativa avviandosi sempre più verso la strada del "non ritorno", verso una dimensione "metafisica" e "religiosa" se vogliamo, non solo estetica, artistica , poetica, esistenziale.

Più volte, parlando di Coltrane nelle varie discussioni, anche in questa mi sembra, ho cercato di porre l'accento sugli aspetti molteplici e totalizzanti della sua musica "estrema" che diventa anche una sorta di passaggio verso una dimensione spirituale non del tutto umana.., una sorta di "medium" che ci porta le voci delle genti che furono, le genti del blues, del gospel, del jazz, di tutta la musica afroamericana.

Ai tempi (fine anni '60), proveniente da My Favorite Things e da altri epocali album Atlantic, Impulse, ecc, dopo aver felicemente superato il "traumatico" e "sudato" impatto con A Love Supreme, al colmo dell'esaltazione, pensai che quella era e sarebbe rimasta la definitiva, "folgorazione" coltraniana... oltre la quale... cos'altro ancora? ...

Infondate le mie preoccupazioni.., dopo A Love Supreme, il "nostro" iniziò un relativamente breve ma intensissimo percorso pieno di nuove "folgorazioni" che si concluse con la morte e che, azzardo.., solo con la morte si sarbbe potuto concludere.

Al riguardo vorrei riprende le ultime frasi dell'interessantissimo articolo di "Tracce di Jazz", così ricco di notizie, di immagini piuttosto rare, di informazioni toccanti sulla morte del grande musicista così scrivo e riservato.

"John Coltrane ha lasciato uno dei lasciti artistico-sonori più ricchi del XX secolo. Con una carriera che abbraccia poco più di un decennio, ha registrato alcune dozzine di album, lasciando  classici nei diversi stili che comprendono la sua musica, dall’hard bop all’avanguardia, dal modale al free jazz. Blue Train, Giant Steps, A Love Supreme, Ascension, Meditations e Interstellar Space [**] rappresentano e sintetizzano la sua evoluzione espressivo-discorsiva, presentano tutta la trasformazione della sua musica, con alcuni dei dischi più rappresentativi realizzati all’epoca, componendo un imponente pannello musicale e lasciando senza risposta la domanda più pressante: quale sarebbe stato il suo prossimo passo? Dove sarebbe andata a finire la musica di John Coltrane?"

[**mi permetto di includere altri dischi "miliari": il poderoso "Live at Village Vanguard, Again!"; "OM"; "Kulu Se Mama"; Stellar Regions"; "Live in Japan" con la stravolgente interpretazione di My Favorite things; "The Olatunji Concert: the last live recorsing" ... ndr]

La musica di Coltrane è finita nella musica di Coltrane. In tutte le musiche di Coltrane: di "prima" e di "dopo". L'"estrema" musica di Coltrane è la prima musica di Coltrane. Non c'è separazione bensì un "pensiero", un"espressione" ed una "spiritualità" che discendono da un progetto mentale e trasfiguratore antico ed unitario, fusi insieme a tutte le "voci" della storia del jazz, della musica afroamenicana. La forma si fa sempre contenuto in Coltrane, come dicevo sopra: forma organica - corpo ed anima in mirabile equilibrio tra di loro - la qule è molto di più di una "semplice" benchè grande costruzione d'arte: diventa la voce dei padri e dei figli, degli antichi spiriti, degli spiriti che furono e di quelli verranno... Ciò vale per tutti i grandi musicisti, di ogni genere musicle, a cui la morte ha tolto l'ultima parola ma non la prima, non quella di mezzo, neppure parola che verrà dopo affidata alla voce del "silenzio"...

Grazie per queste tue parole, piene di spunti cui riflettere e per chi vuole cui attingere per immergersi nella poetica di Trane...e non solo

  • Thanks 1
Inviato

Tre proposte non molto "diffuse" nel bel paese di Jazz vario 

la prima Sons of Kemet quartetto acustico con doppia batteria basso tuba e sax ( e altri strumenti a fiato)

la seconda ( di gran lunga la mia preferita)lo straordinario tastierista "smooth jazz" Brian Culbertson in un paio delle sue jam session nel suo studio con altri esponenti del genere.

la terza jazz-funk elettrico di Thundercat

 

 

 

  • Melius 1
analogico_09
Inviato
Il 7/8/2022 at 00:23, Kouros ha scritto:

In due parole :

con il modale possono bastare anche solo un paio di accordi ...

 

Anche per @luckyjopc Molto interessante questa pagina del web sulla differenza che c'è tra musica tonale e musica modale.  https://www.leoravera.it/musica-tonale-e-musica-modale/ 

Chissà quante volte avremo parlato del modalismo di KOB.., molto meno di quello di Coltrane e di Mingus... magari alle prossime puntate...

 

 


Lessi non ricordo dove che nel rispondere a non ricordo chi gli chiese cosa fosse il "modale", quale attinenza avesse con il suo "modo" di fare musica... Coltrane disse "semplicemente" che lui improvvisava sugli accordi.., che gli bastavano due accordi per costruire interminabili linee musicali modali sulle varie scale, alle quali poneva fine solo a causa delle limitate capienze dei dischi, perchè in concerto non avrebbe voluto "sequestrare" gli ascoltatori... Ad esempio la celeberrima canzonetta canzonetta "My Favorite Things" dir poco "rinobilitata" grazie al travològente trattamento "modale", nella prima e più famosa versione discografica registrata per l'etichetta Atlantic, è relativamente breve, a confronto con altre versioni live (o solo live.., non ricordo in questo momento se ne abbia incise altre in studio di registrazione, ma credo di no) che invece di si dipanano per lunghi, viscerali minuti, in forma lavica.., pura energia che sembra scaturire dalla viscere della terra... Ce ne sono altre, ne ho fatto cenno nell'ultimo post su Coltrane, la mia preferita è la versone contenuta nel "Live at Village Vanguard Again!". Quartettoi cambiato: J. Coltrane; Alice Coltrane sua consorte al piano; Rashied Alì alla batteria; con l'aggiunta di Pharoaha Sanders al sax e flauto; l'immenso Jimmy Garrison al basso, l'unico, fedelissimo, rimasto per compiere un vero miracolo dell'improvvisazione musicale nel lungo intenso, travolgente assolo "spagnoleggiante", "chitarristico", molto "mingusiano" che introduce la versione del brano suddetto.

 


Nel disco: Side A 15:10 Introduction to My Favorite Things  - Side B 21:24 My Favorite Things

 

In realtà è un brano unico, spezzato per esigenze discografiche... Ho segnato già l'inizo dell'introduzione... e non perdetevi la meravigliosa versione versione di Naima (dedicata da C. alla sua prima moglie) che apre il disco

 

 

 

 

 

  • Melius 1
analogico_09
Inviato
22 ore fa, ansonico ha scritto:

A proposito di Clifford Brown, l'altro giorno leggevo questa frase di Lester Bowie "If Clifford had live, I'd be working at the Post Office and Miles would be my supervisor."

 

 

Grande Lester Bowe aveva un gran senso dell'ironia e dell'"umiltà". Ai concerti dell'AEOC  col suo camice bianco da dottore o infermiere era sempre un grande animatore, musicale e "umorale"... 😄 Bei tempi.., fatemelo dire...

 

Dai.., rispolvero una delle foto che scattai a un concerto degli AEOC tanti anni fa.., una musica di oggi... Al basso si intravvede Malachi Favors, mi sfugge il nome del sassofonista...

Era musica, tatro, tribalità...

 

 

 

01AEOC001.thumb.jpg.bd1e242474e4dee561fd56d014666afb.jpg

 

 

  • Thanks 1
analogico_09
Inviato
1 ora fa, analogico_09 ha scritto:

Al basso si intravvede Malachi Favors, mi sfugge il nome del sassofonista...

 

 

Lampo di memoria.., al sax Arthur Blythe.

 

 

  • Thanks 1

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