Questo è un messaggio popolare. analogico_09 Inviato 30 Agosto 2023 Autore Questo è un messaggio popolare. Inviato 30 Agosto 2023 Se ne parlava nel topic degli ascolti vinilici, dovevo (si fa par dire... ) una risposta a @one4seven curioso di sapere cosa pensassi dell'album BIG FUN di Miles Davis che ai tempi della sua uscita, 1974, mi lasciò abbastanza freddo al punto che lo abbandonai per molto tempo al punto che ho dovuto riascoltarlo come se fosse la prima volta da Tidal non possedendo più nemmeno il vinile. Ascolto finalmente integrale che ho trovato davvero entusiasmante.., un "usato" come nuovo... ) Com'è vero che il tempo a volte cambi in noi certe vecchie prospettive... Il fatto è che il disco uscito nel 1974 conteneva in realtà a sedute effettuate nel '69, ai tempi di B. B. Miles Davis con suo funky molto più "acido", nervoso, sempre ammaliante, era andato parecchio avanti e nel '74 la musica di Big Fun a seguito di ascolti probabilmente superficiali mi era sembrata una ripetizione di quanto avevamo già assorbito restandone completamente soggiogati. Nel '73 ascoltai Davis al Pescara jazz suonare quella musica "aspra" davvero subcosciente, a tratti "demoniaca". Ora, a mente sgombra, quando ogni tipo di acque, non solo davisiane, siano già passata tutte sotto i ponti, tornando ai vecchi tempi con animo più tranquillo e "distaccato", ho potuto apprezzare in pieno il valore musicale del Big Fun che senza timore oserei definire un grande "classico" del Davis di quegli anni. B.B. non si discute.., ovviamente.., però questo doppio album anche in funzione del fatto che si ritrova a dover sostenere l'enorme, schiacciante "peso" del brodo di cagne, a maggior ragione esprime ancora oggi la sua grande originalità musicale, già creata e increata in una sola botta. Bisognerebbe entrare nel merito di ogni singolo brano, ma dovrò sintetizzate. Tutti magnifici, se proprio dovessi scegliere il brani da portare nell'isola deserta opterei per l'energico "Great Expectation" che apre alla grande gli ascolti, grande tensione ritmica, "accordale", tematica.., una sorta di summa dello spirito dell'intero progetto discografico. Poi passerei a "Lonely Fire" nel quale c'è c'è una forte espansione dell'intero gruppo - stellare, galattico, pazzesco ... "marcus miller" era ancora molto ma molto in là da venire.., se Dio vuole - che espande al massimo delle possibilità espressive e "formali" la straordinaria "narrazione" musicale, mentre Davis si pone prepotentemente al centro del "big bang" con le sue inafferabili folate liriche che fanno il fiato corto a chi cerca di inseguirle con la sensazione di correre sul filo di un affilatissimo rasorio... Mi vengono immagini thriller.., il "fuoco solitario" mi ubriacava col suo "freddo" calore... Nell'altro brano "Go Ahead John" Davis prende per se grande spazio dominando la scena senza soggiogarla anzi elevandola ai massimi livelli della musicalità con i suoi lunghi assoli alla tromba, con i temi lirici che si ritrovano per ricongiungersi con le sonorità poetiche di KOB, da KOB in avanti, fino e oltre BB, iniziando dalle note di "Bird of Paradise" che Davis "soffiava" con il torrenziale Parker negli anni ruggenti del BOP. Quando Davis "inventò" il cool clandestinamente e che non abbandonerà mai, presente ancora in BIG FUN e fino all'ultima nota del suo estermo concerto. Impressioni che ho provato così.., a caldo e che ho cercato di non far freddare troppo.., anche se forse con un po' più di freddezza e con un minor coinvolgimento emotivo avrei potuto dire qualcosa di più su questo disco straordinario. Magari ci si si ritorna su grazie anche agli interventi degli altri appassionati del nostro forum. 3 1
one4seven Inviato 30 Agosto 2023 Inviato 30 Agosto 2023 @analogico_09 guarda, io quando metto su questo disco, basta il giro di basso iniziale di Great Expectation, vado in brodo di giuggiole e non ci capisco più nulla 😂. Sono davvero poco attendibile se devo parlare di Big Fun. Forse butto troppa carne sul fuoco, ma secondo me c'è da rivalutare anche il doppio Get Up with It, che fu fortemente avversato da Davis, più che Big Fun. Ma la Columbia ci aveva visto meglio di Davis. 1
analogico_09 Inviato 30 Agosto 2023 Autore Inviato 30 Agosto 2023 @Gaetanoalberto Secondo me, non so cosa ne pensi tu, altri, come già detto la qualità audio penalizza molto l'ascolto, non sono un audiofilo che cerca il massimo delle sottigliezze, ma questo disco è molto sbilanciato sonoramente e la batteria sicuramente, in parte basso, invade il resto e non si riesce ad apprezzare una musica che benchè così "costretta" mi sembra eccellente, all'altezza dei due grandi geni del jazz, benchè avessero già dato prova della loro musicalità con gli stessi brani in altre incisioni, ma questo non toglie nulla alla intrinseca qualità delle performance. Credo che con un "trombone" che ti rimbonba dietro sarebbe difficili ascoltare anche la musica più celestiale del mondo. A meno che non sia una mia impressione.., per questo chiedo "soccorso"...
analogico_09 Inviato 30 Agosto 2023 Autore Inviato 30 Agosto 2023 1 ora fa, one4seven ha scritto: guarda, io quando metto su questo disco, basta il giro di basso iniziale di Great Expectation, vado in brodo di giuggiole e non ci capisco più nulla 😂. E che nun ce lo so... Da rivalutare Get Up with It e Star People.., di Davis non si butta niente! 1
gusgoose Inviato 7 Settembre 2023 Inviato 7 Settembre 2023 si era già parlato qui di Hank Mobley, con accenti molto avvincenti, io vorrei riportare non un disco, ma un brano, una ballad molto struggente "Fin de l'affair". Come tutte le composizioni di Mobley assolutamente mai suonate da altri, nessuna mai è diventata uno standard
damiano Inviato 8 Settembre 2023 Inviato 8 Settembre 2023 Il 30/8/2023 at 20:18, one4seven ha scritto: guarda, io quando metto su questo disco, basta il giro di basso iniziale di Great Expectation, vado in brodo di giuggiole e non ci capisco più nulla Forse volevi scrivere che vai in "brodo di cagne" (cit.) 😜 Ciao D. 1
minollo63 Inviato 15 Settembre 2023 Inviato 15 Settembre 2023 Ripropongo il post anche in questo thread, perchè pur sempre di jazz si tratta, magari non dei "soliti mostri sacri", ma ogni tanto bisogna guardarsi attorno per scoprire qualcosa di nuovo e di diverso... "Protect Your Light", quarto album della formazione statunitense degli Irreversible Entanglements, ovvero il collettivo avant (free) jazz guidato dalla poetessa Camae Ayewa (Moor Mother), esce marchiato Impulse!. Un disco in cui è prevalente la sfaccettatura di un sound militante, in continua espansione, come già ci avevano abituato dai lavori precedenti ma che è anche l’istantanea del persistente stato di grazia musicale, del gruppo. Ciao ☮️ Stefano R. 1 1
analogico_09 Inviato 15 Settembre 2023 Autore Inviato 15 Settembre 2023 2 ore fa, minollo63 ha scritto: ogni tanto bisogna guardarsi attorno per scoprire qualcosa di nuovo e di diverso... Grazie del contributo e del suggerimento, siamo tutt'occhi e tutte orecchie.., fanno circa 55 anni che mi nutro di novità.., tutto è "nuovo" anche i primi dischi di Armostrong, per chi li ascoltasse per la prima volta. Conosco questo gruppo, si rifà largamente, più "addolcite", alle imprese del free jazz "militante" anni 70, in parte '80, più iconoclastiche di Archie Sheep, Max Roach, Don Cherry, AEOC, Sun Ra , ecc, del quale questo gruppo ripropone il brano intitolato "Nuclear War" ... abbastanza interessante, senza voler paragonare con l'originale, è bene che vi sia chi riprenda queste forme musicali pressochè dimenticate, sperando che non ne venga svilita la carica "eversiva", il carattere "tribale", la straziante poesia intrisa di blues, di gospel, di soul. 1
Questo è un messaggio popolare. analogico_09 Inviato 16 Settembre 2023 Autore Questo è un messaggio popolare. Inviato 16 Settembre 2023 "Ascensore per il Patibolo" - Miles Davis Se ne parlava nel topic degli ascolti vinilici ed ho pensato di trasferirmi qui per queste ultime cose a corredo per non appesantire la pagina di quello spazio. https://melius.club/topic/484-il-disco-in-vinile-che-state-ascoltando-ora/?do=findComment&comment=959106 La traduzione google dei dialoghi tra il regista e l'intervistatore. Un docu un po' preparato.., ne vidi uno anni fa nel Tubo molto bello, girato in diretta, mentre Davis col gli altri del quartetto improvvisava lo score mentre scorrevano le immagini del film, non riesco più a trovarlo... >>Cosa sta succedendo esattamente qui? Miles Davis sta improvvisando sulle scene del mio film, vuoi dire che sta suonando basandosi sulle immagini che vede? Conosce le scene da quando ha visto il film e abbiamo discusso alcune idee. Quindi ora, con i suoi musicisti, giriamo il film per lui e lui registra. Non ha scritto niente? Qualunque cosa gli venga in mente? Domani potrebbe suonare qualcos'altro? Varia anche da ripresa a ripresa. - È una bella performance.<< 3
Gaetanoalberto Inviato 17 Settembre 2023 Inviato 17 Settembre 2023 Quasi quasi propongo una guardata in contemporanea con telecronaca e commento
Gaetanoalberto Inviato 17 Settembre 2023 Inviato 17 Settembre 2023 @analogico_09 ... jazz di Miles Davis che non è affatto jazz-rock o fusion... Comincio ad averlo ascoltato partendo più o meno dalle origini, ed in diversi lavori , fino ad avvicinarmi agli ultimi tempi. Penso che non si possa proprio dubitare, in nessuno dei suoo lavori, della solidissima natura jazz. Dopodiché recensioni e narrazioni cercano di raccontare la sua moderna capacità di affiancarsi ai tempi e lì, magari procedendo per semplificazioni, si accenna a note fusion o rock. Concordo però, ripetendomi, sulla solidissima natura jazz. Magari un Frank Zappa, con un percorso inverso, si avvicina a sfumature jazz, senza perdere la sua solidissima natura rock 😊. Apprezzerei comunque le aperture dei grandi artisti (oh, non metto Zappa sullo stesso piano neh), che si lasciano contaminare senza perdersi.
analogico_09 Inviato 17 Settembre 2023 Autore Inviato 17 Settembre 2023 8 ore fa, Gaetanoalberto ha scritto: ... jazz di Miles Davis che non è affatto jazz-rock o fusion... Allora, proviamo a riordinare le cose sennò non ci si capisce niente. Per chi legge ora, si tratta di un discorso sul Davis "elettrico", riassumendo: la sua musica è fusion o jazz, aggiungerei, entrambe le cose? - iniziato nel topic dei vinili ascoltati ora che era andato in ot e allora ci si è trasferiti qui. Per chi voglia capire posto i link degli interventi iniziati lì sulla questione che seguiteremo eventualmente a dibattere in questo topic dedicato al jazz. https://melius.club/topic/484-il-disco-in-vinile-che-state-ascoltando-ora/?do=findComment&comment=959391 https://melius.club/topic/484-il-disco-in-vinile-che-state-ascoltando-ora/?do=findComment&comment=959412 https://melius.club/topic/484-il-disco-in-vinile-che-state-ascoltando-ora/?do=findComment&comment=959483 https://melius.club/topic/484-il-disco-in-vinile-che-state-ascoltando-ora/?do=findComment&comment=959519
analogico_09 Inviato 17 Settembre 2023 Autore Inviato 17 Settembre 2023 Ora proverò a rispondere brevemente a @one4seven e a @Gaetanoalberto per ora senza entrare nel merito delle vostre specifiche osservazioni , è ora di cena.., si potrà riprendere. Una risposta sintetica per provare a spostare un po' l'ottica con la quale osservare la questione di cui trattasi potrebbe essere che non vada considerata solo la questione strettamente musicale, formale, estetica, stilistica ecc, per determinare il genere di apparteneza del trombettista, della sua musica, della sua "ispirazione", ma che a tal fine bisognerebbe riflettere in maniera più approfondita e circostanziata sull'apparteneza culturale, razziale, antropologica, psichica, immaginifica, "filosofica", poetica, "mentale", esistenziale del trombettiere Miles. Il quale fa parte del "popolo del blues", come musicista e come uomo nero "privato" entrambi intrisi di così tanto (kind of) blues nero, che non potrebbero, entrambi, che appartenere unicamente, radicalmente al jazz. Con alcuni "graziosi" ornamenti in rock che fanno il loro effetto presso la masse giovanili rocchettare e fusionarie verso le quali Davis intendeva andare per ragioni varie ma apriremmo un altro fronte della discussione.., rischieremmo di parlare anche di psicanalisi... 🧐 😅 Questo è jazz, puro jazz, "oltre" il jazz se volgiamo, ma cambiando l'etichetta resterebbe pur sempre la grande black music alla quale il rock ha sempre attinto e non già viceversa. I "ragazzi" del rock nell'isola di wight prima non capirono, poi ne restarono soggiogati.., e fu un trionfo di Davis suonando jazz nella "casa" del rock. 1
damiano Inviato 18 Settembre 2023 Inviato 18 Settembre 2023 10 ore fa, analogico_09 ha scritto: ma che a tal fine bisognerebbe riflettere in maniera più approfondita e circostanziata sull'apparteneza culturale, razziale, antropologica,...... psichica, immaginifica, "filosofica", poetica, "mentale", esistenziale del trombettiere Miles. Il quale fa parte del "popolo del blues.......... 10 ore fa, analogico_09 ha scritto: 🧐 😅 Questo è jazz, puro jazz, "oltre" il jazz se volgiamo, ma cambiando l'etichetta resterebbe pur sempre la grande black music alla quale il rock ha sempre attinto e non già viceversa. Ho fatto un po' di taglio e cucito perché la citazione mi era sembrata troppo lunga. Sottoscrivo al 100% , anzi la "black music" la citeri al 110%, a mo' di super-bonus.🙂 Ciao D.
Gaetanoalberto Inviato 18 Settembre 2023 Inviato 18 Settembre 2023 Qui un buon articolo sul momento del bellissimo evento ricordato da @analogico_09 https://www.jazzwise.com/features/article/miles-davis-at-the-1970-isle-of-wight-music-festival-what-really-happened Penso si possa dire che il coraggio di allargare la platea alle masse rockettare, senza rinnegarne l'anima profonda, abbia guadagnato alla causa del jazz molto di quel pubblico che oggi continua ad alimentarne la passione e l'interesse. 1
one4seven Inviato 19 Settembre 2023 Inviato 19 Settembre 2023 Il 17/9/2023 at 20:58, analogico_09 ha scritto: Questo è jazz, puro jazz, "oltre" il jazz se volgiamo, ma cambiando l'etichetta resterebbe pur sempre la grande black music alla quale il rock ha sempre attinto e non già viceversa. Dopo aver provato il Davis di Big Fun su di un impiantone in fiera (con scarsi risultati), rispondo alla questione. Ma certo che è jazz, però, a mio avviso, siamo anche "oltre" il jazz. Citavo sul 3d dei vinili, l'estrema psicheledia, non che l'"ambient" rarefatto (passatemi il termine) che Davis introduce nelle sue lunghe suite del periodo elettrico. Bhe.. ragazzi, il jazz fino ad allora non aveva mai espresso quel sound, quella estetica. Per cui, per definizione Davis è andato "oltre". Quella "roba", secondo me venne fuori attingendo al rock, però più che alla musica, al mondo del rock. Quindi, non meno importante, attingendo anche al mondo degli stupefacenti, che secondo me hanno avuto un bel ruolo nella sua mente. Ora, la disputa di chi ha attinto da chi, in vero non mi appassiona granchè. Io lo considero più un interscambio, e se vogliamo una "evoluzione da interscambio". Evoluzione, questo mi sembra il termine più adatto, dato che lo stesso Davis, ha sempre affermato che la sua "mission" era quella di esplorare nuove strade (musicali). Il disco che stava pubblicando oggi, lo considerava già vecchio e sorpassato. E questo la dice lunga...
Berico Inviato 19 Settembre 2023 Inviato 19 Settembre 2023 Il 26/8/2023 at 00:40, analogico_09 ha scritto: Grazie Berico, in quale momento della discussione avremmo fatto bene ad asumere il maalox nel parlare di tonale e modale? 😄 Perdona il mio ritardo, non certo tu hai bisogno del maalox almeno per passare dal tonale e il modale, ma noto che sta cosa dello svincolo e semplificazione al fine di liberare la musica sembra un pò controintuitivo, certo è da contestualizzare storicamente e politicamente, e probabilmente è anche più complesso di quel che sembra probabilmente. Mi permetto per chi si avvicina all jazz di inserire due link per chi volesse ampliare la comprensione, oltre a quella musicale, anche quella della sfera sociale e teorica. Ovviamente sono una breve infarinatura. https://www.ultimavoce.it/1959-kind-of-blue-the-shape-jazz-to-come/ e poi questo su George Russell che considero un genio assoluto https://ilmanifesto.it/george-russell-il-teorico-del-jazz che con il suo "The jazz workshop" è nella mia top 5 sicuro.
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