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Jazz!


analogico_09

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analogico_09
Inviato

 

Delmark, una piccola ma agguerrita etichetta discografica US con un catalogo prevalentemente focalizzato sul free-jazz, avant-garde,  due perle del sassofonista, polistrumentista "Kalaparusha Ahra Difda (Maurice McIntyre)" : Humility In The Light Of Creator (1969) e Forces And Feelings (1972)
Da ascoltare insieme. Registrati in date diverse, con musicisti diversi, i due album (le mie sono prime e “rare” stampe) hanno in comune il lirico accento musicale che trascende gli stili e le “forme” per farsi voce, espressione, linguaggio dello spirito. Il pensiero corre “istintivamente” a Coltrane benché la musica di Kalaparusha non sia di diretta discendenza coltraniana, mentre forti affinità elettive, pur nei diversi stili e percorsi linguistici, si ravvisano tra i due poeti/“sacerdoti” della musica afroamericana che ha le sue radici nella madre Africa lontana nel tempo e dal luogo, viva nel ricordo, cromosomica presenza antropologica, psichica, culturale.
Ciò  che ritroviamo anche in McIntyre è l’antico pathos, l’evocazione dei rituali tribali senza tempo; la tensione mistica, l’”umile” afflato religioso rivolto a una divinità non confessionale, assoluta, cosmica, dalla quale scaturisce l’”amore supremo", la luce del creatore: "Humility in The light of Creator",  titolo del primo disco e di un suo brano. Credo sia bene citare anche la celebre composizione di Pharoah Sanders che si muove negli analoghi territori della spiritualità, intitolato "The Creator has a Master Plan". Etc.
Parlare in maniera più approfondita e specifica di Kalaparusha, della sua musica, dei musicisti che lo accompagnano nelle due tappe dell’unico, straordinario cammino musicale, richiederebbe molto tempo e capacità che so di non possedere, quindi mi limito a tratteggiare un profilo schematico che possa perlomeno rendere una pur vaga idea di quello che è il mondo musicale del “Nostro”. Gli ascolti delle sue musiche potranno dire delle stesse ciò che non è possibile comunicare a parole.

 

 

Bass – Fred Hopkins

Drums – Wesley Tyus

Guitar – Sarnie Garrett

Tenor Saxophone, Clarinet, Flute, Bells – Kalaparusha Ahra Difda

Vocals – Rita Omolokun

 

 

"Fifteen Or Sixteen", un pezzo magico, misterioso, viscerale, dall'album "Foces and Feeling", si ascolta l'inteso canto della spledida vocalist Rita Omolokun, sensuale e spirituale in una.
 

 


 

 

Par condicio... un brano da "Humility" ... Pluto Calling

 

 

 

  • Thanks 2
Inviato

Per quanto mi riguarda faccio sempre un po’ di fatica ad accostarmi al jazz e quando ciò avviene c’è sempre un certo timore reverenziale dovuto alla mia scarsa conoscenza su questo genere musicale. Ciò non toglie che ogni tanto sia in grado di apprezzare anche della musica che proviene da questi territori, soprattutto se si tratta di nuovi artisti.

È il caso del trombettista greco, ma ormai trapiantato a Bruxelles da tempo, Andreas Polyzogopoulos che si ripresenta su disco in trio. Al suo fianco questa volta suonano il contrabbassista Petros Klampanis, suo connazionale e l’ormai imprescindibile pianista tunisino Wajdi Riahi con il suo “tocco divino”.

Lirismo, dolcezza e finezza melodica, che non dimentica mai un groove quasi onnipresente, sono certamente le parole che meglio definiscono questo album intitolato "Petrichor" (il cui significato ha un che di romantico <<l’odore della pioggia estiva sulla terra asciutta>>).

Il senso della melodia è evidente in Polyzogopoulos e il suo tocco delicato e controllato non può che fornire una rassicurante sensazione di felicità nell’ascoltatore.

spacer.png

Ciao ☮️ 

Stefano R.

 

  • Melius 1
  • Thanks 1
Gaetanoalberto
Inviato
2 minuti fa, minollo63 ha scritto:

faccio sempre un po’ di fatica ad accostarmi al jazz e quando ciò avviene c’è sempre un certo timore reverenziale dovuto alla mia scarsa conoscenza

Non preoccuparti, se lo faccio io puoi farlo anche tu. Lasciati andare.

  • Thanks 1
Inviato

@Gaetanoalberto spero di aver suscitato un po’ di curiosità almeno in qualcuno :classic_wink:… poi si vedrà !

Ciao ☮️ 

Stefano R.

  • 2 settimane dopo...
giorgiovinyl
Inviato
Il 16/4/2024 at 19:59, analogico_09 ha scritto:

Liberation Music Orchestra (1970)

Disco non facile ma bellissimo, la cosa che mi fa impazzire è che parte dalle marce o canzoni della guerra civile spagnola e poi si sfocia nel free. Ce l'ho in cd ma sono fortemente tentato da prenderlo anche in vinile. Sono in trattative per una prima stampa USA.

Inviato
15 ore fa, analogico_09 ha scritto:

All'interno dei brani, quando deflagrano le "cariche" improvvisative che "frammentano" armonie, melodie, ritmi, tonalità, i suoni stessi che diventano voci, lamenti grida umano,, il tema andrà ricercato e riconosciuto dai suo subcoscienti "embrioni", in un magma sonoro dal quale se ne esce o bruciati, oppure "battezzati" per sempre alla musica del grande John Coltrane prima, seconda e terza "stagione".

Le cose che mi piacciono. È questa, a mio giudizio la versione più coltraniana della melodia mainstream che suona zumpapá. Il contributo di Sanders è non misurabile, nel senso che è va oltre ogni possibile tentativo di valutazione perché è la foto (still) del travaglio che esplode in maniera immaginifica. Hai ragione:  si diventa "credenti" o ....

@analogico_09 disco imprescindibile e ottimo commento

Ciao

D.

 

  • Melius 1
analogico_09
Inviato

@giorgiovinyl  Però, Giorgio, non è un free ostico.., d'altra parte il disco è l'espressione di uno "stile" piuttosto dominante all'epoca, al quale aderiscono molti musicisti, tra i più grandi. Lo stesso Coltrane aveva "scardinato" armonie, melodie, tonalità... Compralo in vinile, è una pietra miliare del jazz dell'"impegno".., mi si passi la coatta definizione  anche un po' vera...

giorgiovinyl
Inviato
3 ore fa, analogico_09 ha scritto:

Però, Giorgio, non è un free ostico.., d'altra parte il disco è l'espressione di uno "stile" piuttosto dominante all'epoca, al quale aderiscono molti musicisti, tra i più grandi. Lo stesso Coltrane aveva "scardinato" armonie, melodie, tonalità... Compralo in vinile, è una pietra miliare del jazz dell'"impegno".., mi si passi la coatta definizione  anche un po' vera...

Ma infatti mi piace... anzi ai tempi lo comprai a scatola chiusa perché mi intrigava il concetto dietro al disco... quanto al vinile  stavo già prendendo una stampa italiana ad una fiera del vinile ma mi era stata promessa una stampa USA da un amico-appassionato-esperto-pusher che però sembra vere problemi al lato A... deve provarla a lavarla ad ultrasuoni...

analogico_09
Inviato

 

3 ore fa, damiano ha scritto:

Il contributo di Sanders è non misurabile, nel senso che è va oltre ogni possibile tentativo di valutazione perché è la foto (still) del travaglio che esplode in maniera immaginifica.


Probabilmente c'eri anche tu al Teatro Iovinelli ad ascoltare  per la prima ed ultima volta Pharoah Sanders, non ricordo l'anno.., verso i primi del 2000?

Un Pharoah ombra di se stesso.., giocava con tutti i "generi", strumenti elettroncia, rock, funky, mistica, maniera, mi sembravano tante ammucchiate. Un gruppo niente di che.., c 'era anche Denardo Coleman, figlio di Ornette alla batteria,  oppure Matthew Justin Garrison, il figlio di Garrison  al basso.., paradossale ma ho i ricordi confusi ... :classic_tongue: rimosso... Insomma dopo l'intervallo io e un mio amico ci deflilammo.., unica volta credo in cui abbia abbandonato un concerto jazz... se la musica mi irrita non riesco a sopportarla.., magari se è mediocre ma indolore pure pure.., ma se viole esssere alta senza i requisiti.., mi urta. Io credo che quando la vena creativa sia finita, dopo aver dato molto alla musica, a se stessi, al pubblico, sarebbe meglio fare pace col fatto che non si abbia più nulla di interessante da dire.

Ovviamente non ho smesso di apprezzare ed ammirare ciò che Sanders aveva realizzato prima con Coltrane e con i suoi gruppi.

analogico_09
Inviato
2 ore fa, giorgiovinyl ha scritto:

stavo già prendendo una stampa italiana ad una fiera del vinile ma mi era stata promessa una stampa USA da un amico-appassionato-esperto-pusher che però sembra vere problemi al lato A... deve provarla a lavarla ad ultrasuoni...

 

Me ne avevi parlato, si spera che il problema del disco sia lo sporco intasato nei solchi e non graffi che purtroppo rimarrebbero. Poi ci dirai...

Inviato
21 ore fa, analogico_09 ha scritto:

Probabilmente c'eri anche tu al Teatro Iovinelli ad ascoltare  per la prima ed ultima volta Pharoah Sanders, non ricordo l'anno.., verso i primi del 2000?

Certo che c'ero 🙂, mi pare fosse febbraio o marzo, anche io ho ricordi confusi. Ci sono andato per dar retta a mio fratello, anche lui appassionato di jazz, perché le ultime prove discografiche non prevedevano nulla di buono. Musica...che faccio, lo dico?...? direi new age, grandi soffiate non più rabbiose ma addomesticate.....

Ciao

D.

Inviato
Il 27/4/2024 at 15:35, giorgiovinyl ha scritto:

Ma infatti mi piace... anzi ai tempi lo comprai a scatola chiusa perché mi intrigava il concetto dietro al disco... quanto al vinile  stavo già prendendo una stampa italiana ad una fiera del vinile ma mi era stata promessa una stampa USA da un amico-appassionato-esperto-pusher che però sembra vere problemi al lato A... deve provarla a lavarla ad ultrasuoni...

Io ho la prima stampa italiana del 74; proviene da una collezione che avevamo rilevato io e il mio figlioccio … poi lui ha venduto tutto 😔

giorgiovinyl
Inviato
4 minuti fa, gorillone ha scritto:

Io ho la prima stampa italiana del 74; proviene da una collezione che avevamo rilevato io e il mio figlioccio … poi lui ha venduto tutto 😔

Potevi lasciarlo al tuo figlioccio! L’alternativa è prendere una stampa italiana… anzi l’avrei già presa alla fiera del disco ma mi era stata promessa questa stampa USA ad un prezzo di non molto superiore…

Inviato
1 minuto fa, giorgiovinyl ha scritto:

Potevi lasciarlo al tuo figlioccio! L’alternativa è prendere una stampa italiana

Se l’avessi lasciato a lui … l’avresti già ricevuto 😉

giorgiovinyl
Inviato
1 minuto fa, gorillone ha scritto:

Se l’avessi lasciato a lui … l’avresti già ricevuto 😉

Appunto! 😱😂

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