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Jazz!


analogico_09

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analogico_09
Inviato

@damiano  Infatti, i travisamenti di ciò che intendesse dire esattamente Monk sono ad opera di certi "critici" da social improvvisati che sanno tutto dei dischi e poco della musica, da una certa critica "rampante" che la deve dire strana per farsi leggere da un pubblico sprobvveduto e influenzabile. Diciamo le cose come stanno.

Il disco che posti è eccezionale, Steve Lacy, "monkiano" di ferro,  più famoso dello straordinario trombonista Roswell Rudd che fu costretto a fare il tassinaro in una N.Y.,se non ricordo male, ingenerosa con i suoi artisti...

Monk è stato  un po' il "padre" del post bop, della new think, del free, del jazz/psychedelia ed altre avant-garde..., dove la "rivoluzione" è un fenomeno estetico-linguistico corale che si sviluppa gradualmente e in diverse forme verso molteplici direzioni.  E questo significa semplicemente che i padri sono importanti quanto i figli, i quali, a meno di non essere delle indegne teste di legno , i padri se li potrebbero "mangiare", dove, non dovesse ciò succedere, sarebbe un male...

Cè un progetto concertistico e discografico fantastico INTERPRETATIONS OF MONK   [Recorded at the Wollman Auditorium, Columbia University, New York, November 1, 1981. Two different concerts 3:00 pm (CD1-2) and 7:30 pm (CD3-4), introductory Nat Hentoff, con la presenza del poeta, scrittore, drammaturgo, musicoilogo, musicsta, "rivoluzionario", etc  Amiri Baraka alias Le Roy Jones]  attraverso il quale i vari "figli" del Monaco rendono omaggio  a tanto "padre". Attraverso 4 CD si alternano 4 pianisti - Muhal Richard Abrams; Barry Harrtis; Antony Davis; Mal Waldron - ciascuno alla testa di comprimari del calibro di Don Cherry; Steve Lacy; Charlie Rouse; Roswell Rudd; Ben Riley; Ed Blackwell; Amiri Baraka, voice. Tutti alle prese con i brani più o meno celebri di Monk. La scaletta compoleta in Discogs
Invidio chi sia stato presente a quella maratona delle meraviglie musicali ma mi accontento di poter ascoltare le musiche dai 4 CD che a fatica riuscii a rimediare ai tempi; oggi in è Discogs usato con quotazioni elevate.

C'è tuttavia san YouYube che vede e provvede e offre a tutti la possibilità popoplare di ascoltare l'intero progetto con un buon audio 
 

 

CD 1 e 2 (Abrams e Harris / scaletta  1-9, con Abrams, Poetry By Amiri Baraka - prego chi capisce l'inglese di ascoltare e magari fare una sintesi per gli "idiosincrasici" con l'anglo-lessico qual è il sottoscritto ) 

 

 


CD 3 e 4  (Davis e Waldrom) 
 

 

  • Thanks 1
analogico_09
Inviato

Ancora c proposito di Ornette Coleman, prendo spunto dall’intervento di @Gaetanoalberto nel topic degli ascolti vinilici (https://melius.club/topic/484-il-disco-in-vinile-che-state-ascoltando-ora/?do=findComment&comment=1198918), il quale mi pare riassuma la lunga e approfondita analisi, forse un po' troppo "certosina” presente nem web, da egli stesso segnalata (https://verrina.it/wp/2023/08/06/laltra-faccia-di-ornette-coleman-virgin-beauty-1988-portrait-records/), per tornare sull’album “Virgin Beauty” realizzato dal musicista texano nel 1988, sul quale, per fattori extra musicali ma non del tutto estranei alla musica, è recentemente ricaduta la mia attenzione.
Penso anch'io che questo disco di Coleman sia piacevolmente apprezzabile. Benchè "assediato" dai vari elementi di "confine" più o meno "clandestini" che sembrano discostarsi al primo ascolto dal carattere "fondante" colemaniano innovativo e germinale e giammai statico, per il quale il musicista texano viene celebrato come uno dei più importanti "snodi" della storia del jazz, la musica contenuta i Virgin Beauty, tolti i "mascheramenti" [forse non fu scelta a caso la "strana" immagine della cover... poi ci arrivo]  resta puramente colemaniana.
Questa mistura di pop/rock, funky, hip op, etc, mista a quella, non aliena la "passione" del nostro", né lo spirito musicale, lo stile, la forma, il "lessico" pur con qualche rivisitazione sintattico-grammaticale e con l'apporto di sonorità e strumenti "ospiti".
In questo progetto musicale in "maschera" risuonarono frasi e note spesso sofferte, strazianti e liriche che ascoltiamo nei precedenti "Crisis", "Science Fiction", "The Art of the Improvisers" The SHape of Jazz to Come, nello struggente brano "Lovely Woman" e in altri album e brani capitali di Ornette Coleman, capolavori del jazz e della musica del ‘900. Questo a mkio avviso fa di "Virgin Beauty" un album assolutamente da rivalutare.

 

 

 

  • Thanks 1
analogico_09
Inviato

segue da sopra...

 

 

Ma i motivi che mi portano a riparlare dell’album sono di natura cinematografica. Una curiosità. Nel senso che ho infine scoperto attraverso un documentario di Werner Herzog rivisto recentemente cosa rappresenti la front cover in black speculare e contraria alla back cover in White … Ho sempre pensato che si trattasse di un “concept” polemico e sarcastico, allusione alla eterna dicotomia razziale e culturale del Black & White contrapposti, che l’immagine delle giovani “bellezze vergini” africane fosse una sorta di fotomontaggio grottesco ed irridente: più realistica benché “stravagante” l’immagine delle donne “bianche” (Photography By [Front Cover] – Angela Fisher - Photography By [Inner Sleeve] – David Gahr)
E invece… scopro che le “belle vergini” sono degli uomini en travesti

Vediamo… da wiki

MC0xMzkwLmpwZWc.jpeg

**Wodaabe - I pastori del sole (Wodaabe - Die Hirten der Sonne. Nomaden am Südrand der Sahara) è un film documentario del 1989 diretto da Werner Herzog.
un ritratto della tribù sub-sahariana dei Wodaabe dell'etnia Fulani, che si autoconsidera come "la gente più bella del mondo". Le tribù a loro vicine però li disprezzano chiamandoli "Bororo", che significa "pastori in cenci".
Questo popolo nomade di allevatori di bestiame vive nel Sahel occidentale e si muove principalmente tra il Niger meridionale e la Nigeria settentrionale alla ricerca di nuovi pascoli. In base a quello che racconta un anziano durante il documentario, il suo gruppo sarebbe originario del Kajauri e migrato in seguito a Tahoua e ad Asbin.
Dopo la stagione delle piogge, a settembre, si radunano per una festa chiamata Gerewol. I ragazzi si truccano, mettendo in evidenza il bianco dei denti e del bulbo oculare, si vestono con abiti dai colori vivaci e cercano di attrarre l'attenzione delle ragazze presenti. Queste ultime devono infatti scegliere fra di loro i più belli con cui avere un'esperienza amorosa.
**


Quindi ANCHE anche nella back cover (Photography By [Back Cover] – The Collection Of Prince Jean Louis Faucegney) la situazione “barocca” potrebbe assume significati altrettanto  “controversi” ?


NS00Mzc4LmpwZWc.jpeg


Nel Tubo c’è uno spezzone del documentario, filmati del  “concorso” di bellezza atipico nel quale si canta, c’è musica e danza, pertanto si torna al “tribalismo” afro arcaico che torna nella musica afroamericana, nel jazz, nella musica di Ornette Coleman con gli “aggiornamenti” del caso ….

 

 

 

  • Thanks 1
giorgiovinyl
Inviato
Il 17/5/2024 at 12:34, analogico_09 ha scritto:

Ne parlavo anche l'altro ieri con un amico appassionato di jazz, non sapevo che Davis non apprezzasse Coleman - Ornette immagino. Avevo però letto da fonte scrasamente attendibile che fosse Teloniuos Monk  a dis-prezzare l'autore di "Free Jazz". La cosa mi appare improbabile dal momento che tra Monk e Coleman esistessero delle affinità per quanto riguarda la maggiori libertà linguistico-formale ed espressiva sui fronti "armonico-tonali", più o meno radicali, pur nei differenti stili.

Sto finendo di leggere la bella biografia di Miles Davis scritta da Ian Carr, trombettista scozzese, e vi posso riferire.

Rileggendo il blindfold test condotti da Down Beat, Miles già negli anni 50 rispettava musicisti come Ellington ma criticava i jazzisti più routinieri. Poi ebbe una svolta non sopportava il movimento free Coleman non ricordo ma sicuramente Shepp.

Ma criticò terribilmente anche Eric Dolphy.

Poi a anni 60 inoltrati smise praticamente di ascoltare il jazz, Leonard Feather che andò a intervistarlo, di non trovare alcun disco di jazz tra quelli che Miles ascoltava. Cito a memoria The Byrds, Fifth Dimension musica soul.

Evidentemente stava sviluppando in suo concetto di musica black r non voleva essere ingabbiato nella definizione di jazz, che riteneva un'etichetta creata dai bianchi.

Da questo punto di vista non sarebbe stato d'accordo con il titolo del thread...:classic_smile:

 

giorgiovinyl
Inviato
Il 17/5/2024 at 12:43, campaz ha scritto:

per quelle che sono le mie letture (scrivere la discografia che ti avevo inviato ha qualche effetto collaterale positivo, devi studiare!) Monk avrebbe dichiarato, dopo aver sentito il primo Ornette, qualcosa come “io quelle cose lì le ho sempre suonate senza ricamarci sopra una teoria rivoluzionaria”. Appena posso cerco la fonte e la riporto…

Anche io mi ricordo qualcosa del genere, ma non riesco dove l'ho letto online, ricordo "le cose che fa Ornette io le facevo molti anni prima di lui, ma un brano qui un brano là, senza bisogno di farci un'intero disco...

giorgiovinyl
Inviato
Il 17/5/2024 at 13:36, analogico_09 ha scritto:

ma ho smarrito quella bella corposa discografia jazz, me la rimanderesti per favorer?

 

Il 17/5/2024 at 12:43, campaz ha scritto:

scrivere la discografia che ti avevo inviato ha qualche effetto collaterale positivo, devi studiare

mi aggiungo anche io alla lista :classic_smile:

giorgiovinyl
Inviato

Questo articolo del Guardian però depone contro il fatto che a Monk piacesse la musica di Ornette Coleman.

C'è pure quello che disse di Eric Dolphy Miles Davis 

When Miles Davis first heard the music of Eric Dolphy, a key figure in the free jazz movement, he described it as “ridiculous”, “sad” and just plain “bad”

https://www.theguardian.com/film/2021/sep/07/fire-music-history-free-jazz-documentary

analogico_09
Inviato
1 ora fa, giorgiovinyl ha scritto:

Da questo punto di vista non sarebbe stato d'accordo con il titolo del thread...:classic_smile:

 

 

Ce ne saremmo fatta una ragione.  Davis era molto contraddittorio, un personalità controversa, difficile, arrivò a dire in un'intervista che ascoltai dalla TV tanti anni fa che tutta la musica che aveva suonato prima della svolta elettrica, prima del '69/70, era letteralmente,"cacchetta". Se cerchi troverai in queste stesse pagine dedicate al jazz, che tale resta: JAZZ ... con buona pace del "divino" di cui amo la musica, il profilo umano, correlato a quello artistico, che provai a tracciare in maniera un po' approfondita e circostanziata, sempre dal mio punto di vista e anche su base esperenziale, da ciò che avevo osservato da vicvino, avendolo ascoltato molte volte dal vivo sempre molto attento e curioso anche sul fronte delle sue vicende umane e artistiche da quando scopertolo nella metà degli anni '60 non lo mollai più.

Ri-suggerisco di confrontarci sulle nostre idee ed opinioni, sensazioni, anche sui libri ma di dopo aver filtrato attraverso le nostre conoscenze ciò che dice il libro, non facendoci filtrare dai libri...

 

39 minuti fa, giorgiovinyl ha scritto:

Questo articolo del Guardian però depone contro il fatto che a Monk piacesse la musica di Ornette Coleman.

C'è pure quello che disse di Eric Dolphy Miles Davis 

When Miles Davis first heard the music of Eric Dolphy, a key figure in the free jazz movement, he described it as “ridiculous”, “sad” and just plain “bad”

https://www.theguardian.com/film/2021/sep/07/fire-music-history-free-jazz-documentary

 

Davis ha detto, Sheep ha detto, Monk ha detto, Dolphy non ha detto.., ma chissene  di  quello che scrive il Guardiano.., scusa Giorgio, già abbiamo dato con le dichiarazioni "suggestive" e sommarie che rischiano di diventare gossip, hai per caso letto gli ultimi interventi al riguardo, mi piacerebbe che ci confrontassiomo ancora con tale spirito, sugli aergomenti,  se possibile, ovviamente. Non mi pare il caso di dover stare qui a smentire Davis che scrive solenni caCChiate su uno dei più grandi musicisti del jazz, della musica tutta, qual era Eric Dolphy? Davis giggioneggiava.., faceva le bizze da star.., rivestiva un ruolo, una maschera.., in realtà Davis non era così nel profondo.. era essenzialmente tagico nel senso "patetico" pathos, del termine. Ste cose le diceva per i libri, riviste che devono vendere e ci sguazzano con le gossippate perchè è quello che viuole la maggior parte del pubblico e lettori. .
Le citazioni vanno bene, ne faccvio anch'hio, ma di quelle plausibili, realistiche,  in maniera pertinente rispetto alla questione trattata, vanno circostanziate, correalate a quella. Sennò qui famo la rubrica delle "spigolature"... o del "Lo sapevate che?"... invece dovremmo parlare di musica, di jazz, dei musicisti quel che  suonano e come lo suonano, non quel che dicono riportato in maniera spuria.

Per giocare un po' ma non troppo può andar anche bene... :classic_wink:

analogico_09
Inviato

Una delle contraddizioni di Davis. Rinnegava tutta la sua musica "passata" però pochi giorni prima della sua dipartita accettò l'invito di Quincy Jones di suonare a Montreux i suoi cavalli di battaglia "tradizionali".., e cone suonò.. ne ho parlato recentemente qui ... In ogni caso non smise mai di essere se stesso Davis.., riproponeva sempre la sua "espressione" profonda e lirica sotto i lustrini e le parrucchine... atteggiandosi a compassata star rocchettara... Era "triste".., il razzismo, anche.., aveva segnato anche lui che era ricco, celebrato, osannato, proveniente da una famiglia abbiente.., eppure... per questo lo amavo, l'uomo e la sua musica, quindi gli perdonavo le stromabazzare che ogni tanto diceva.., un poì meno di lui, anche Mingus era "saturnino".., per non parlare di Parker.., etc etc all'infinito... tutta la storia del jazz è contrassegnata da tante "burlette" oltre le quali venivano edificati i capolavori musicali "serissimi" del '900.

 

 

 

 

 

 

 

 

Inviato
10 ore fa, giorgiovinyl ha scritto:

mi aggiungo anche io alla lista

 

hai un messaggio privato, ma non attenderti nulla di importante: non sono Polillo 2.0 :classic_biggrin:

  • Haha 1
analogico_09
Inviato
3 ore fa, campaz ha scritto:

ma non attenderti nulla di importante: non sono Polillo 2.0 :classic_biggrin:

  Sei anche meglio se è per questo..  :classic_laugh: hai realizzato un bel gran lavoro.

  • Thanks 1
Inviato

Resto sempre dell opinione che l artista valga sempre di più della persona.

  • Melius 1
Inviato

@campaz potrei avere anche io la tua lista? 

Grazie in anticipo

Ciao

D.

giorgiovinyl
Inviato
14 ore fa, campaz ha scritto:

hai un messaggio privato, ma non attenderti nulla di importante: non sono Polillo 2.0

Te l’ho già scritto in privato… veramente un ottimo lavoro…

  • Thanks 1
Inviato

@damiano hai un messaggio privato, purtroppo il documento supera (seppur di poco) la dimensione massima consentita su questa piattaforma e quindi ho bisogno della tua mail per poterlo condvidere. ciao e grazie

  • Thanks 1
analogico_09
Inviato
7 ore fa, damiano ha scritto:

Io penso, e concludo il pippone galattico, che RTF sia un'altra prova del genio di Corea, artista a tutto tondo capace sempre di fare la cosa giusta al momento giusto, nella vita come nell’improvvisare sul piano.

 

Ad avercend di più di "pipponi" del genere così artricolati e informati sui fatti ottimamante commentati.

Chicco_Rea ... :classic_biggrin: è davvero un grande eclettico che ha attaversato praticamente tutti i generi, perfino la "classica". Hai ripercorso quasi l'inytera carrirera del nostro., ricordando le tappe, gli stili...

 

7 ore fa, damiano ha scritto:

incontrando Airto Moreira e sua mogle Flora Purim, entrambi brasiliani e siamo nel 72, sia scattata la scimmia della passione per le sonorità brasiliane.

 

rese  anchde omaggio al "modale" ispanico con la celebre composizione Spain, ed altro.., qui interpretata dagli eccellenti Michel Camilo pianista sudamericano e dal chitarrista flamenco Tomatito che fu grande accampagnatore del cantaor di flamenco Camaron de la Isla, insieme e dopo Paco de Lucia.

C'è, un po' a conferma della universalità dell'immaginifico musicale di Corea "consonante" anche con un brando di classica così celebre ed amato, una intro, sorta di "fantasia" con le note del concierto de Aranjuez, prima che esploda all'improvviso il brano di Corea eseguito dalla insolita combinazione di strumentri.
 

 


 

  • Thanks 2

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