analogico_09 Inviato 18 Maggio 2024 Autore Inviato 18 Maggio 2024 @damiano Infatti, i travisamenti di ciò che intendesse dire esattamente Monk sono ad opera di certi "critici" da social improvvisati che sanno tutto dei dischi e poco della musica, da una certa critica "rampante" che la deve dire strana per farsi leggere da un pubblico sprobvveduto e influenzabile. Diciamo le cose come stanno. Il disco che posti è eccezionale, Steve Lacy, "monkiano" di ferro, più famoso dello straordinario trombonista Roswell Rudd che fu costretto a fare il tassinaro in una N.Y.,se non ricordo male, ingenerosa con i suoi artisti... Monk è stato un po' il "padre" del post bop, della new think, del free, del jazz/psychedelia ed altre avant-garde..., dove la "rivoluzione" è un fenomeno estetico-linguistico corale che si sviluppa gradualmente e in diverse forme verso molteplici direzioni. E questo significa semplicemente che i padri sono importanti quanto i figli, i quali, a meno di non essere delle indegne teste di legno , i padri se li potrebbero "mangiare", dove, non dovesse ciò succedere, sarebbe un male... Cè un progetto concertistico e discografico fantastico INTERPRETATIONS OF MONK [Recorded at the Wollman Auditorium, Columbia University, New York, November 1, 1981. Two different concerts 3:00 pm (CD1-2) and 7:30 pm (CD3-4), introductory Nat Hentoff, con la presenza del poeta, scrittore, drammaturgo, musicoilogo, musicsta, "rivoluzionario", etc Amiri Baraka alias Le Roy Jones] attraverso il quale i vari "figli" del Monaco rendono omaggio a tanto "padre". Attraverso 4 CD si alternano 4 pianisti - Muhal Richard Abrams; Barry Harrtis; Antony Davis; Mal Waldron - ciascuno alla testa di comprimari del calibro di Don Cherry; Steve Lacy; Charlie Rouse; Roswell Rudd; Ben Riley; Ed Blackwell; Amiri Baraka, voice. Tutti alle prese con i brani più o meno celebri di Monk. La scaletta compoleta in Discogs Invidio chi sia stato presente a quella maratona delle meraviglie musicali ma mi accontento di poter ascoltare le musiche dai 4 CD che a fatica riuscii a rimediare ai tempi; oggi in è Discogs usato con quotazioni elevate. C'è tuttavia san YouYube che vede e provvede e offre a tutti la possibilità popoplare di ascoltare l'intero progetto con un buon audio CD 1 e 2 (Abrams e Harris / scaletta 1-9, con Abrams, Poetry By Amiri Baraka - prego chi capisce l'inglese di ascoltare e magari fare una sintesi per gli "idiosincrasici" con l'anglo-lessico qual è il sottoscritto ) CD 3 e 4 (Davis e Waldrom) 1
analogico_09 Inviato 18 Maggio 2024 Autore Inviato 18 Maggio 2024 Ancora c proposito di Ornette Coleman, prendo spunto dall’intervento di @Gaetanoalberto nel topic degli ascolti vinilici (https://melius.club/topic/484-il-disco-in-vinile-che-state-ascoltando-ora/?do=findComment&comment=1198918), il quale mi pare riassuma la lunga e approfondita analisi, forse un po' troppo "certosina” presente nem web, da egli stesso segnalata (https://verrina.it/wp/2023/08/06/laltra-faccia-di-ornette-coleman-virgin-beauty-1988-portrait-records/), per tornare sull’album “Virgin Beauty” realizzato dal musicista texano nel 1988, sul quale, per fattori extra musicali ma non del tutto estranei alla musica, è recentemente ricaduta la mia attenzione. Penso anch'io che questo disco di Coleman sia piacevolmente apprezzabile. Benchè "assediato" dai vari elementi di "confine" più o meno "clandestini" che sembrano discostarsi al primo ascolto dal carattere "fondante" colemaniano innovativo e germinale e giammai statico, per il quale il musicista texano viene celebrato come uno dei più importanti "snodi" della storia del jazz, la musica contenuta i Virgin Beauty, tolti i "mascheramenti" [forse non fu scelta a caso la "strana" immagine della cover... poi ci arrivo] resta puramente colemaniana. Questa mistura di pop/rock, funky, hip op, etc, mista a quella, non aliena la "passione" del nostro", né lo spirito musicale, lo stile, la forma, il "lessico" pur con qualche rivisitazione sintattico-grammaticale e con l'apporto di sonorità e strumenti "ospiti". In questo progetto musicale in "maschera" risuonarono frasi e note spesso sofferte, strazianti e liriche che ascoltiamo nei precedenti "Crisis", "Science Fiction", "The Art of the Improvisers" The SHape of Jazz to Come, nello struggente brano "Lovely Woman" e in altri album e brani capitali di Ornette Coleman, capolavori del jazz e della musica del ‘900. Questo a mkio avviso fa di "Virgin Beauty" un album assolutamente da rivalutare. 1
analogico_09 Inviato 18 Maggio 2024 Autore Inviato 18 Maggio 2024 segue da sopra... Ma i motivi che mi portano a riparlare dell’album sono di natura cinematografica. Una curiosità. Nel senso che ho infine scoperto attraverso un documentario di Werner Herzog rivisto recentemente cosa rappresenti la front cover in black speculare e contraria alla back cover in White … Ho sempre pensato che si trattasse di un “concept” polemico e sarcastico, allusione alla eterna dicotomia razziale e culturale del Black & White contrapposti, che l’immagine delle giovani “bellezze vergini” africane fosse una sorta di fotomontaggio grottesco ed irridente: più realistica benché “stravagante” l’immagine delle donne “bianche” (Photography By [Front Cover] – Angela Fisher - Photography By [Inner Sleeve] – David Gahr) E invece… scopro che le “belle vergini” sono degli uomini en travesti Vediamo… da wiki **Wodaabe - I pastori del sole (Wodaabe - Die Hirten der Sonne. Nomaden am Südrand der Sahara) è un film documentario del 1989 diretto da Werner Herzog. un ritratto della tribù sub-sahariana dei Wodaabe dell'etnia Fulani, che si autoconsidera come "la gente più bella del mondo". Le tribù a loro vicine però li disprezzano chiamandoli "Bororo", che significa "pastori in cenci". Questo popolo nomade di allevatori di bestiame vive nel Sahel occidentale e si muove principalmente tra il Niger meridionale e la Nigeria settentrionale alla ricerca di nuovi pascoli. In base a quello che racconta un anziano durante il documentario, il suo gruppo sarebbe originario del Kajauri e migrato in seguito a Tahoua e ad Asbin. Dopo la stagione delle piogge, a settembre, si radunano per una festa chiamata Gerewol. I ragazzi si truccano, mettendo in evidenza il bianco dei denti e del bulbo oculare, si vestono con abiti dai colori vivaci e cercano di attrarre l'attenzione delle ragazze presenti. Queste ultime devono infatti scegliere fra di loro i più belli con cui avere un'esperienza amorosa.** Quindi ANCHE anche nella back cover (Photography By [Back Cover] – The Collection Of Prince Jean Louis Faucegney) la situazione “barocca” potrebbe assume significati altrettanto “controversi” ? Nel Tubo c’è uno spezzone del documentario, filmati del “concorso” di bellezza atipico nel quale si canta, c’è musica e danza, pertanto si torna al “tribalismo” afro arcaico che torna nella musica afroamericana, nel jazz, nella musica di Ornette Coleman con gli “aggiornamenti” del caso …. 1
giorgiovinyl Inviato 18 Maggio 2024 Inviato 18 Maggio 2024 Il 17/5/2024 at 12:34, analogico_09 ha scritto: Ne parlavo anche l'altro ieri con un amico appassionato di jazz, non sapevo che Davis non apprezzasse Coleman - Ornette immagino. Avevo però letto da fonte scrasamente attendibile che fosse Teloniuos Monk a dis-prezzare l'autore di "Free Jazz". La cosa mi appare improbabile dal momento che tra Monk e Coleman esistessero delle affinità per quanto riguarda la maggiori libertà linguistico-formale ed espressiva sui fronti "armonico-tonali", più o meno radicali, pur nei differenti stili. Sto finendo di leggere la bella biografia di Miles Davis scritta da Ian Carr, trombettista scozzese, e vi posso riferire. Rileggendo il blindfold test condotti da Down Beat, Miles già negli anni 50 rispettava musicisti come Ellington ma criticava i jazzisti più routinieri. Poi ebbe una svolta non sopportava il movimento free Coleman non ricordo ma sicuramente Shepp. Ma criticò terribilmente anche Eric Dolphy. Poi a anni 60 inoltrati smise praticamente di ascoltare il jazz, Leonard Feather che andò a intervistarlo, di non trovare alcun disco di jazz tra quelli che Miles ascoltava. Cito a memoria The Byrds, Fifth Dimension musica soul. Evidentemente stava sviluppando in suo concetto di musica black r non voleva essere ingabbiato nella definizione di jazz, che riteneva un'etichetta creata dai bianchi. Da questo punto di vista non sarebbe stato d'accordo con il titolo del thread...
giorgiovinyl Inviato 18 Maggio 2024 Inviato 18 Maggio 2024 Il 17/5/2024 at 12:43, campaz ha scritto: per quelle che sono le mie letture (scrivere la discografia che ti avevo inviato ha qualche effetto collaterale positivo, devi studiare!) Monk avrebbe dichiarato, dopo aver sentito il primo Ornette, qualcosa come “io quelle cose lì le ho sempre suonate senza ricamarci sopra una teoria rivoluzionaria”. Appena posso cerco la fonte e la riporto… Anche io mi ricordo qualcosa del genere, ma non riesco dove l'ho letto online, ricordo "le cose che fa Ornette io le facevo molti anni prima di lui, ma un brano qui un brano là, senza bisogno di farci un'intero disco...
giorgiovinyl Inviato 18 Maggio 2024 Inviato 18 Maggio 2024 Il 17/5/2024 at 13:36, analogico_09 ha scritto: ma ho smarrito quella bella corposa discografia jazz, me la rimanderesti per favorer? Il 17/5/2024 at 12:43, campaz ha scritto: scrivere la discografia che ti avevo inviato ha qualche effetto collaterale positivo, devi studiare mi aggiungo anche io alla lista
giorgiovinyl Inviato 18 Maggio 2024 Inviato 18 Maggio 2024 Questo articolo del Guardian però depone contro il fatto che a Monk piacesse la musica di Ornette Coleman. C'è pure quello che disse di Eric Dolphy Miles Davis When Miles Davis first heard the music of Eric Dolphy, a key figure in the free jazz movement, he described it as “ridiculous”, “sad” and just plain “bad” https://www.theguardian.com/film/2021/sep/07/fire-music-history-free-jazz-documentary
analogico_09 Inviato 18 Maggio 2024 Autore Inviato 18 Maggio 2024 1 ora fa, giorgiovinyl ha scritto: Da questo punto di vista non sarebbe stato d'accordo con il titolo del thread... Ce ne saremmo fatta una ragione. Davis era molto contraddittorio, un personalità controversa, difficile, arrivò a dire in un'intervista che ascoltai dalla TV tanti anni fa che tutta la musica che aveva suonato prima della svolta elettrica, prima del '69/70, era letteralmente,"cacchetta". Se cerchi troverai in queste stesse pagine dedicate al jazz, che tale resta: JAZZ ... con buona pace del "divino" di cui amo la musica, il profilo umano, correlato a quello artistico, che provai a tracciare in maniera un po' approfondita e circostanziata, sempre dal mio punto di vista e anche su base esperenziale, da ciò che avevo osservato da vicvino, avendolo ascoltato molte volte dal vivo sempre molto attento e curioso anche sul fronte delle sue vicende umane e artistiche da quando scopertolo nella metà degli anni '60 non lo mollai più. Ri-suggerisco di confrontarci sulle nostre idee ed opinioni, sensazioni, anche sui libri ma di dopo aver filtrato attraverso le nostre conoscenze ciò che dice il libro, non facendoci filtrare dai libri... 39 minuti fa, giorgiovinyl ha scritto: Questo articolo del Guardian però depone contro il fatto che a Monk piacesse la musica di Ornette Coleman. C'è pure quello che disse di Eric Dolphy Miles Davis When Miles Davis first heard the music of Eric Dolphy, a key figure in the free jazz movement, he described it as “ridiculous”, “sad” and just plain “bad” https://www.theguardian.com/film/2021/sep/07/fire-music-history-free-jazz-documentary Davis ha detto, Sheep ha detto, Monk ha detto, Dolphy non ha detto.., ma chissene di quello che scrive il Guardiano.., scusa Giorgio, già abbiamo dato con le dichiarazioni "suggestive" e sommarie che rischiano di diventare gossip, hai per caso letto gli ultimi interventi al riguardo, mi piacerebbe che ci confrontassiomo ancora con tale spirito, sugli aergomenti, se possibile, ovviamente. Non mi pare il caso di dover stare qui a smentire Davis che scrive solenni caCChiate su uno dei più grandi musicisti del jazz, della musica tutta, qual era Eric Dolphy? Davis giggioneggiava.., faceva le bizze da star.., rivestiva un ruolo, una maschera.., in realtà Davis non era così nel profondo.. era essenzialmente tagico nel senso "patetico" pathos, del termine. Ste cose le diceva per i libri, riviste che devono vendere e ci sguazzano con le gossippate perchè è quello che viuole la maggior parte del pubblico e lettori. . Le citazioni vanno bene, ne faccvio anch'hio, ma di quelle plausibili, realistiche, in maniera pertinente rispetto alla questione trattata, vanno circostanziate, correalate a quella. Sennò qui famo la rubrica delle "spigolature"... o del "Lo sapevate che?"... invece dovremmo parlare di musica, di jazz, dei musicisti quel che suonano e come lo suonano, non quel che dicono riportato in maniera spuria. Per giocare un po' ma non troppo può andar anche bene...
analogico_09 Inviato 18 Maggio 2024 Autore Inviato 18 Maggio 2024 Una delle contraddizioni di Davis. Rinnegava tutta la sua musica "passata" però pochi giorni prima della sua dipartita accettò l'invito di Quincy Jones di suonare a Montreux i suoi cavalli di battaglia "tradizionali".., e cone suonò.. ne ho parlato recentemente qui ... In ogni caso non smise mai di essere se stesso Davis.., riproponeva sempre la sua "espressione" profonda e lirica sotto i lustrini e le parrucchine... atteggiandosi a compassata star rocchettara... Era "triste".., il razzismo, anche.., aveva segnato anche lui che era ricco, celebrato, osannato, proveniente da una famiglia abbiente.., eppure... per questo lo amavo, l'uomo e la sua musica, quindi gli perdonavo le stromabazzare che ogni tanto diceva.., un poì meno di lui, anche Mingus era "saturnino".., per non parlare di Parker.., etc etc all'infinito... tutta la storia del jazz è contrassegnata da tante "burlette" oltre le quali venivano edificati i capolavori musicali "serissimi" del '900.
campaz Inviato 19 Maggio 2024 Inviato 19 Maggio 2024 10 ore fa, giorgiovinyl ha scritto: mi aggiungo anche io alla lista hai un messaggio privato, ma non attenderti nulla di importante: non sono Polillo 2.0 1
analogico_09 Inviato 19 Maggio 2024 Autore Inviato 19 Maggio 2024 3 ore fa, campaz ha scritto: ma non attenderti nulla di importante: non sono Polillo 2.0 Sei anche meglio se è per questo.. hai realizzato un bel gran lavoro. 1
Napoli Inviato 19 Maggio 2024 Inviato 19 Maggio 2024 Resto sempre dell opinione che l artista valga sempre di più della persona. 1
Gaetanoalberto Inviato 19 Maggio 2024 Inviato 19 Maggio 2024 @campaz A me niente ? Che ti ho fatto ? 1
damiano Inviato 19 Maggio 2024 Inviato 19 Maggio 2024 @campaz potrei avere anche io la tua lista? Grazie in anticipo Ciao D.
giorgiovinyl Inviato 19 Maggio 2024 Inviato 19 Maggio 2024 14 ore fa, campaz ha scritto: hai un messaggio privato, ma non attenderti nulla di importante: non sono Polillo 2.0 Te l’ho già scritto in privato… veramente un ottimo lavoro… 1
campaz Inviato 19 Maggio 2024 Inviato 19 Maggio 2024 @damiano hai un messaggio privato, purtroppo il documento supera (seppur di poco) la dimensione massima consentita su questa piattaforma e quindi ho bisogno della tua mail per poterlo condvidere. ciao e grazie 1
Questo è un messaggio popolare. damiano Inviato 21 Maggio 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 21 Maggio 2024 Return to Forever e Chick Corea, non è la prima volta che scrivo di uno dei massimi pianisti che hanno lasciato il segno nell’area del jazz, delle sue evoluzioni, e dei vari addentellati artistici che si sono succeduti. Ogni volta ho sempre sottolineato la natura poliedrica del pianista e la sua apertura mentale a voler “provare” ogni tipo di avventura musicale. Mi pare di ricordare che l’ultima cosa che ho postato su Chick era nel thread del “vinile in ascolto”, con l’immagine gialla di Circle – Paris Concert. Circle era il gruppo di musica avant-garde fondato da Corea (e chi se no?) all’inizio degli anni 70 con Anthony Braxton, Dave Holland e Barry Altschul; Corea era appena uscito dalla collaborazione con Davis di In a Silent Way e Bitches Brew (ed anche Call It Anything). E dopo "Call It...." chi meglio del genio visionario di Braxton, poteva soddisfare il desiderio di musica destrutturata di Corea? Poi arriva l’adesione a Scientology e, si legge su molte fonti, la necessità di “compiacere” più gente possibile. Io non lo so cosa sia successo nella testa di Corea, ripeto un genio ultraveloce come capacità di ragionamento e posizionamento, e quindi penso che incontrando Airto Moreira e sua mogle Flora Purim, entrambi brasiliani e siamo nel 72, sia scattata la scimmia della passione per le sonorità brasiliane. Escono quindi due dischi: Return to Forever, per ECM e inizialmente solo per l’Europa, e poi “Light As a Feather” per Polydor. Quest’ultimo titolo è un disco di jazz con molte sonorità afferenti all’universo musicale carioca, per me è un quasi capolavoro che me lo fa preferire al celeberrimo Getz-Gilberto dove le sonorità del piano elettrico, naturalmente Fender Rhodes, lo stesso usato in "Call it…." si intrecciano meravigliosamente con la voce di Flora Purim, il sax e flauto del vecchio amico Joe Farrell e le percussioni di Airto. Insomma un consiglio per gli acquisti che viene via anche a poco. Ed arriviamo al 73 ed imperversano band di ex-davisiani: Mahavishnu Orchestra e Weather Report, lanciate nell’universo di quello che sarà chiamato jazz-rock, e RTF pubblica una tripletta di album; @Gaetanoalberto ne ha messi 2, nel 3ad dei vinili in ascolto, ed il terzo è Where Have I Known YouBefore che sono dischi "rockeggianti" e tecnici, dove Di Meola, che ha sostituito Bill Connors alla chitarra, e Clarke danno prova di grande maestria tecnica. Ho letto da qualche parte che fosse la risposta all' iper-tecnicismo di Mahavishnu Orchestra, una specie di gara a chi suona più veloce, cosa che non mi ha mai convinto. Io penso, e concludo il pippone galattico, che RTF sia un'altra prova del genio di Corea, artista a tutto tondo capace sempre di fare la cosa giusta al momento giusto, nella vita come nell’improvvisare sul piano. Ciao D. 2 1
analogico_09 Inviato 21 Maggio 2024 Autore Inviato 21 Maggio 2024 7 ore fa, damiano ha scritto: Io penso, e concludo il pippone galattico, che RTF sia un'altra prova del genio di Corea, artista a tutto tondo capace sempre di fare la cosa giusta al momento giusto, nella vita come nell’improvvisare sul piano. Ad avercend di più di "pipponi" del genere così artricolati e informati sui fatti ottimamante commentati. Chicco_Rea ... è davvero un grande eclettico che ha attaversato praticamente tutti i generi, perfino la "classica". Hai ripercorso quasi l'inytera carrirera del nostro., ricordando le tappe, gli stili... 7 ore fa, damiano ha scritto: incontrando Airto Moreira e sua mogle Flora Purim, entrambi brasiliani e siamo nel 72, sia scattata la scimmia della passione per le sonorità brasiliane. rese anchde omaggio al "modale" ispanico con la celebre composizione Spain, ed altro.., qui interpretata dagli eccellenti Michel Camilo pianista sudamericano e dal chitarrista flamenco Tomatito che fu grande accampagnatore del cantaor di flamenco Camaron de la Isla, insieme e dopo Paco de Lucia. C'è, un po' a conferma della universalità dell'immaginifico musicale di Corea "consonante" anche con un brando di classica così celebre ed amato, una intro, sorta di "fantasia" con le note del concierto de Aranjuez, prima che esploda all'improvviso il brano di Corea eseguito dalla insolita combinazione di strumentri. 2
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