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Melius Club

Jazz!


analogico_09

Messaggi raccomandati

Inviato
2 ore fa, Gaetanoalberto ha scritto:

Redman lavora da sempre con tutti i contemporanei, dentro ed oltre il confine.

 

Visto che siamo negli anni 90, posto anche questo contributo, di Kenny Garrett, chissà mai vi piaccia

 

Entrambi i brani postati sono Jazz, semplicemente jazz, dentro i territori musicali, storici e spirituali del jazz e della black music che sono la stessa cosa, stessa anima, quindi ritengo che nella "casa" del jazz, frequentata da appassionati, simpatizzanti, neofiti  di jazz che sappiano anche qualcosa di jazz, non vi sarebbe ragione di dubitare che possono piacere queste musiche di ottimo jazz di fresco postaggio.

Di Joshua Redman, figlio del "leggendario" sassofonista Dewey Readman, stretto collaboratore di Ornette Coleman, apprezzo anche il disco "Wish" che scoprii nei primi '90, "nonostante" vi sia, insieme a Billi Higgins e Charleie Haden, il buon Pat Metheney il quale come altre volte sostenuto, in compagnia di parners di cotanto livello e carisma,in grado di "moderare" il virtusismo "solipsistico" e autoreferenziale del nostro usato in altri contesti, rende a livelli ben superiori, insomma, ci faccio pace con la sua chitarra quando non la fa diventare "hawayana"... :classic_laugh: Bravissimo nel brano "Tournaround"

Tai Garret è solido musicista che ho avuto l'immenso piacere di ascoltare in concerto con Miles Davis nell'anno della morte del "divino" quando, causa condizioni di salute precaria, il "coriaceo" Garrett reggeva in gran parte sulle sue spalle l'andamento dei concerti. Non che Davis non seguitasse, dal vivo, a stupire, ma più "dosatamente" anche se ogni piccola "dose" musicale, interpretativa, ti mandava a fare un "trip" psico-emozionale e estatico di livello cosmico... 😇

 

 

  • Melius 1
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Inviato

@analogico_09 Ho anch'io quel disco, (bellissimo anche grazie a Pat:classic_laugh:),

in particolare questo pezzo molto 'melodico' e accattivante

 

  • Melius 1
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Inviato

 

Di tanto in tanto riascolto il magnifico album "Tears for Dolphy" Ted Curson Quartet che prende il titolo dall'omonimo brano dedicato alla memoria del grande Eric Dolphy prematuramente scomparso. A prayer il cui carattere ricorda Mingus,  l'andamento meditativo e dolente con le improvvise e brevi "accelerazioni" e cambi di tempo tipiche del suo stile.
D'altronde sia Ted  Carson che Bill Barron, ottimo sassofonista, furono con Mingus in alcune importanti incisioni e l'influenza del contrabbassista si avverte anche negli altri brani dell'album i quali, pur mostrando la propria forte personalità, sembrano pronti a raccogliere l'eredità "corale", gospel and soul, il senso delle improvvisazioni collettive di Mingus nelle quali si percepisce sempre, anche quando non vi sia, una eco di voce umana. Tutto il grande jazz solo strumentale in realtà "canta",  forse un modo di far "riposare" le voci di mrs. and mr. singer... :classic_wink:

Il brano si ascolta nel film Terorema di P.P. Pasolini

 

Eccellente la rtitmica!

 

Ted Curson, tromba e pocket trumpet

Bill Barron, Tenor sax e clarinetto

Herb Bushler, basso

Dick Berk, batteria
 

 

p. s. - c'è scritto Morricone nel titolo del video...

 

 

 

  • Melius 2
Gaetanoalberto
Inviato
Il 29/10/2024 at 20:37, damiano ha scritto:

circensi

Dunque, visto che il tema (si) ritor(ce)na :classic_tongue:, sarebbe da assistere al festival del circo di Montecarlo ascoltando la bella orchestra che di solito lo accompagna, alle esibizioni degli ormai rari circhi con orchestra, e di quelli che hanno artisti che suonano dal vivo. In particolare, sarebbe pure carino ricordare le esibizioni della clowneria più evoluta, ricordate quella che usa la tromba per sottolineare i passaggi non sempre comici ma anche intimi e profondi?

Io sono un romantico, e portavo spesso i bambini al circo, fregandomene della intellettualoide contrarietà a priori.

Ebbene, questa musica (certamente "ai confini" ma ne parlo qua per dispetto), deve moltissimo ai Jazz, ad esempio a quelli bandistici delle origini, ma non soltanto, perché vi scoprireste venature di varia natura che arrivano al free.

Si tratta però di generi talmente di nicchia da non nicchiare neppure.

Assistere poi agli spettacoli del Cirque du Soleil, per fare un esempio, è una bella esperienza di combinazioni tra suono ed umanità.

Tié!

Inviato

Non c'è una corrispondenza diretta e preferenziale tra il jazz e il circo, in special modo con la figura del clown. Tutti i generi musicali, da sempre, hanno a che fare con il clown (termine inglese, ma abbiamo dei gagliardi corrispondenti sinonimi lessical-nostrani) nelle sue varie declinazioni, da che mondo e mondo, nelle piazze, nelle corti, nell'antico medioevo e ancor prima: giullare, jolly, pagliaccio, buffone, guitto... (parliamo delle accezioni nobili dei termini). Figure ilari ed insieme malinconiche, suggestive, un poco misterose a volte inquietanti, surreali, metafisiche, romantiche.

Ricorriamo alla sola parola clown per comodità, inglobiamo in essa il circo poichè ciascuna cosa rappresenta ed evoca, benchè non univocamente, anche l'altra in una sorta di dualità poeticamente inscindibile.
A questa figura si ispirano un po' tutti i generi musicali di ogni tempo, idem la letteratura, la poesia, la pittura, la danza, la mimica, il cinema... ed il clown alle arti pur esso si ispira.

Sarebbe un bel tema da sviluppare in tutte le sue intercorrelazioni artistiche in un altro contesto giacchè lo stesso travalica il jazz.  Avevamo iniziato a parlarne 3 o 4 pagine fa, recentemente ... https://melius.club/topic/1001-jazz/?do=findComment&comment=1338323 io avevo suggerito alcuni musicisti jazz che porterebbero delle "tensioni clownesche" nelle loro musica, ho citato Mingus che aveva uno spirito "circense" attratto dall'immaginario clownesco e al riguardo postai il suo bellssimo album intitolato The Clown... (che non riposto perchè è già lì...) In effetti si sarebbe potuto ripartire da lì ma sta bene anche fare una ripresa riallacciatoria... :classic_biggrin:
Ma si.., senza esagarare... facciamolo 'sto giretto di boa e sforare un po' anche con notazioni autobiografico-referenziali.., come @Gaetanoalberto amo molto il clown/circo, fin da bambino, ne ho provato attrazione, grande fascinazione ma anche qualche remoto timore come quello che provavo con certe favole che.., praticamente tutte... mettevano anche paura. Il circo, il clown, sono una grande favola, il mondo in cui accadevano/accadfono le cose impossibili: trapezisti come angeli volanti ed altri equilibristi, saltinbanchi indiavolati, leoni e tigri più ammaestrati e addormentati che affamati, elefanti ed altri animali visti solo nei libri e... non vedevo l'ora che arrivasse il pagliaccio dal volto "bianco" e naso rosso che faceva ridere per vincere la segreta paurella, un insieme di sensazioni contrastanti ma esaltanti, così credo che sia la vita. 

 

Insomma da giovane, fanno parecchi anni addietro, ogni tanto tornavo al circo, una volta in uno dei migliori, non ricordo se Togni od Orfeo, scattai delle foto e ne condividerò solo una perchè è quella forse più attinente al tema. Un clown trombettiere il cui suono di tromba mi ricordava I Clown e La Strada, il finale di 81/2 di Fellini, i film e gli ineffabili motivi musicali allegro_tristi di Nino Rota, il mimo tragico di Santa Sangre di A. Jodorowsky ed altri immaginari pittorici e filmici, ed insieme un assolo di jazz. Una melodia elegiaca lenta e malinconica dedicata a tutti i grandi uomini del jazz, bianchi e neri, che fecero la grande ed autentica storia di quel genere musicale straordinario che ora dormono in pace in attesa di essere raggiunti dai pochissimi "fratelli" ancora in grado di un ultimo, magari semplice, modesto, perfino stentato "respiro" di autentico jazz.

 



circo022.thumb.jpeg.c540f8f353c3063080a8c01e952ebb08.jpeg

 

  • Melius 1
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Inviato
Il 21/08/2024 at 14:57, analogico_09 ha scritto:

e, uscito nel '71, ultimo LP Blue Note, il rarefatto, ipnotico, stupefacente  "viaggio" di raffinate tramature musicali nel mondo dei suoni universali; un omaggio a sua figlia Iska così sfortunata come la sua amata moglie Ana Maria, intitolato "Odyssey of Iska".

Musica incantevole, remota, sfuggente, chimerica, eppur vicina.., il più puro e poetico linguaggio musicale astratto e "reale"... qui si riconferma, si sottolinea e si "notifica" per l'eternità la grandezza di uno dei più grandi poeti, intelletuali, pensatori in spirito, musicisti, compositori, strumentisti, band leader dell'intera storia del jazz che ha per nome Whayne Shorter alle prese con assoli al soprano che rimandano emozionalmente ed intellettualmente alle capitali, leggendarie, mitologiche folate solistiche di cui si fa protagonista in Bitches Brew, specialmente nei brani "Spanish Key" e "Miles runs the woodoo down".

Dalle note di copertina dello stesso Whayne Shorer, tradotto alla bel e meglio: Iska è il vento che passa, senza lasciare traccia ... il vento nato con un'anima senza forma e viaggia attraverso il tempo e lo spazio con una vita propria; alla ricerca della vita, incontrando le realtà e le fantasie dell'uomo e del suo viaggio ... l'infinito in forma assoluta che che prende tutto ciò che esiste (passato, presente e futuro) nell'Odissea di una vita... Riferimento alle tragiche vicende attraversate con coraggio, grazie anche al sostegno della sua musica, dallo stesso Shorter

Cinque i brani (che parlano da se') tutti composti dal sassofonista che pur diversi formano una sola, organica, struttuarale unità musicale per forma, stile ed espressione, linguaggio musicale e suggestioni sonore. 

“Wind”, “Storm”, “Calm”, "De pois do amor, o vazio (dopo l'amore, il vuoto)" e “Joy”
 

Wayne Shorter, sax tenore e soprano; Dave Friedman, vibrafono e marimba; Gene Bertoncini, chitarra (di "filigrana", Ron Carter e Cecil McBee, basso; Billy Hart e Al Mouzon, batteria; Frank Cuomo, percussioni. Inenarrabili preziosità sonore.

Lasciamo che siano le musiche a parlare di se'...

Lo ho ordinato su  Amazon.de. A chi può interessare è sceso di prezzo per il Black Friday 

https://www.amazon.de/dp/B0CBT6JYWS?ref=ppx_yo2ov_dt_b_fed_asin_title

 

  • Thanks 1
Inviato
Il 30/11/2024 at 20:42, giorgiovinyl ha scritto:

Lo ho ordinato su  Amazon.de.

 

 

Bravo, non te ne pentirai, poi facci sapere cosa ne pensi se non lo avessi giù saggiato in streaming... :classic_wink:

 

 

Gaetanoalberto
Inviato

Preso anche io... grazie...

  • 3 settimane dopo...
Inviato

Stasera Qobuz mi ha proposto una novità: una sessione "inedita" di Miles, ripresa il 26 maggio 1958. Ad affiancarlo Coltrane, Adderley, Bill Evans, Chambers e Jimmy Cobb. Quattro brani: On Green Dolphin Street, Stella by Starlight, Love for Sale e l'originale di Davis Fran-Dance. La marchette trovate in rete lo vendono come il pre-quel di Kind of Blue... io devo approfondire. Comunque all'ascolto pare gradevole, e ben inciso, ma non così significativo. Qualcun altro lo ha ascoltato?

AAPJ_172__188968__06202024010458-707.jpg

  • Thanks 2
Inviato

@campaz Interessanta, Campaz, io non l'ho ascoltato, manco lo conosco, ho Tidal sicuramente ci sarà e lo ascolto. Tu intanto indaga se le "marchette" propongono buona roba antica oppure residui di magazzino scartati all'epoca... son tempi questi in cui di roba nuova buona da vendere ce n'è molto poca e quindi tocca raschiare il fondo del barile...:classic_rolleyes:

Inviato

Ho trovato ulteriori informazioni in rete: allarme rientrato. I quattro brani non sono certo delle nuove scoperte, essendo apparsi in varie compilation e raccolte nel corso degli anni, tra cui il cofanetto vincitore di un Grammy Miles Davis & John Coltrane: The Complete Columbia Recordings 1955-1961. (fonte: https://www.wrti.org/arts-desk/2024-11-13/a-miles-davis-masterpiece-gets-a-hi-fi-prequel-with-birth-of-the-blue). Insomma, dopo le alternate take delle alternate take adesso si prendono quattro brani all'epoca non pubblicati per scelta dell'artista e del produttore, poi pubblicati come scarti di produzione in coda a dischi veri perché bisogna avere tutto (colpi di tosse e false partenze comprese), infine diventati il nuovo imprescindibile disco (che però nuovo non è). Per fortuna esiste lo streaming e possiamo assistere al tutto senza alleggerimenti del portafoglio (collezionisti esclusi).

Inviato

Ascoltato, 30 minuti di buona musica, e vorrei vedere con quella band di geni..., però c'enta nulla con la magia di KOB sulla cui testa non volteggiano la musa né l'angelo, bensi il "duende" flamenco.., come direbbe il poeta ...

 

Aridateci l'originale...

 

 

 

Inviato

@campaz Buona però l'idea del titolo 'Birth of the blue', dopo Birth of the Cool,

e anche la copertina, molto bella, che richiama quella di 'Kind of'.

Per vendere sono dei geni...

Inviato
44 minuti fa, dariob ha scritto:

Per vendere sono dei geni...

 

A volte i compratorin degli allocchi... :classic_laugh:

  • 2 settimane dopo...
analogico_09
Inviato

@Ivo Antonio Un gran bel brano, Kenny Garrett fa grande jazz, un ottimo "manico" per il volenteroso Pat Metheny che lo segue bene (ri)trovando il senso del blues virato al bianco e rinunciando ai virtuosimi autoreferenziali del gira che te rigiri sempre allo stesso punto si rimane...

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