gianventu Inviato 28 Marzo 2023 Inviato 28 Marzo 2023 2 ore fa, ascoltoebasta ha scritto: Ma cosa c'entra? Per sentire,ad esempio,bene e distintamente tre xilofoni che suonano insieme ad altri 10 strumenti,avrò bisogno di un buon impianto,un impianto più scarso mi darà,quasi certamente, queste "informazioni" in modo più confuso,è banale ed elementare il concetto,per godere di tutti i contenuti sonori,quando questi sono ricchi e complessi,ho bisogno di un impianto in grado di farlo,altrimenti ascolterò ugalmente,ma perdendomi qualche o molti dettagli,se non mi importa terrò quell'impianto,se mi importa cercherò di migliorare la qualità dell'ascolto. La domanda era se riesci a cogliere differenze tra una direzione dii Furtwängler e di Von Karajan, a prescindere dai cavi, non su quanti xilofoni riesci a contare. Ma lascia perdere, stiamo parlando evidentemente su due piani diversi, mi collegavo ad un post in altro 3d di @Ggr che è stato ingiustamente sommerso di risolini insulsi. 2
aldina Inviato 28 Marzo 2023 Inviato 28 Marzo 2023 1 ora fa, mozarteum ha scritto: e cosi’ e’ facile che l’audiofilo s’appalli con orate fratres di part per sentire la grancassa che scende, o vada di petroucka per lo strombettamento dell’episodio centrale o i carmina burana per il caleidoscopio di timbri. Ma un audiofilo si sente una partita di Bach o una sonata di Scarlatti o il monologo di Re Marke del Tristano o una quarta di Brahms di De Sabata anni 30 Dg? Sicuramente m'appallo con il sublime mistico éstone o col Petrouchka. Per il resto sto due su due; una qualunque partita bachiana o tutto lo Scarlatti ma per gli altri due grazie proprio no. Il De Sabata anni '30 poi non ha i fondamentali per superare un ascolto con un moderno sistema, potrei tollerarlo paradossalmente su un vecchio fonografo, forse riuscirei a concentrarmi sulla sua visione esecutiva ma su uno stereo la tragica mancanza di banda e quant'altro lo fa escludere senza pietà, l'audiofilia ha le sue necessità non voglio ignorarle.
ascoltoebasta Inviato 28 Marzo 2023 Inviato 28 Marzo 2023 1 minuto fa, gianventu ha scritto: La domanda era se riesci a cogliere differenze tra una direzione dii Furtwängler e di Von Karajan, a prescindere dai cavi, non su quanti xilofoni riesci a contare. Non capisco cosa c'entri il saper cogliere le differenze tra una direzione di Furtwängler e di Von Karajan col fatto che per godere appieno di tutte le sfumature che fanno di un capolavoro,appunto un capolavoro,serva poterle ascoltare possibilmente tutte e bene.
Paolo_AN Inviato 29 Marzo 2023 Inviato 29 Marzo 2023 7 ore fa, ascoltoebasta ha scritto: [...] per godere appieno di tutte le sfumature che fanno di un capolavoro, appunto un capolavoro, serva poterle ascoltare possibilmente tutte e bene. Sono d'accordo. Avere sistemi di riproduzione hifi ben congegnati significa potersi godere al meglio tutto ciò che offre una produzione musicale, il più vicino possibile all'intento di chi l'ha concepita. Differenze nella direzione d'orchestra possono risiedere ovunque: nel portamento generale, nelle dinamiche, nell'intensione di certi fraseggi, nel sapiente dosaggio dei silenzi e tanto altro. E' interpretazione. Poi c'è la produzione, che può mettere più o meno in risalto il contributo della sala, enfatizzare più o meno la ripresa ravvicinata con tutto ciò che ne consegue (primo fra tutti il sentore degli attacchi più o meno netto) e, anche qui, tanto altro. Dal mio punto di vista, la coerenza nella riproposizione di tutto questo aumenta con l'aumentare delle prestazioni del sistema di riproduzione.
Questo è un messaggio popolare. mozarteum Inviato 29 Marzo 2023 Questo è un messaggio popolare. Inviato 29 Marzo 2023 8 ore fa, aldina ha scritto: Il De Sabata anni '30 poi non ha i fondamentali per superare un ascolto con un moderno sistema Eppure si capisce tutto ed e’ ottima registrazione del 1939 della gloriosa Deutsche Grammophon e fra le piu’ grandi esecuzioni del capolavoro. Ecco questo e’ quello che volevo dire. Lasciando perdere le registrazioni fortemente distorte o stonate, e dunque inattendibili, la storia della interpretazione musicale passa per edizioni diciamo d’epoca (anni 30 primi 50, insomma prima dell’avvento dell’hifi moderna e quindi De Sabata, Mengelberg, Krauss, Toscanini, il primo Walter, Furtwangler Lipatti, Schnabel e tanti altri) che sono imprescindibili e sufficientemente valide dal punto di vista della registrazione e facili da “convertire” per un musicofilo. L’audiofilo assiso in poltrona le scarta. Il musicofilo non solo le ascolta ma le venera. 3
Membro_0023 Inviato 29 Marzo 2023 Inviato 29 Marzo 2023 8 ore fa, gianventu ha scritto: La domanda era se riesci a cogliere differenze tra una direzione dii Furtwängler e di Von Karajan Quella la si coglie anche se te la fanno sentire in un vocale di WhatsApp, ma lo scopo dell'alta fedeltà è un altro.
mozarteum Inviato 29 Marzo 2023 Inviato 29 Marzo 2023 31 minuti fa, Paolo_AN ha scritto: Dal mio punto di vista, la coerenza nella riproposizione di tutto questo aumenta con l'aumentare delle prestazioni del sistema di riproduzione. E’ cosi’. Il mio punto di vista e’ pero’ che cio’ non deve andare a discapito dell’ascolto delle grandi cose registrate in passato che non hanno standard odierni. Nessuno di voi sente il jazz anni 20 e 30? Peccato
Questo è un messaggio popolare. mozarteum Inviato 29 Marzo 2023 Questo è un messaggio popolare. Inviato 29 Marzo 2023 qui un esempio di cio’ che voglio dire. sentite le prime battute: e’ una registrazione anni 40. Bene non sentirete in nessuna registrazione moderna un suono dei violoncelli altrettanto avvolgente. Nessuna. E infatti questa edizione vinse il confronto con tutte secondo una rivista di cui non ricordo il nome. Ovviamente so bene che in hifi il tema e’ quello dell’alta fedelta’ e della verosimiglianza. Tutti la cerchiamo sia chiaro. Poi metti questo e capisci che forse un approccio piu’ culturale alla musica paga di piu’ 3
Questo è un messaggio popolare. Ggr Inviato 29 Marzo 2023 Questo è un messaggio popolare. Inviato 29 Marzo 2023 In pratica, un inpianto veramente hi fi, trasforma una mia registrazione delle variazioni goldberg in un capolavoro artistico, e quelle registrare a salisburgo da Gould nel 32, in una ciofeca. L'impianto crea l'arte dal nulla. Io non capisco cosa si intenda per arte. 1 3
Questo è un messaggio popolare. Branch Inviato 29 Marzo 2023 Questo è un messaggio popolare. Inviato 29 Marzo 2023 42 minuti fa, mozarteum ha scritto: L’audiofilo assiso in poltrona le scarta. Il musicofilo non solo le ascolta ma le venera. Proprio ieri sera ho potuto ascoltare per la prima volta una registrazione di Bert Jansch dal vivo per la BBC scozzese del 1971, appena recuperata da Colin Harper e condivisa da pochi giorni su YouTube. Chi conosce Bert Jansch sa che quell'anno e quei brani rappresentano il vertice artistico della sua produzione. La registrazione è a dir poco modesta, e tuttavia l'ascolto è emozionante. Fosse stata una registrazione perfetta, il piacere sarebbe stato certamente maggiore. Ma ciò che conta è la bellezza della musica, alla quale l'impianto di riproduzione è semplicemente al servizio. 3
captainsensible Inviato 29 Marzo 2023 Inviato 29 Marzo 2023 7 minuti fa, Branch ha scritto: Fosse stata una registrazione perfetta, il piacere sarebbe stato certamente maggiore Non sono tanto convinto che sia sempre così. Talvolta il tecnicismo della registrazione tende a distrarre, e questa è una cosa che è menzionata anche in alcuni testi (ad esempio nel libro di David Byrne "Come funziona la musica"). C'è tutto un filone di musica che viene detta "lo-fi" che è creata con questo concetto. La registrazione va presa cosi com'è nel tuo caso. CS
Branch Inviato 29 Marzo 2023 Inviato 29 Marzo 2023 2 minuti fa, captainsensible ha scritto: 8 minuti fa, Branch ha scritto: Fosse stata una registrazione perfetta, il piacere sarebbe stato certamente maggiore Non sono tanto convinto che sia sempre così. D'accordo. Invece di perfetta diciamo di buona qualità. La registrazione di cui parlo proviene da un vecchio nastro mal conservato, a livello dei bootleg di una volta. 1
Titian Inviato 29 Marzo 2023 Inviato 29 Marzo 2023 10 ore fa, mozarteum ha scritto: Anche una voce lirica estesa non e’ riproducibile in modo realistico. Che cosa intendi esattamente per realistico? Cosa ti manca resp. che cosa c'è troppo? Assumo che intendi che mancano quei componenti come la sala da concerto / teatro, presenza fisica dei musicisti, degli ascoltatori. Non credi che un'affermazione del genere (qualitativo) è frutto di una forte elaborazione della mente e quindi soggetta a moltissimi influssi estranei? A meno che stai parlando della situazione fisica sonora, dal vivo vs. sala d'ascolto a casa, dove la differenze fisica sonora è completamente diversa.
Amministratori Questo è un messaggio popolare. cactus_atomo Inviato 29 Marzo 2023 Amministratori Questo è un messaggio popolare. Inviato 29 Marzo 2023 mi sembra che ormai si assista ad una sorta di discussione sul sesso degli angeli. Ascolto la musica che mi piace e che mi intriga, se è registrata bene, tanto meglio, se è registrata "male" dal ounto di vista audiofilo per limiti tecnici del periodo esecutivo o per scelta degli artisti (genesis, U2 sono solo due esempi), chissene. Per me la migliore esecuzione/interpretazione della messa i si di bach è quella del 1959 con i wiener diretti da scherchen, lo so che ci sono molte atre validissimne e con una migliore ripresa del suono (harnoncourt, richter lal ista è enorme) ms a me quella è il riferimento. ho riversamenti su vinile dii grandi esecutori del passato e nonstante i limit della rpresa sonoro ne godo appieno, D'altra parte chopin suonato su una pianola da rubinstein sicuramente sarà più interessante di chopin suonato su un stenway da uno studente di cinservatorio Adesso sono fuori allenamento, ma quando ascoltavo a lungo e quotidianamente riuscivo a capire se suonava la lso, la LPO, i wiener o i berliner . ovviamene se osse possibile avere uttto,n giasterebbe, ma nella classica io guardo prima l'aiutore poi il branom, oi l'esecuzione e per ultimo la wulkità di registrazione. nel rrock e nel pop addirittura non ho scelto, se voglio sentire i pf o i beatles me li devo tenere come son stai registrati e sono d'accordo con @dufay, la ricchezza del suno da l vivo è altra cosa, ma lo è anche perchè è diverso il modo di ascoltare, la concentrazione, un eventolive è quello, non posso riascoltarlo live, se vado ad una replica della stessa esecuzione ascolterò qualcosa di diveso (magri leggermente ma diverso) se voglio riascolktare lo posso fare solo con brani registrati. sono comunque due modi diversi di asoltare, a casa scelgo cosa ascoltare e quando (e magari anche chi, nel senso che posso ascoltar3 escutori che non sono più in vita) live posso ascoltare quello ch sta in cartellone (e neppure semnpr, per andare a bayreuth mi eoprenotare anni prima9 3 1
fabbe Inviato 29 Marzo 2023 Inviato 29 Marzo 2023 @captainsensible nel mio caso è proprio il contrario, la bella musica viene rovinata dalla cattiva registrazione. D'altronde, quando ascolti un concerto dal vivo vieni coinvolto dal bel suono degli strumenti. La perfezione!
Titian Inviato 29 Marzo 2023 Inviato 29 Marzo 2023 @cactus_atomo ecco! siamo tutti più o meno diversi e trovo molto interessante leggere come altre persone vivono questo hobby.
911 Inviato 29 Marzo 2023 Inviato 29 Marzo 2023 C’è un pianista giapponese, tal Tsuyoshi Yamamoto, che suona (o forse crede di suonare) jazz, le cui incisioni sono tecnicamente da brividi (in senso positivo) per dinamica, presenza, immagine, timbro e quant’altro. Altrettanto da brividi (ma in senso negativo) è la sua interpretazione del jazz, perché sciatta, banale, ai limiti dell’imbarazzante. Dopo un paio di minuti d’ascolto, per quanto l’impianto suoni bene, lo tolgo per mia autostima e dei tanti soldi che ho speso. 1 1
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