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Melius Club

La ricchezza del suono reale.


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Inviato
12 ore fa, Titian ha scritto:

Nella sala da concerto è nettamente a favore del suono riflesso mentre a casa troppi / quasi tutti(?) i sistemi sono molto diretti.

Ed è bene (sarebbe) che lo siano anche se in generale non lo sono affatto. Il suono della sala da concerto deve (dovrebbe) essere nella registrazione non inventato dalla saletta di casa. Il suona della sala di casa deve essere poco prolungato nel tempo, ottenuto sia tramite diffusione che per assorbimento. Più è riflesso e peggio si sente.

ilmisuratore
Inviato
38 minuti fa, Wildwood ha scritto:

se le registrazioni , come è stato detto, risultano essere mediocri e sbiadite copie della realtà?

Se tu dovessi fare una stima, quanto si discosterebbe la registrazione da un esecuzione dal vivo di Karajan?

Inviato
13 ore fa, Titian ha scritto:

Una notevole differenza è la sensazione data dal rapporto suono diretto e quello riflesso. Nella sala da concerto è nettamente a favore del suono riflesso mentre a casa troppi / quasi tutti(?) i sistemi sono molto diretti.

Notate che ho scritto sensazione. Sono in chiaro che a casa bisogna evitare molto le riflessioni. E qui incominciano le contraddizione fra live e riproduzione a casa. 
Pensare che tutte le riflessioni della sala da concerto sono nelle registrazioni può sicuramente essere benevole per il proprio credo ma non è così. 
Il problema poi non solo le riflessioni ma come giungono il suono delle note degli strumenti. I microfoni sono posti molto più vicini agli strumenti rispetto alle file 10-16 quindi sono incisi con caratteristiche che a distanza svaniscono (più o meno). Con molti diffusori si sente molto questa ravvicinanza, sarà spettacolare, sarà un grande aiuto per sentire bene e seguire bene la melodia, ma è una discrepanza dal vivo. Capisco bene che molti dicono il registrato non è dal vivo, anzi che sono due mondi diversi. Attenendosi scrupolosamente al voler riprodurre il contenuto della registrazione diventa chiaramente così con questi tipi di diffusori. Ma il punto principale è che l'audiofilo vuole questo tipo di suono, un suono diretto, chiarissimo, cristallino, con grande trasparenza (oltre a quello del dal vivo). L'audiofilo segue nel suo ascolto della musica la via che negli ultimi decenni l'uomo segue: comodità, essere il più comodo possibile, sentire nel modo più comodo possibile, non far fatica per sentire le differenti voci nella musica. 
Più si fa fatica e peggio si definisce la riproduzione e la registrazione. Tutti parlano di qualità della regisrazione e riproduzione ma nessuno è capace a dire su che criteri lo definisce e se questi sono criteri validi e il perché dovrebbero essere validi.

 

  • Melius 2
Inviato
1 ora fa, grisulea ha scritto:

Ed è bene (sarebbe) che lo siano anche se in generale non lo sono affatto. Il suono della sala da concerto deve (dovrebbe) essere nella registrazione non inventato dalla saletta di casa. Il suona della sala di casa deve essere poco prolungato nel tempo, ottenuto sia tramite diffusione che per assorbimento. Più è riflesso e peggio si sente.

Finalmente è stato detto.

Se ci sono riverberi nella sala da concerto in cui si sta registrando,  questi saranno catturati dalla registrazione e saranno riprodotti da un impianto in grado di farlo.

La nostra stanza di ascolto, non dovrebbe aggiungere riverberi suoi.  

Inviato

@Ggr il periodo d’integrazione 20-60ms ci devono essere altrimenti non sentì una fava. Prima e dopo quest’intervallo sono deleteri per la qualità.

extermination
Inviato

Vietato accapigliarsi sull ABC!

  • Melius 1
Inviato
6 minuti fa, Vmorrison ha scritto:

il periodo d’integrazione 20-60ms ci devono essere altrimenti non sentì una fava. Prima e dopo quest’intervallo sono deleteri per la qualità.

giusto, e il motivo lo dà la psicoacustica ma nessuno degli audiofili si interessa per questa "scienza" che sarebbe la più importante nell'ascolto. Pochi si rendono conto che il "male" c'è sia da un estremo che dall'altro. Nell'acustica ci sono sempre minimi e massimi e anche questi sono relativi ad altri fattori. Questo perché noi tutti non percepiamo nello stesso modo. Ma l'audiofilo si fissa solo su un estremo e ignora l'altro. Quindi vengono fuori affermazioni come "La nostra stanza di ascolto, non dovrebbe aggiungere riverberi suoi.".

  • Melius 1
Inviato

@Titian gli audiofili sono diventati bossofobici, i modi della stanza sono la loro guerra da combattere, il resto non conta. Una guerra che non potranno mai vincere ()  ma combattono. 

  • Melius 1
Inviato
58 minuti fa, Ggr ha scritto:

Finalmente è stato detto

si però ci sono vari dettati

agli estremi della tanta o poca direttività ci sono le trombe e gli omnidirezionali

in mezzo i radiazione diretta standard, che però vanno per la maggiore

Inviato
1 ora fa, Titian ha scritto:

Tutti parlano di qualità della registrazione e riproduzione ma nessuno è capace a dire su che criteri lo definisce e se questi sono criteri validi e il perché dovrebbero essere validi.

Bravo! Punto fondamentale a mio avviso.

Inviato

@audio2 la dispersione ampia e di qualità (diagramma polare) è determinante! La direttività è deleteria. È l’ambiente che va trattato per avere un ottimo suono diffuso, non limitando la dispersione. 

Inviato
38 minuti fa, Vmorrison ha scritto:

gli audiofili sono diventati bossofobici

Non tutti, non tutti... :classic_sleep: 

 

ilmisuratore
Inviato
1 ora fa, captainsensible ha scritto:

Ci sono infiniti modi di trascrivere sul registrato una ripresa in una sala, e a deciderlo non è l'utente finale, ma chi registra il disco.

Senza dubbi 

captainsensible
Inviato

@Vmorrison Una tendenza che va per la maggiore nella progettazione delle regie è quella della LEDE (Live End Dead End).

Supponendo che i diffusori si trovino in una delle due metà in cui viene suddiviso un ipotetico ambiente di ascolto, si rende molto assorbente la metà di ambiente dove sono posti i diffusori e molto diffondente l'altra metà, dove si trova l'ascoltatore.

 

CS

ilmisuratore
Inviato
40 minuti fa, audio2 ha scritto:

si però ci sono vari dettati

agli estremi della tanta o poca direttività ci sono le trombe e gli omnidirezionali

Per entrambi è possibile regolarizzare la direttività, dipende dal contorno, dai coefficienti di assorbimento, dall'energia del campo riflesso e la prevalenza dello stesso 

  • Melius 1

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