one4seven Inviato 27 Febbraio Inviato 27 Febbraio Volete ascoltare un altro bellissimo disco uscito nel 2024? (Domandona... ) Eccolo qua > https://www.discogs.com/release/32276751-Ganavya-Daughter-Of-A-Temple Ganavya – Daughter Of A Temple I riferimenti sono espliciti, e gli ospiti del disco di assoluto rilievo, come lo sta diventando la stessa Ganavya. Travolgenti i 10 minuti di "Om Supreme" con la partecipazione di Vijay Iyer e Immanuel Wilkins. A condire il tutto una eccellente registrazione. 1 1
damiano Inviato 27 Febbraio Autore Inviato 27 Febbraio Io mi sto godendo questo; come ho scritto nel thread dei dischi in ascolto è lo Shorter che preferisco Ciao D. 2
one4seven Inviato 27 Febbraio Inviato 27 Febbraio Ed io invece... "2025 so far" Escono bei dischi a valanga... c'è un fermento impressionante nell'aria. Senza contare quelli ancora "da recuperare" dei recenti anni passati. https://www.discogs.com/release/33197916-Mu-Quintet-Enos Mu Quintet - “Enos” Leeds-based instrumental jazz outfit drawing inspiration from movements within the musical avant-garde. With a sound characterised by rich compositions, explosive improvisation and intricate melodies, they aim to push at the boundaries of the small ensemble. 2
damiano Inviato 1 Marzo Autore Inviato 1 Marzo Ancora John De Leo, grazie a chi ha riaperto il cassetto, ed ho ricordato di avere un CD di qualche anno, del 2008 per la precisione, uscito in una collana di Repubblica. https://www.discogs.com/it/release/1862193-Roberto-Gatto-Progressivamente-Omaggio-Al-Progressive-Rock Roberto Gatto ed altri bravissimi jazzisti italiani che ripropongono alcuni brani del prog che ha fatto scuola, Pink Floyd, KC, ELP. Il disco è un po' 'ambizioso" e secondo me, nonostante la maestria esecutiva, I Talk to The Wind ad esempio, rifatta è, appunto, rifatta. Però una perla assoluta c'è: Sea Song di Wyatt cantata da John DeLeo. La canzone di Wyatt è un capolavoro assoluto e la cover di De Leo mantiene inalterato lo spirito e lo spessore comunicativo originale. Mi emoziono tutte le volte che la ascolto... Ciao D. 2
Questo è un messaggio popolare. minollo63 Inviato 1 Marzo Questo è un messaggio popolare. Inviato 1 Marzo Il batterista Mike Reed (da Chicago) assieme al trio Bitchin Bajas, con il suo recente album “The Separatist Party” è approdato all’etichetta finlandese We Jazz, una delle più vivaci in ambito produzioni discografiche dedicate al nuovo jazz in questi ultimi tempi. Anche in questo caso ci propone una “lezione di modernità” applicata al groove più classico e mainstream, in particolare mette nel mirino la musica di Sun Ra, e al jazz visto e inteso come mutazione continua, contaminandolo con accenni di minimalismo e hip-hop. Ciao ☮️ Stefano R. 3
Questo è un messaggio popolare. minollo63 Inviato 2 Marzo Questo è un messaggio popolare. Inviato 2 Marzo “Small Medium Large” è l'album di debutto di SML, un nuovo quintetto di stanza a Los Angeles formato da alcuni dei nomi più noti della fiorente scena musicale locale, che unisce improvvisazione e influenze globali, spaziando tra jazz, groove, poliritmie e sonorità esotiche. Registrato dal vivo in due serate distinte nel leggendario locale di Highland Park ETA a Los Angeles e meticolosamente editato in studio in post-produzione, riportando alla mente le leggendarie tecniche di Teo Macero utilizzate nei classici “album elettrici” di Miles Davis. Nello specifico, però, distinguendosi per una fusione audace di riferimenti stilistici vari, che vanno da Fela Kuti allo stesso Davis, dal krautrock al funky, dal minimalismo alla fusion. Il suono dell'album lo si può posizionare da qualche parte tra lo sperimentalismo e il free jazz, con la magia del sintetizzatore modulare che fornisce una base su cui i vari musicisti vanno a improvvisare. Il risultato finale è un’esperienza sonora che trasforma e rielabora la tradizione jazzistica in forme ibride e coraggiose, creando sonorità avvolgenti e allo stesso tempo disgreganti, in cui astrazione e rigore musicale si intrecciano in un continuo dialogo tra geografie, tempi e culture tra loro molto distanti. Un disco che esplora la complessità musicale del presente, con un forte legame alle radici del jazz e un’incessante ricerca di nuovi linguaggi musicali. Ciao ☮️ Stefano R. 2 1
minollo63 Inviato 2 Marzo Inviato 2 Marzo La sassofonista Nubya Garcia è una delle artiste di maggior talento della scena jazz inglese di ultima generazione e nel suo secondo lavoro, “Odyssey”, ci troviamo di fronte a un progetto ambizioso e ad ampio respiro. L’album intreccia spiritual jazz, soul, R&B, musica africana, vapori fusion e suoni dub fondendoli con arrangiamenti orchestrali ottenendo così un’opera profondamente personale, in cui l’artista documenta un percorso attraverso composizioni lussureggianti quasi di ispirazione cinematografica. Un grande disco dalle atmosfere sfumate e ariose senza tuttavia sacrificare il groove che la ispira. Ciao ☮️ Stefano R. 2
Questo è un messaggio popolare. Gaetanoalberto Inviato 2 Marzo Questo è un messaggio popolare. Inviato 2 Marzo Scusate il post prima muto. Continuo ad avere poco tempo per un ascolto ragionato. No language di Alexa Nava, un album appena uscito che mi è piaciuto per una musicalità ed una melodia che mi sembrano valide e non già sentite. Non ho trovato filmati da proporvi, l'ho sentito tra le proposte di Qobuz. https://music.youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_mgm9Z4RehXf7ZqdcdKWCFAHnHIaxCLxzI 1 3
damiano Inviato 2 Marzo Autore Inviato 2 Marzo 1 ora fa, minollo63 ha scritto: grande disco dalle atmosfere sfumate e ariose senza tuttavia sacrificare il groove che la ispira. Descrizione perfetta 🙂 Ciao D. 1
Gaetanoalberto Inviato 2 Marzo Inviato 2 Marzo 2 ore fa, minollo63 ha scritto: Odyssey Ascolto di nuovo dopo il tuo post. La prima volta forse avevo dedicato poca attenzione. Molto bello. Condivido il commento 1
Questo è un messaggio popolare. Gaetanoalberto Inviato 2 Marzo Questo è un messaggio popolare. Inviato 2 Marzo Stavolta mi sparo finalmente il contributo intelligente: non so se ne avete parlato, ma qui siamo proprio nei panni dei confini, con un trio british che, hai voglia a dire che di musica buona se ne fa mica tanta, ha partorito tanta roba, principalmente live, in un tempo relativamente breve. Liminal Space è del 2021 e magar si può partire da qui per esplorare la musica della band, un bel disco, aperto, con influenze che vanno dal free, a richiami afrobeat, all'Asia. Rubo delle belle parole di Marco Sgrignoli: <<...il disco dà valore a quella capacità che il jazz ha - e il rock invidia - di reinventarsi senza scossoni di generazione in generazione, adattandosi alle orecchie di nuovi ascoltatori e musicisti senza richiedere loro una conoscenza enciclopedica del suo passato ...>>. Idris Rahman (sax), Emre Ramazanoglu (batteria), Liran Donin (basso), aumentano con contributi digitali a distanza le sonorità con la collaborazione di Tamar Osborn, Ahnanse, Theon Cross, Sarathy Korwar, Kaidi Akinnibi, Oli Savill, Ralph Wyld, Robin Hopcraft. Sei fiatisti e due percussionisti, che suonano nel londinese, ma che guardano a terre lontane, formando una specie di big band multietnica a distanza. Bellino (issimo), ipnotico e variegato. In coda vi aggiungo un brano da altro loro lavoro e che mi parve interessante. 2 1
Questo è un messaggio popolare. damiano Inviato 3 Marzo Autore Questo è un messaggio popolare. Inviato 3 Marzo Visto che a molti è piaciuta l'ultima prova di Ambrose Akinmusire, posto qualcosa che me lo fece "scoprire" al tempo. Era il 2016 ed ero preso dal chitarrista austriaco Wolfgang Muthspiel, metheniano doc, che suonava per ECM. A nome Muthspiel uscì "Rising Grace" con il chitarrista che si univa al trio di Mehldau con Grenadier e Blade e la voce melodica era il giovane trombettista americano Ambrose Akinmusire, poco più che trentenne, lanciato verso il successo. https://www.discogs.com/it/master/1103780-Wolfgang-Muthspiel-Rising-Grace Il disco è molto bello, rispecchia appieno i canoni estetici di ECM e la tromba di Akinmusire ha il compito di proiettare il messaggio sonoro verso visioni inaspettate. Vi lascio un pezzo dove quanto intendo dire, non è facile a parole, si capirà meglio. "Triad Song" si dipana abbastanza "normalmente" attraverso l'interpretazione spettacolare dei solisti, il solo di Mehldau è da leccarsi i baffi, fino ad arrivare alla chiusura, affidata ad Ambrose che è totalmente inaspettata ed offre la visione di quello che sarà in grado di proporre in futuro. Tra le altre cose penso sia uno degli LP meglio suonanti passati da casa mia. Ciao D. 3
one4seven Inviato 3 Marzo Inviato 3 Marzo Bene bene, vi vedo in forma! L'ultimo di Ambrose Akinmusire sta spopolando... a ragione!
damiano Inviato 3 Marzo Autore Inviato 3 Marzo 2 ore fa, one4seven ha scritto: L'ultimo di Ambrose Akinmusire sta spopolando... a ragione! Per curiosità e per evitare di compulsare pagine; c'è nel thread dei migliori dischi del 2025? Grazie in anticipo Ciao D.
one4seven Inviato 3 Marzo Inviato 3 Marzo @damiano Si, ce lo avevo messo io. Ed aggiungo che, questo 3d, mi piace assai che sia anche una finestra sulle nuove uscite, con approfondimenti e collegamenti tra "nuovo e vecchio", giustamente intorno al genere in oggetto. Sta diventando un bel punto di riferimento. 2
one4seven Inviato 3 Marzo Inviato 3 Marzo Per la peppa che bel disco quello di Mike Reed, grazie @minollo63 “Small Medium Large” idem, ma già lo conoscevo, dato che c'è stato un bell'hype su quel lavoro tra gli appassionati. Però “The Separatist Party” mi ha preso subito a bomba! 2
Gidaloz Inviato 3 Marzo Inviato 3 Marzo @minollo63 @one4seven Grazie mille ad entrambi per The Separatist Party di Mike Reed. Disco godibilissimo!
damiano Inviato 4 Marzo Autore Inviato 4 Marzo 12 ore fa, one4seven ha scritto: Mike Reed A me piacciono molto di più dal vivo 🙂 Una bella descrizione del gruppo https://www.periscope-lyon.com/en/artists/the-separatist-party/ Ciao D. 1 1
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