garmax1 Inviato 30 Gennaio Inviato 30 Gennaio 5 ore fa, Plot ha scritto: deepseek la traduce cosi' : "Non si dice asino a un asino, non si disprezza Dio. Non si dice vacca mora se non ha un pelo." sara' cosi ? boh Prova con quella di musk...
garmax1 Inviato 30 Gennaio Inviato 30 Gennaio @Plot Questa frase significa: "Non si dice vacca mora se non ha un pelo". Il senso è che non si deve giudicare o etichettare qualcosa o qualcuno basandosi solo sull'apparenza o su informazioni superficiali. 1
mauriziox60 Inviato 30 Gennaio Inviato 30 Gennaio Hai voglia a mettere rum, nu strunz non addiventa mai babà. 1
davenrk Inviato 30 Gennaio Inviato 30 Gennaio Ai colleghi al lavoro verso pranzo: "nem a magnarghela". Andiamo a magnar......
appecundria Inviato 30 Gennaio Autore Inviato 30 Gennaio 7 ore fa, LaVoceElettrica ha scritto: Ma, almeno, l'hai capita? Mi sembra evidente, poi è conosciutissima. Si riferisce all'usanza di una portata di formaggio a fine pranzo prima del dolce e dopo il secondo piatto. Nella cucina napoletana è una portata che non si usa molto.
Guru Inviato 30 Gennaio Inviato 30 Gennaio A s fa prima a saltaral che a girargh intoran (si fa prima a saltarlo che a girargli intorno, riferito a una persona "piuttosto robusta")
Guru Inviato 30 Gennaio Inviato 30 Gennaio 9 ore fa, Guru ha scritto: "A ogni badilas al so' mandgas* "Bruta in fasa bela in piasa / bela in fasa bruta in piasa" Traduzione: "A ogni badilaccio il suo manicaccio", come dire che Dio li fa e poi li accoppia. "Brutta in fasce bella in piazza / bella in fasce brutta in piazza" Si diceva che le bebè belle diventavano brutte ragazze, e viceversa.
simpson Inviato 30 Gennaio Inviato 30 Gennaio 8 ore fa, Plot ha scritto: deepseek la traduce cosi' : "Non si dice asino a un asino, non si disprezza Dio. Non si dice vacca mora se non ha un pelo." sara' cosi ? boh Fare un piacere ad uno che non lo apprezza, che non è in grado di capire, è come fare un dispetto a Dio. L’altro è: la vacca non la direbbero nera, se non avesse almeno un pelo nero, cioè a dire: se girano voci su una persona, qualcosa avrà pur fatto per meritarselo. 1
simpson Inviato 30 Gennaio Inviato 30 Gennaio Un alto e un basso fa un gualìvo (un risultato positivo e uno negativo si pareggiano) uno più spinto: te vedarè che se te ghe lo meti in man no lo mòla mia par tera (vedrai che se glielo metti in mano non lo lascia cadere) 2
briandinazareth Inviato 30 Gennaio Inviato 30 Gennaio alcuni dei cavalli di battaglia di mio nonno :) cum sos mannos ista comenti et in su fogu: non tantu accurzu, non tantu luntanu est a ponni deus po' mrexiani fai commenti fainti in bosa: candu proi, lassant’a proi homine fattu cum dinari, non balet nudda imparai babbu a fai fillus con i potenti stai come con il fuoco: non tanto vicino, non tanto lontano. confondere dio con una volpe fai come fanno a bosa: quando piove lascia piovere uomo fatto con i soldi non vale nulla insegnare al padre a fare figli
bambulotto Inviato 30 Gennaio Inviato 30 Gennaio 'A monaca 'e Casale: muscio nun 'o sentèva e tuost le faceva male.
Questo è un messaggio popolare. 31canzoni Inviato 30 Gennaio Questo è un messaggio popolare. Inviato 30 Gennaio Vera sentita da me discorso tra due ottantenni. "Come mai to fiola l'ha sposa' chel lì che l'è roerso?" Risposta "Na olta l'ha la visto pissar" 3
giaga Inviato 30 Gennaio Inviato 30 Gennaio "A taula e a let nesun rispet" Non credo serva traduzione; Lo diceva mia nonna a noi nipoti, maschi e femmine!
giaga Inviato 30 Gennaio Inviato 30 Gennaio "Can che la mer(d)a la monta en scagn o che la spusa o la fa dan"
ferrocsm Inviato 30 Gennaio Inviato 30 Gennaio Noi della montagna parmemse abbiamo un dialetto tutto nostro, per darvi un'idea di come è strano, se andiamo a Genova e parliamo in italiano i genovesi ci riconoscono come emiliani, se andiamo a Parma e parliamo in dialetto i parmigiani ci riconoscono come liguri, se torniamo a Genova e parliamo in dialetto i genovesi ci dicono: ma da dove ca..o venite? Se passando dalle mie parti vi capitasse di chiedere dove andare a mangiare e trovaste lo spiritoso potreste avere come risposta il "don-din-dan" che non è il campanile, ma sta a significare il "dove ne danno" A parma in tanti ricordano ancora anche se sono trascorsi cinquant'anni dalla scomparsa, un alcolista sfegatato e termine non fu mai più giusto, un uomo che buttò via la sua vita con l'alcol. Eppure Ettore Bonazzi, "in arte" Stopàj, "turacciolo in italiano" entrò davvero nella storia del costume parmigiano con le sue battute, questa è un poco irrispettosa ma ne fa capire il personaggio: Stopaj era fermo davanti a una pescheria in borgo XX Marzo, stava fermo davanti a una bacinella piena di pesciolini, quelli che volgarmente noi chiamiamo, pèss putana. Passò di lì il prete che era solito fargli sempre le solite prediche perché in "basa" perenne e gli chiese "Co' fät Stopaj?". "A' sérc to' soréla..."rispose lui. Un'altra: Stopàj camminava a testa bassa perché cercava qualcosa che aveva perso. Un amico gli ha chiesto. "Stopàj, hai perso qualcosa?" "J'ho pèrs l'arloj", rispose Stopàj. "Dove l'hai perso?" "L'ho pèrs la dardè". "Allora perché lo cerchi qui?" "Al sérchi chi parchè l'andäva avanti".
Questo è un messaggio popolare. Gaetanoalberto Inviato 30 Gennaio Questo è un messaggio popolare. Inviato 30 Gennaio "Ccu amici e ccu parenti, nunn accattari e nun vinniri nienti." Pregherei l'amministrazione di metterlo come sottotitolo nel mercatino. 1 2
giaga Inviato 30 Gennaio Inviato 30 Gennaio Per definire un uomo ricco: "l'è on che se'l pisa a let el pol di ch'l ga sudat"
penteante Inviato 30 Gennaio Inviato 30 Gennaio 13 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto: "Ccu amici e ccu parenti, nunn accattari e nun vinniri nienti." E' una delle mie regole di vita...
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