Kat62 Inviato Giovedì alle 19:21 Inviato Giovedì alle 19:21 Ma volevo chiedere,sapete che differenza c'è tra l'uscita del vinile Animal 2018 remix dei Pink Floyd edizione 2022 e 2025? Si equivalgono a livello qualitativo? Marco
nickfats Inviato Venerdì alle 08:49 Inviato Venerdì alle 08:49 Il 29/10/2025 at 19:48, analogico_09 ha scritto: Non mi pare sentire riferimenti stilistici provenienti da Gershwin nelle orge del Black Saint and the Sinner Lady. Non dimentichiamo che il nostro ha una storia personale di musicista che parte da ambizioni classiche moderne (studiava Schoenberg e Stravinsky) e tracce di tali influenze sono innegabilmente presenti nelle sue sontuose orchestrazioni, da Third Stream, di questa ambiziosa e poliedrica opera magna, oltre a quelle piú dionisiache e popolari. Certo Ellington in primis, e piú di tutto, ma anche echi di musica colta e da qui a Gershwin, al quale Mingus omaggia nel suo primo capolavoro Pithecanthropus Erectus una coloratissima e rumoristica rielaborazione di ‘A Foggy Day’.
Helsabot Inviato Venerdì alle 09:49 Inviato Venerdì alle 09:49 Il 26/10/2025 at 10:59, nickfats ha scritto: Registrato con un gruppo di 11 elementi, Mingus ha successivamente rimodellato “The Black Saint and the Sinner Lady” (1963) con la tecnica dell’overdubbing, realizzando un gioco di stratificata, complessa e coloratissima orchestrazione, che si snoda tra le emozioni rappresentate nei sei momenti del balletto, torturato tra amore e lotta e intriso di molteplici riferimenti stilistici, a Ellington e Gershwin, all’avanguardia contemporanea ormai esplosa, ma anche alle radici blues, flamenco e gospel. Il risultato è uno dei punti piú alti per il jazz d'avanguardia negli anni '60 e della sua discografia. Uno dei miei dischi preferiti in assoluto
analogico_09 Inviato Venerdì alle 10:50 Inviato Venerdì alle 10:50 1 ora fa, nickfats ha scritto: Non dimentichiamo che il nostro ha una storia personale di musicista che parte da ambizioni classiche moderne (studiava Schoenberg e Stravinsky) e tracce di tali influenze sono innegabilmente presenti nelle sue sontuose orchestrazioni, da Third Stream, di questa ambiziosa e poliedrica opera magna, oltre a quelle piú dionisiache e popolari. Certo Ellington in primis, e piú di tutto, ma anche echi di musica colta e da qui a Gershwin, al quale Mingus omaggia nel suo primo capolavoro Pithecanthropus Erectus una coloratissima e rumoristica rielaborazione di ‘A Foggy Day’. E chi se lo scorda, ho sempre sottolineato il fatto che Minus sia un musicista a tutto tondo che fece tesoro anche delle ascendenza della musica classica, e con effetto di reciprocità, nel senso che il jazz non solo mingusiano fu influenzato dalla classica e la classica dal jazz, riassumendo. Ne parlavo recentemente anche qui. https://melius.club/blogs/entry/141-le-balene-del-barone-mingus/#findComment-655 Ciò che intendevo dire è che non mi pare sentire specifici elementi compositivi di forma, stile e di linguaggio gerswiniani nel capolavoro del "pitecantropo". Attingendo alla composizione dell'eccellente musicista bianco che, come tanti altri songs, canzoni, ballate, dello stesso finirono per diventare degli "standard" sui quali i musicisti jazz improvvisavano in mille diversi modi, non sigifica che il grande contrabbasista, compositore, bandleader, innovatore assoluto del jazz, riproponga i modi compositivi di Gershwin. Mingus ne riprende il tema, la melodia, per stravolgerla completamente verso le sue personalissime direzioni formali, stilistiche, improvvisative, sonore; insomma il tema del A Foggy Day si trasforma con Mingus in un nobilissimo "pretesto/spunto" attraverso cui creare una rielaborazione musicale totalmente diversa dall'esecuzione più fedele al delizioso brano originale come potrebbe essere ad esempio quella che segue alla quele affianco la rielaborazione mingusiana. Non sono un esperto di analisi strutturali musicali approfondire, potrei sbagliare ma credo che certe differenze siano evidenti. 1
Questo è un messaggio popolare. nickfats Inviato Venerdì alle 13:41 Questo è un messaggio popolare. Inviato Venerdì alle 13:41 La turnee europea di Mingus che nel 1964 segue la pubblicazione di The Black Saint and the Sinner Lady é semplicemente trionfale. Porta con se un brillante sestetto, con il contributo esplosivo di un Eric Dolphy in stato di grazia. Dopo la prima serata a Parigi si perde quello della tromba di Coles, ricoverato d’urgenza in ospedale, e lui é costretto a riarrangiare tutto per un quintetto, ma la musica non ne soffre. Io Mingus me lo sono goduto dal vivo un decennio piú tardi, nella sua ultima fase, quando ha portato anche in Italia Adams e Pullen, ma qui siamo su ben altri livelli. L’ascolto di questo triplo LP e l’immaginarsi cosa deve essere stato sentirli dal vivo é un’esperienza da brividi. Purtoppo Eric decide di trattenersi in europa e, tristemente, muore in un pronto soccorso di Berlino per crisi diabetica non gestita dai medici… che lo credevano il classico caso di nero in overdose. Un durissimo colpo per Mingus, che ha un vero e proprio crollo, che lo porta anche in ospedale psichiatrico e lo riduce in miseria lontano dalle scene. La risalita sará lunga ma ci saranno altri dischi meravigliosi, fino ad essere crudelmente stroncato da una tremenda malattia che lo costringe su una sedia a rotelle… e chiude la sua parabola terrena a soli 56 anni. In queste registrazioni imperdibili per gli appassionati del Jazz, pubblicate in francia nel 1971 come Memorial Charles Mingus - The Great Concert Paris 1964, il suo ruggito piú potente, la sua arte piú genuina. 4 1
analogico_09 Inviato Sabato alle 12:24 Inviato Sabato alle 12:24 22 ore fa, nickfats ha scritto: La turnee europea di Mingus che nel 1964 segue la pubblicazione di The Black Saint and the Sinner Lady é semplicemente trionfale. Vinci facile con questi terribili capolavori mingusiani Guarda la coincidenza, parli del grande, divino Dolphy ed entro in questo topic mentre sto ascoltando proprio lui, protagonista di un'altra leggendaria seduta musicale live del jazz, quella che si svolse il 16 Luglio 1962 al mitico Five Spot Cafè di N.Y. e che fu rilasciata nel 1974, anno in cui lo acquistai, in cofanetto triplo LP dalla Prestige dal titolo "The Great Concert of Eric Dolphy". Mi dilungherò un po', mi trasferisco nel topic del jazz https://melius.club/topic/1001-jazz/page/88/#findComment-1626303 2
Spadaccino1 Inviato Sabato alle 13:18 Inviato Sabato alle 13:18 51 minuti fa, analogico_09 ha scritto: cofanetto triplo LP dalla Prestige dal titolo "The Great Concert of Eric Dolphy". Bellissimo! Lo possiedo anch'io e ogni tanto mi delizia. Anzi, ora che ho la EMT ancora montata, gli faccio ( a Dolphy) fare un giro con la svizzerotta....😗 1
analogico_09 Inviato Sabato alle 14:37 Inviato Sabato alle 14:37 Il 31/10/2025 at 14:41, nickfats ha scritto: Purtoppo Eric decide di trattenersi in europa e, tristemente, muore in un pronto soccorso di Berlino per crisi diabetica non gestita dai medici… che lo credevano il classico caso di nero in overdose. Altro caso di razzismo criminale questo però made in Europe. Ricorda il caso controverso di Bessie Smith che morì dissagnata in seguito ad un incidente d'auto perchè respinta dai pronto soccorso degli ospedali bianchi.., arrivò troppo tardi all'ospedale dei "negri". La prima edizione in vinile del concerto parigino roporta un errore che fu modificato nelle successive edizioni in CD. Nel primoo dei tre dischi il brano "So Long Eric" (una preveggenza?) fu accreditato erroneamente come "Goodbye Pork Pie Hat", in seguito corretto. Nelle edizioni in CD inoltre non figura nei crediti John Coles che abbandonò il sestetto dopo l'esecizione del So Long Eric alla quale non partecipò per urgenti motivi di salute il sestetto, si era limitato a fare la presentazione del gruppo.
Questo è un messaggio popolare. PL-L1000 Inviato Sabato alle 22:13 Questo è un messaggio popolare. Inviato Sabato alle 22:13 3
Questo è un messaggio popolare. maabus Inviato Domenica alle 17:23 Questo è un messaggio popolare. Inviato Domenica alle 17:23 3
PL-L1000 Inviato Domenica alle 17:51 Inviato Domenica alle 17:51 Third Ear Band-Alchemy Una bella stampa inglese, presa usata da Disfunzioni Musicali a Roma nel 1994 per 25.000 Lire...anche allora i dischi non è che te li tirassero proprio dietro.
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