Questo è un messaggio popolare. nebraska Inviato 29 Marzo 2021 Questo è un messaggio popolare. Inviato 29 Marzo 2021 Leggendo l'ultimo libro del noto romanziere Haruki Murakami, già in odore di Nobel e grande appassionato di musica classica nonchè audiofilo provetto, si può leggere un racconto in cui i due personaggi, l'autore stesso e una sua amica discettano su quale sia il brano di pianoforte che preferiscano. e entrambi inaspettatamente convergono sul Carnaval come pezzo da isola deserta. Riporto il brano perchè assai interessante "Nel senso che non trovammo mai nessun altro che amasse Carnaval di Schumann piú di ogni altra composizione musicale. Da quel giorno l’ascoltammo su un gran numero di dischi e di cd. Stando al taccuino che ho conservato (su ogni performance annotavo commenti minuziosi), sentimmo Carnaval nell’esecuzione dal vivo di tre pianisti, oltre che in quarantadue registrazioni su disco o cd. E ogni volta ci confrontavamo poi in discussioni infervorate, lei e io a quattr’occhi. In realtà un gran numero di pianisti di ogni Paese aveva registrato Carnaval, era uno dei pezzi preferiti di molti repertori. Eppure quando dovevamo decidere chi ci convincesse davvero, scoprimmo che il numero diminuiva drasticamente. Per quanto una performance fosse buona − diciamo pure perfetta − dal punto di vista tecnico, se il modo di usare la tecnica si scostava anche solo un poco dallo spirito della musica, Carnaval diventava un semplice esercizio per le dita. Perdeva il suo fascino. Per dirla tutta, era un pezzo estremamente difficile da interpretare dal punto di vista espressivo. Alla portata solo di un pianista eccezionale. Non voglio fare nomi, ma non sono poche le esecuzioni di musicisti di fama internazionale del tutto prive di interesse. Ma c’è anche da dire che molti pianisti se ne tengono alla larga. Vladimir Horowitz ha suonato con entusiasmo la musica di Schumann per tutta la vita, ma per qualche ragione non ha lasciato nemmeno una registrazione autorizzata di Carnaval. E la stessa cosa si può dire di Svjatoslav Richter. Mentre non sono il solo a sperare di ascoltarlo una volta nell’interpretazione di Martha Argerich. Quando terminammo di ascoltare tutte e quarantadue le registrazioni, lei dichiarò di preferire quella di Arturo Benedetti Michelangeli, mentre per me la migliore era quella che Arthur Rubinstein aveva inciso per la Rca. Naturalmente la nostra era una classifica senza alcun valore, anche se avevamo studiato con attenzione quei dischi uno per uno. Carnaval è una composizione del periodo iniziale, quindi gli spiriti maligni non mostrano ancora chiaramente il loro volto. La scena è la festa di Carnevale, con tanti personaggi che portano maschere allegre sul viso. Però non è un semplice, gioioso Carnevale. Nella musica, le creature che sono destinate a diventare dei demoni a poco a poco rivelano le loro vere sembianze. Ma si presentano con quelle maschere ingannevoli. Soffia un vento di primavera precoce, un vento di cattivo augurio. E tutti brandiscono pezzi di carne sanguinolenta. Perché è la festa della carne, l’ultimo giorno in cui si può mangiare carne prima della Quaresima. Ecco, è questo tipo di musica. – Di conseguenza il pianista che suona Carnaval deve esprimere tutte e due gli aspetti: la maschera e il volto che nasconde. È questo che vuole dire? – chiesi. Lei annuí. – Sí. Esattamente questo. Se un pianista non lo sa fare, non ha senso che suoni quest’opera. Tutti noi, chi piú chi meno, viviamo con una maschera sul viso. Perché senza maschera, non saremmo in grado di far fronte a questo mondo violento. Dietro la maschera di un demone si cela il volto di un angelo, e dietro la maschera di un angelo quello di un demone. Non si può essere solo l’una o l’altra cosa. Siamo fatti cosí. È questo il Carnevale. E Schumann è riuscito a vedere nello stesso tempo i diversi aspetti dell’essere umano. La maschera e quello che c’è sotto. Perché lui stesso era un uomo profondamente dissociato. Un uomo che viveva nello spazio esiguo, soffocante, tra la sua maschera e il suo vero volto." Haruki Murakami - Prima persona singolare - Einaudi Qual è il vostro Carnaval preferito? E concordate sulla disamina di Murakami ? 4 1
Alpine71 Inviato 29 Marzo 2021 Inviato 29 Marzo 2021 Ecco questi messaggi acuiscono la ferita del patrimonio disperso. @nebraska c'era un bellissimo post in cui ognuno aveva stupendamente discettato sul Carnaval, sulle sue sfaccettature e sulle sue interpretazioni. Concordo io per primo circa il fatto che sarebbe stato bellissimo ascoltare il Carnaval horowitziano, è noto che Volodia lo eseguì in modo non eccelso (e sono generoso) a fine carriera. Lo attendo invece da Beatrice Rana la quale, a mio modo di vedere, ha le qualità per ricavarne una splendida versione. Sul passato, come nel precedente, io dico: 1. Arturo Benedetti Michelangeli nelle registrazioni di Londra 1957 e Berna 1972, quest'ultima segnalata da altro forumer di cui non rammento il nome. 2. Eliso Virsaldze nell'incisione del 1971, che per pura passione ho acquistato due anni fa da un rivenditore russo. 1
Iohannes Inviato 29 Marzo 2021 Inviato 29 Marzo 2021 @nebraska Bella questa paginetta di Haruki Murakami, autore che, seppur ripetutamente consigliatomi, non ho mai iniziato a leggere seriamente. La disamina che dà secondo me è interessante e la riflessione un po' pirandelliana sulle maschere è molto suggestiva per il Carnaval e per Schumann, che si è sempre dilettato a celare se stesso dietro le maschere. Anche per me l'interprete di riferimento, se mi si mette la pistola alla tempia, è ABM: praticamente tutte le registrazioni che abbiamo del Carnaval sono artisticamente di grande valore. La mia prediletta è quella del '57, ma anche, per quanto cupa, larga nei tempi, e diversissima, quella EMI del 1975 è molto interessante. Poi ci sono molti altri interpreti validissimi per quest'opera stupenda: solo un nome, Sofronitsky...un Carnaval inquieto e a tinte molto forti. Horowitz avrebbe potuto fare cose miracolose: purtroppo però c'é quella registrazione di Tokyo del 1983 quando era proprio in pessime condizioni psicofisiche. Un saluto a tutti, Angelo
Questo è un messaggio popolare. Grancolauro Inviato 30 Marzo 2021 Questo è un messaggio popolare. Inviato 30 Marzo 2021 @nebraska grazie, anche a me è piaciuta questa interpretazione di chiave "psicanalitica" di Carnaval. Sono poi un appassionato lettore di Murakami: motivo in più per leggere questo suo nuovo libro che non conoscevo. Non so tuttavia se questa interpretazione mi convince del tutto. L'idea, in sintesi, sarebbe questa: Carnaval non è semplicemente una rassegna di maschere molto diverse tra loro; in ciascuna variazione risuonerebbe la tensione latente tra la maschera e quello che ci sta sotto, tra angeli e demoni, una tensione irrisolvibile, costitutiva dell'essere umano, che in Schumann assunse purtroppo la forma di una malattia mortale. Ora, a me sembra che questa interpretazione regga per le variazioni in cui è Schumann a "parlare", per così dire. In queste variazioni sono evidenti i cambi di umore, sotto forma di variazioni repetentine tra tonalità maggiori e minori, e modulazioni verso tonalità lontane. Il Préambule, ad esempio, parte in LAb maggiore ma poi passa subito in LAb minore, e lo stesso passaggio si trova anche più avanti nella variazione. Come se Schumann volesse fin da subito creare una lotta radicale tra due espressioni dello stesso volto, sotto forma di tonalità che si oppongono. Lo stesso vale per la marcia dei seguaci di David con cui si chiude Carnaval. Ma non sempre le cose stanno così. Alcune variazioni hanno un volto univoco e ben delineato. "Chopin", ad esempio, è una variazione in cui Schumann si inventa una scrittura più chopiniana di quella di Chopin! La maschera qui corrisponde al volto, anzi è più "vera" dell'originale. Ed in effetti non si tratta di una maschera, come nel caso di Pierrot, Colombina, Arlecchino o Pantalone, ma di un personaggio reale, come nel caso di Paganini. Per non parlare poi delle variazioni nella quali ad essere raffigurati non sono né maschere né personaggi reali, ma idee astratte (ASCH), sentimenti (Aveau), immagini fuggitive (Reconaissance). A volte, inoltre , Schumann oppone tra loro due variazioni, come nel caso di Eusebio e Florestano, che sono poi i due pseudonimi che il compositore utilizzava nei suoi saggi critici: sdoppiamento della personalità che diventa sdoppiamento di temi e architetture musicali. Insomma, per non farla troppo lunga, Carnaval è molto più complicato e criptico di quanto suggerisce Murakami, mi sembra. A complicare ulteriormente le cose, continuando a seguire lo spunto di Murakami, è poi la maschera che indossa l'interprete nel momento in cui esegue questo brano. Maschera che si sovrappone ad altre maschere in un gioco di specchi che scatenerebbe l'entusismo di Jung 😅 A Murakami piace Rubinstein, e in effetti questo pianista pone particolarmente in evidenza i cambi di tono e di umore all'interno di ciascuna variazione. Altri pianisti indossano maschere diverse per partecipara alle sfilata. Michelangeli, ricordato da @Iohannes, indossa quella del dio creatore che consente agli umani di accedere all'esperienza del sublime, lavorando sul suono, sul fraseggio, sui dettagli più minuti, creando mondi interi a partire da ogni variazione. Sofronitsky assume la maschera del demone vendicatore, Arrau quella del dandy raffinato e suadente, Eliso Virsaldze, ricordata da @Alpine71, quella di una lama affilata che incide ogni variazione sull'acciaio, come se stesse realizzando un'opera brutalista. A me piace anche la maschera di Youri Egorov, che offre la partiturà così come, nella sua nuda immediatezza, forse perché tante erano le maschere che Egorov era costretto a indossare nella vita reale che quando si sedeva al pianoforte ciò che offriva al pubblico era la musica nella sua essenza, priva di qualsiasi artificio. Molti altri interpreti, ciascuno con la propria maschera, si potrebbero ricordare, tanta è stata ed è tutt'ora l'attrazione che questo brano esercita misteriosamente su qualsiasi pianista. Grazie ancora dello spunto e buona giornata a tutti! 4
Membro_0015 Inviato 30 Marzo 2021 Inviato 30 Marzo 2021 Il carnaval e'il pianoforte romantico ai suoi massimi. Abbiamo cortot e michelangeli su tutti e su due versanti opposti
Alpine71 Inviato 30 Marzo 2021 Inviato 30 Marzo 2021 @Grancolauro bellissime le tue considerazioni e concordo sulla versione di Egorov, almeno quella che avevi postato dal Tubo: un concerto in cui si prende dei rischi notevoli (almeno questa è la mia impressione) raggiungendo vette notevolissime. Di Eliso Virsaladze io, come negli studi di Chopin, adoro l'apparente sfrontatezza, il ritmo martellante, il "taglio chirurgico di un bisturi invernale" di questo iceberg dalle mille sfaccettature che è questa mirabile composizione; che, a parer mio, però può essere ancora esplorata; attendo le nuove leve
nebraska Inviato 31 Marzo 2021 Autore Inviato 31 Marzo 2021 @Grancolauro belle le tue considerazioni, chapeau sull'ultimo murakami lo consiglio solo se sei un completista...è abbastanza opera minore rispetto al resto della produzione
Grancolauro Inviato 1 Aprile 2021 Inviato 1 Aprile 2021 @nebraska grazie. Di Murakami ho letto quasi tutto e quindi mi sa che leggerò anche questo 🙂
Max440 Inviato 1 Aprile 2021 Inviato 1 Aprile 2021 Il 29/3/2021 at 11:20, nebraska ha scritto: Tutti noi, chi piú chi meno, viviamo con una maschera sul viso. Perché senza maschera, non saremmo in grado di far fronte a questo mondo violento. Dietro la maschera di un demone si cela il volto di un angelo, e dietro la maschera di un angelo quello di un demone. Non si può essere solo l’una o l’altra cosa. Siamo fatti cosí. È questo il Carnevale. E Schumann è riuscito a vedere nello stesso tempo i diversi aspetti dell’essere umano. La maschera e quello che c’è sotto. Perché lui stesso era un uomo profondamente dissociato. Un uomo che viveva nello spazio esiguo, soffocante, tra la sua maschera e il suo vero volto. Bellissima questa citazione. Io, da organista, prediligo una forma ed una struttura musicale più "granitica", e per questo ho un rapporto "ansioso" con la musica di Schumann. Ma non si può negare che il lasciarsi trascinare nel suo dualismo, è una cosa che mette i brividi... e solo un grandissimo "uomo/interprete" può parlarci attraverso il suo linguaggio. Ascolterò con attenzione Michelangeli, che (udite udite) non ho mai ascoltato in Schumann ... 🤫
maverick Inviato 1 Aprile 2021 Inviato 1 Aprile 2021 1 ora fa, maxnalesso ha scritto: Ascolterò con attenzione Michelangeli, che (udite udite) non ho mai ascoltato in Schumann ... Max , ti tolgo il saluto 😂 E comunque, anche se si va un attimo fuori tema, ... che meraviglia sono gli schizzi op.58 per organo !!
Max440 Inviato 2 Aprile 2021 Inviato 2 Aprile 2021 9 ore fa, maverick ha scritto: che meraviglia sono gli schizzi op.58 per organo !! Schumann aveva una venerazione profonda per Bach (insieme all'amico Mendelsshon): i suoi "studi" organisitici sono davvero bellissimi, confermo 👍
Iohannes Inviato 2 Aprile 2021 Inviato 2 Aprile 2021 14 ore fa, maxnalesso ha scritto: Ascolterò con attenzione Michelangeli, che (udite udite) non ho mai ascoltato in Schumann ... Ahhhhhhhh....credo che tutto lo Schumann di Michelangeli meriti l'ascolto. Per quanto riguarda il Concerto op. 54 è celebre la registrazione con Dimitri Mitropoulos del 1948. ABM debuttava negli USA, a New York, e doveva mostrare di non sfigurare al cospetto di Horowitz. Ne hanno dato un'interpretazione dionisiaca, piena di fuoco e slancio: Ci sono altre registrazioni del Concerto di Michelangeli, anche più rifinite ed equilibrate, ma questa ce lo presenta nella veste di dionisiaco, mentre si è più spesso abituati a pensarlo un pianista apollineo. Un saluto a tutti, Angelo
Max440 Inviato 5 Aprile 2021 Inviato 5 Aprile 2021 Il 29/3/2021 at 15:44, Iohannes ha scritto: purtroppo però c'é quella registrazione di Tokyo del 1983 ... Epperò... per la miseria: a parte le note sbagliate, c'è tantissima MUSICA in questa versione, dai ... 😍 https://www.youtube.com/watch?v=t2LdoCuJP6M Ciaooo, Max
Grancolauro Inviato 14 Aprile 2021 Inviato 14 Aprile 2021 C’è stato un momento, ormai una ventina di anni fa, in cui Sigurd Slattebrekk sembrava destinato a diventare una stella di prima grandezza nel panorama musicale. Poi si è ritirato dalle scene improvvisamente, inghiottito da se stesso, dalla vita, da chissà cos’altro. Tra i suoi cavalli di battaglia di allora c’era proprio Carnaval. Una versione orchestrale e mirabolante la sua, piena di invenzioni. Sul Tubo ho trovato soltanto alcuni pezzi sparsi di quell’interpretazione. Vale la pena ascoltarli comunque, credo.
Alpine71 Inviato 15 Aprile 2021 Inviato 15 Aprile 2021 17 ore fa, Grancolauro ha scritto: Sigurd Slattebrekk non l'avevo mai sentito...beh, nei pezzi tecnicamente complicati è notevole. Grazie
Grancolauro Inviato 15 Aprile 2021 Inviato 15 Aprile 2021 @Alpine71 Slattebrekk è soltanto una piccola curiosità in effetti. Esiste un cd con le sue incisioni di Schumann, se a qualcuno venisse voglia di ascoltarle a tempo perso
analogico_09 Inviato 15 Aprile 2021 Inviato 15 Aprile 2021 Il 29/3/2021 at 11:20, nebraska ha scritto: Di conseguenza il pianista che suona Carnaval deve esprimere tutte e due gli aspetti: la maschera e il volto che nasconde. Molto intrigante questa osservazione che mi ha incuriosito e spinto ad ascoltare due interpretazioni a confronto della magnifica opera di Schumann. Entrambi ascolti vinilici: Nikita Magaloff e Daniel Baremboim. Mi piacciono entrambi, difficile segliere tra due grandi interprtazioni. Baremboim mi è parso tecnicamente "roccioso", più "classico" e con molta espressione, sia chiaro; Magaloff forse tratteggia con maggior "brio", con più liberta di tocco e di frase, di "immaginazione", il lato festoso", "faceto" dell'opera, ovvero la "maschera" dietro la quale mi è sembrato intravedere anche il "volto", il "doppio" speculare e contrario, la stessa duplicità/varietà delle cose, della vita, dell'arte, dei sentimenti che appartennero genialmente a Schumann e che purtroppo si trasformarono in "patologia del "doppio" insorta tuttavia quando il compositore aveva già lasciato la sua straordinaria eredità estetica poetica, artistica, umana, parte della stessa.., senza contare quant'altro di grande avrebbe potuto regalarci. Mi piacciono molto altri interpreti, Michelangeli, ovviamente, e poi dovrei "ripassare" qualche altro pianista che non ascolto da un bel po' in qust'opera. A questo punto però, riflettendo sulle cose che cerco di esternare, ho come l'impressione che la "duplicità" del Carnaval emerga dall'opera stessa; l'interprete potrà accentuarne più o meno la doppia natura, ma il senso intrinseco e profondo è già nell'opera stessa, nella "scrittura", ed emerge spontaneamente.., solo un pianista mediocre o "cane" potrebbe alienare il mirabile progetto compositivo il quale chissà che non contenga una "simbologia" inconscia, una "auto-preveggenza" del "doppio" distruttivo che doveva irrompere nella Lega dei fratelli di Davide.., luogo addirittura della "triplicità": Florestano, Eusebio, Maestro Raro... p. s. - ricordo che durante la discussione aperta mi sembra da @Grancolauro prima dell'incendio, sempre sul Carnaval, espressi una mia impressione forse scioperata.., ovvero che il "Preambule" del brano schumaniano ricordasse, ricordasse a me, in via "filosofica", un po' la "Promenade" dei Quadri di Mussorgsky... insomma una sorta di "presentazione" - di "preludio, e di interludio nel caso dei Quadri, - "fuori campo"...
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