Technics SL10 revisione di un piccolo grande giradischi
il giradischi SL10 è stato il primo compatto arrivato sul mercato alla fine del 1979 al prezzo di 525.000 Lire e non poteva che essere giapponese, prodotto da uno dei grandi colossi dediti al mercato audio dell’epoca ossia la Matsushita.
Questo nasce con l’esigenza di contenere al massimo le dimensioni e automatizzare tutte le funzioni possibili permettendo un approccio “user friendly” anche al gentil sesso; in seguito altri costruttori sulla scia dei successo dell’SL10 dedicarono ricerca e risorse per produrre il proprio giradischi compatto ma seppur le vendite garantirono dei discreti successi più o meno per tutti, leader incontrastato rimase e rimane in assoluto l’SL 10 tanto da finire per la sua innovazione e bellezza al museo di arte moderna di N.Y. oltre a vincere diversi premi nel corso del tempo che venne prodotto.
Con il trascorrere del tempo l’SL10 venne affiancato dal fratello maggiore SL15 dedito principalmente alla programmazione dei brani e da alcuni fratelli minori SL7, SL6 e SL5 al fine di proporre alternative allo stesso SL10 che non riusciva a tenere il passo con l’offerta rispetto alle richieste del mercato.
Progettato da Yousmi Toshikazu su embrionale ideazione e sviluppo partito tempo prima da Obata Shuichi vennero costruiti e probabilmente commercializzati per il mercato interno alcuni prototipi in colorazione nera (assai rari) per poi entrare definitivamente in commercio con un colore grigio metallizzato semi opaco più consono a soddisfare l’occhio del mercato mondiale.
L’ SL 10 è costruito decisamente bene non lasciando nulla al caso, ogni centimetro è stato sfruttato a dovere, ci sono sensori ovunque per evitare errori di manovra e proteggere la costosa testina MC offerta di serie da discese maldestre con danneggiamento di stilo e cantilever annesso.
Il braccio è a movimento tangenziale dal minimo attrito applicato sul top e segue il solco del vinile micrometricamente grazie al motore passo passo con trazione di quest’ultimo a cinghia e ad un cordino molto simile a quello usato sui tuner che ne permette la corsa del carrello dall’inizio fino alla fine del disco e ritorno.
Lo chassis è completamente costruito in pressofusione di alluminio e aggiungendo il piatto da oltre 1500 grammi smorzato inferiormente con della gomma....
....più il motore a trazione diretta controllato al quarzo molto simile se non lo stesso identico del SP25 / SL1200 e un trasformatore per nulla leggero si arriva al considerevole peso di 6.5 kg. molto per un mattoncino così compatto.
A completare il quadro di questo interessante giradischi contribuisce lo stadio pre pre MC incorporato per la testina data in dotazione (la bramata e desiderata a suon di centinaia di euro Eps 310 mc) la possibilità di utilizzare il giradischi tramite una alimentazione esterna da 12V, quattro piedini in gomma più molle che ammortizzano il giradischi e lo isolano dalle vibrazioni esterne e ultimo la possibilità di utilizzare il giradischi in qualsiasi posizione (anche capovolto) per stupire gli amici grazie al clamp con stroboscopio incorportato che blocca il disco sul perno impedendone la caduta.
Il delizioso oggettino delle mie attenzioni avuto con il copioso manuale di istruzioni, i dischi in cartoncino nero di vari diametri per offuscare i sensori nel caso si utilizzino dischi trasparenti o di pollici diversi dai 12”, i 3 perni ferma piatto con una copertura plastica a protezione di tutto il braccio e carrello utili per il trasporto, più i rari cavi di collegamento rca con attacco raggruppato identici a quelli adottati sui bracci Epa 500 esteticamente si presenta molto bene; non presenta nessun segno visibile sullo chassis, tasti perfettamente privi di segni e/o abrasioni, plexyglass di copertura integro e senza graffi visibilmente scavati ma solamente bisognoso di una bella lucidata .....insomma un giradischi da tenere nella propria collezione con la possibilità di poterlo far usare anche ai familiari meno avezzi ad utilizzare front end di ben altra levatura.
Unici problemi del giradischi bisognoso di revisione:
1) - la non perfetta chiusura del coperchio causa rottura di uno dei due fermi che lo bloccano in posizione; essendo di plastica tendono a rompersi facilmente (uno lo era) impedendo il funzionamento del giradischi che rileverà una anomalia.
Per scongiurare rotture di questi delicati perni è sempre consigliato accompagnare il coperchio fino in prossimità della chiusura piuttosto che spingerlo a fondo per ottenere l’aggancio (rischio rottura).
Basterà quindi premere alla discesa i due tastini laterali di sblocco alleggerendo il carico dei perni e spingere leggermente il coperchio fino alla completa chiusura rilasciando successivamente entrambi i tasti che permettono lo sblocco.
In questo modo si eviterà la rottura di uno o entrambi i perni decisamente rari a trovarsi rischiando di lasciare parcheggiato per chissà quanto tempo causa stop obbligato il giradischi in questione.
L’inevitabile punto di rottura dei due perni addetti alla chiusura, in foto il gruppo perno del lato destro.
2) - il sollevamento a fine corsa del braccio che non si sollevava perpendicolarmente al piano del disco ma effettuava un guizzo in avanti mentre il carrello restava leggermente più indietro prima di eseguire il sollevamento.
3) - ultimo problema il cavo di alimentazione che era danneggiato alla altezza del connettore d’innesto e per sicurezza necessitava cambiarlo; purtroppo un cavo con quel tipo di connettore rettangolare termosaldato non sono stato in grado di trovarlo, di conseguenza ho dovuto cercare un cavo con attacco C7 e di riflesso cambiare anche la presa su pannello posteriore del giradischi adeguandomi all’adattamento di serie che fece la Matsushita per la produzione dei più recenti SL10.
La vecchia presa che andrà sostituita
Quindi armato di pazienza ho iniziato a smontare il giradischi per una revisione e ovviamente pulizia completa di tutte le parti a partire dallo smontaggio e spolveratura della pulsantiera.
Successivamente ho rivolto l’attenzione al piano inferiore procedendo con lo smontaggio.
Smontato il coperchio inferiore ho proceduto al disassemblaggio dei vari pulsanti utilizzabili a coperchio chiuso per la pulizia di rito,ingrassaggio della slitta che accompagna il pistone di apertura del coperchio e pulizia completa della copertura
Eseguito l’intervento di manutenzione ho rivolto l’attenzione per poter rimuovere tutto quanto riguardava il fissaggio al piano inferiore.
Come primo passo era necessario liberare la scheda madre e tutto quanto possibile dal telaio per sostituire la
vecchia presa di alimentazione con la nuova.
La nuova staffa con presa integrata C8 sopra e sotto la vecchia da sostituire
Riuscito facilmente nella sostituzione delle prese non ho potuto esimermi con la scheda madre in mano dall’essere tentato di fare un completo recap intervento poi avvenuto in quanto un condensatore alle misure apparentemente non dava segni di vita, mentre alcuni già presentavano alla vista i piedini ricoperti da una colorazione verde rame seppur non si discostavano troppo dalle specifiche.
Quindi via tutto e si ricappa senza pensarci nemmeno un momento.
Per la scelta mi sono rivolto agli ormai affidabili Panasonic FC, disponibili in una gamma di tensioni e capacità per tutte le esigenze mentre per gli assiali sempre più rari da trovare sono caduto su dei Vishay.
Un’attenzione particolare sulla scelta degli elettrolitici ho voluto dedicarla allo stadio phono pre pre MC integrato seppur sarà difficile entrare in possesso della testina MC originale in quanto i prezzi richiesti per degli usati scoraggerebbero chiunque; ad ogni modo per questo stadio mi sono rivolto alla Nichicon con dei condensatori della serie audio grade.
I vecchi condensatori sostituiti…
…e la scheda madre completamente recappata.
A questo punto per non farmi mancare nulla ho voluto ispezionare anche il gruppo perno e cuscinetto per verificarne l’ usura e sostituire l’olio.....
Alla vista è apparso ottimale e senza striature con una lappatura perfetta, il poco olio all’interno era pulito ma ho voluto ugualmente toglierlo e mettercene di nuovo.
Peccato non poter cambiare la pastiglia leggermente avvallata in quanto è ribattuta e non ne permette la sostituzione a meno di non sostituire l’intero fondello.
Dopo la pulizia generale, completata la sostituzione dell’olio con del nuovo e terminato l’assemblaggio il gruppo perno è pronto per essere reinstallato non prima di aver applicato il solito bollino promemoria che ne indica la data della revisione
Motore e scheda riassemblati e nuovo grasso siliconico dove contemplato nei transistor in contenitore TO220 fissati al telaio.
Completato quasi del tutto l’assemblaggio della parte inferiore mi sono dedicato alla parte superiore disimpegnando l’intero coperchio e tutto quanto possibile dalla sotto parte per una rimozione accurata del vecchio grasso spalmato in ogni dove sia nel gruppo di trasporto che sul ingranaggio primario cordino di trazione compreso; la vite senza fine impossibile da togliere (o almeno non ho voluto rischiare di far danni) è stata pulita e sgrassata di fino lasciandola al suo posto.
Applicato del nuovo grasso nei punti vitali di scorrimento fra carrello e ingranaggi ho voluto risolvere anche la discesa dell’alza braccio piuttosto decisa, così una volta smontato e disassemblato il meccanismo che compone il lifter ho proceduto a mettere il tutto nella solita vasca ad ultrasuoni per ritrovare dopo un paio di minuti i meccanismi ottimamente sgrassati.
Il gruppo lifter dopo la revisione e l’ingrassaggio pronto per essere reinstallato.
Per lo smorzamento in discesa ho utilizzato il solito grasso siliconico da 500.000 cts che mi accompagna da tempo, per me è l’ideale e mi sono sempre trovato benissimo per l’utilizzo come grasso smorzante per gli alza braccio; applicato nella gola del lifter in quantità sufficiente a smorzare al completo tutto il meccanismo ha rilevato dopo il test una discesa dolce e coerente, affatto brutale ritenendomi ampiamente soddisfatto del risultato.
Rimesso in perfetta efficienza anche il sistema del blocca braccio a riposo che era piuttosto debole e ballerino non permettendo un blocco deciso, è bastato smontare il coperchio laterale del braccio, sfilare lo slider di blocco piegare leggermente l’avvallamento del sottile fermo a lamella applicandoci un velo di grasso per una migliore scorrevolezza.
Terminato il lavoro di ingrassaggio nella parte meccanica procedo al recap della scheda che comanda il movimento del braccio, gli applico il solito bollino con la data del recap come promemoria e provo a testare il tutto con le regolazioni indicate dal service manual
Eseguite le indicazioni del manuale di servizio riguardanti i punti di connessione per effettuare le tarature, regolando l’apposito trimmer che opera sulla sensibilità del servo del braccio mi appresto a portare la tensione a 0,72 V come prescritto
Infine con il trimmer dedicato regolo anche l’angolo di offset che sul manuale vuole sia impostato a 0,6V
A questo punto controllo con un lp che tutti gli automatismi funzionino a dovere e come ultima cosa presto l’attenzione sul difetto principale che riguardava lo scatto a ritroso riguardante il sollevamento a fine disco.
Devo dire che tutto è andato per il meglio, difetto eliminato.
Essendo tutto andato per il meglio concludo effettuando una bella ed efficace lucidata al coperchio in plexyglass per ridargli la giusta lucentezza ed eliminare eventuali micro graffi dovuti al trascorrere del tempo
Infine rimetto i tappi copri viti nei fori opportuni e a questo punto il giradischi è veramente tornato come nuovo eliminando i difetti che presentava all’inizio di questa revisione.
Alla prossima, stay tuned.
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