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McIntosh MCD12000 Il super dac con lettore integrato


vignotra

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Alla fine del 2022 la Factory di Binghamton ha immesso sul mercato il nuovo lettore oggetto di questa prova d’ascolto. Molti potrebbero chiedersi se oggi sia ancora sensato dotarsi di un lettore cd/sacd di altissimo livello alla luce dei pareri “illuminanti” che molti guru del web esprimono quotidianamente sulla morte del supporto fisico a favore della sola fruizione in streaming o in file della musica. Il fronte si è diviso tra i “partigiani” della liquida senza se e senza ma e chi ostinatamente continua ad acquistare musica solida, cd /sacd e soprattutto il redivivo analogico disco in vinile. Personalmente ritengo che tutte le fonti di riproduzione debbano avere la stessa dignità poiché il come ascoltare la nostra musica preferita ricade nelle scelte personali insindacabili.

Detto questo, facendo parte di coloro che annoverano nella propria discoteca migliaia di titoli in cd e sacd, nonché diversi tera di file, all’arrivo di questo super lettore ho fatto un vero salto di gioia.

Design e costruzione

Il lettore in prova lo inserirei in quella fascia di prodotto in cui tutto quello che un audiofilo desidera è presente: la possibilità di ascoltare di tutto al meglio, la feature di poter utilizzare le uscite a stato solido anziché quella a valvole e, dotandosi di cavi identici, passare all’ascolto di una tipologia di uscita all’altra cambiando velocemente l’ingresso sull’amplificatore integrato o sul preamplificatore, lo rende decisamente desiderabile.

Come dicevo, la macchina è fondamentalmente un super dac al cui interno risiedono per la conversione d/a ben due chip Ess Sabre 9038pro, uno per ciascun canale. Il chip 9038 permette la sua suddivisione in 8 canali separati (4 per l’uscita a valvole e 4 per quella a stato solido) garantendo così che il segnale in uscita sia realmente bilanciato.

 

Gli ingressi digitali sono 7 (USB, AES/EBU, MCT, 2 ottici e 2 coassiali), le uscite due (una ottica ed una coassiale)

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Le uscite analogiche sono sdoppiate per tipologia di connessione (xlr e rca) che per sistema di riproduzione (valvole o stato solido).

 

Il frontale è maestoso per imponenza e bellezza. La finestra frontale dove sono collocate le 4 valvole (una 12ax7 ed una 12at7 per canale) illuminata a led verdi (eventualmente oscurabile) dona un tocco di magia ad una macchina che, come per tutti gli altri lettori digitali, difficilmente affascina per l’immagine.

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Al di sotto della finestra su menzionata è presente la feritoia del cassetto di lettura dei cd/sacd (e dvd rom dati). La meccanica di lettura, la più recente release utilizzata anche nel lettore MCD600 e transporter MCT500, è in alluminio, dal funzionamento silenzioso e fluido. Infine, c’è il display che riepiloga lo stato di funzionamento della macchina, la sorgente selezionata per la riproduzione (tra meccanica di lettura ed ingressi digitali) nonché la risoluzione del segnale in riproduzione in ingresso alla sezione dac.

Sulla sinistra e sulla destra sono presenti due manopole deputate (a sx) per lo spegnimento della illuminazione delle valvole e dei vmeter, nonché per entrare nel menù di configurazione della macchina, e a destra quella per la selezione degli ingressi digitali e per la lettura dei dischi. In basso poi troviamo i classici pulsanti per la riproduzione ed accensione/spegnimento.

Altro aspetto importante è la cura che McIntosh ha voluto dedicare alle alimentazioni interne. Il progetto di questa macchina nasce per accompagnare il preamplificatore a due telai, completamente analogico, C12000 del quale svolge effettivamente la funzione di dac. A differenza del progetto precedente (2015), in questo caso non c’è più un dac stand alone come il D1100 che, con un cavo di connessione specifico, una sorta di cordone ombelicale, diventava parte integrante del suo pre , il C1100. Si è voluto questa volta rendere indipendenti sia concettualmente che funzionalmente il preamplificatore dal suo dac. Ne consegue che nell’MCD12000 è presente una doppia alimentazione dedicata per la parte di funzionamento analogica ed un’altra per la parte digitale. Su questo aspetto però esprimo le mie perplessità. Mi spiego meglio: per esperienza diretta, ogni qualvolta ho avuto in prova macchine splittate (dac+meccanica di lettura) le ho trovate quasi sempre più performanti di qualsiasi lettore digitale integrato. Fino ad oggi…

Gli ingressi digitali hanno diverse capacità di acquisizione della risoluzione. Solo dall’ingresso USB è possibile la riproduzione (da un computer o media player) di file o streaming fino a DSD 512 o PCM 32 bit 384khz e DXD384. Dagli altri ingressi la risoluzione accettata si ferma a 24 bit 192khz. Con i file sampler a mia disposizione ho potuto verificare il corretto funzionamento sia in DSD256 (chi ha a disposizione file DSD512 alzi la mano) che PCM fino a 352khz. Ho provato anche un file MQA ma non essendo certificata per questa (controversa) piattaforma di trasmissione dati ne ho ricavato l’ascolto solo di rumore. Quindi niente MQA.

Piccola considerazione negativa in merito al parco connessioni digitali del lettore, una veniale ed un’altra un po' più seria: perché inserire l’ingresso MCT per il collegamento al dac di una meccanica esterna quando il dac ha la sua meccanica interna? (e questa è quella veniale). Quella più seria riguarda l’assenza di un ingresso hdmi (presente in versione ARC nei preamplificatori ed amplificatori integrati dotati del modulo DA2) abilitato i2s. Diversi media player hanno le uscite i2s in formato hdmi e ritengo che l’assenza di questa connessione nel MCD12000 sia rilevante. Un vero peccato di lungimiranza.

La macchina è anche Roon Tested, quindi ha ricevuto la certificazione per poter operare anche in questo ambiente, molti apprezzato da chi utilizza grandi librerie di file.

Potrei ancora dilungarmi sulle caratteristiche tecniche delle uscite analogiche, così come per la sensazione di qualità costruttiva ed appagamento sensoriale che la macchina trasmette ma, per tutte queste cose vi rimando al sito web del costruttore: https://www.mcintoshlabs.com/products/cd-players/MCD12000

 

Ed ora arriviamo al nocciolo della prova d’ascolto: come suona? Come si comporta a seconda del materiale che riproduce e del tipo di uscita selezionata?

 

Gli ascolti

La prima parte delle sessioni di ascolto si sono svolte per il tramite delle uscite a valvole.

Come riferimento ho utilizzato quella che è la sorgente principale del mio sistema, cioè la meccanica di lettura MCT500 e il dac stand alone D1100.

 

Inizialmente ho percepito, dopo l’ascolto ripetuto di alcuni cd e sacd che conosco particolarmente bene, una leggerissima migliore definizione in alcuni passaggi complessi con l’MCD12000, come se riuscisse a dipanare in modo più semplice le trame musicali (soprattutto nella riproduzione della musica sinfonica e nella fattispecie sugli strumenti ad arco). Inoltre, il suono ha un respiro ancor più fluido e naturale rispetto al mio riferimento, ma ripeto, stiamo parlando di sfumature e sensazioni. Vi posso garantire che è stato particolarmente stancante procedere nella esecuzione di queste prove. Mantenere per ore la massima attenzione è veramente complesso.

Una maggiore differenza, o meglio, la sensazione di una differenza più facilmente percepibile, l’ho riscontrata nella riproduzione delle basse frequenze. Sia per quanto riguarda gli archi che per quanto riguarda il basso elettrico, l’MCD12000 riesce ad avere una articolazione migliore. L’uscita a valvole arrotonda la risposta in basso ma rende più chiara la sfumatura. Il basso del D1100 scende un pelo in più ma mi è sembrato meno articolato e monocorde.

E’ evidente che in questo primo step una maggiore definizione del nuovo sul riferimento esista ma, ripeto, è talmente difficile da percepire in un ascolto normale da essere percentualmente quasi irrilevante.

Poi, per alcuni la discesa in basso più ferma e meno arrotondata ed articolata potrebbe anche essere preferibile. Quindi mi limito ad evidenziare gli aspetti quantitativi lasciando al gusto personale quello qualitativo.

 

Seconda parte della prova, le uscite a stato solido.

Ricavo sostanzialmente le stesse sensazioni percepite con l’utilizzo delle uscite a valvole, con un po' più di graniticità del basso. In sostanza si avverte una maggiore propensione dell’MCD12000 ad esplorare con maggiore articolazione e fluidità e minuzia di particolari quello che è stato registrato nelle basse frequenze, fermo restando l’estrema raffinatezza verso le medie e le alte.  Il combo D1100+MCT500 in alcuni frangenti sembrerebbe essere meno disponibile alla introspezione limitandosi a illustrare senza spiegare, come diceva un mio vecchio professore.

 

Terza parte, confronto tra uscita a valvole ed a stato solido.

E qui la cosa si complica. In questa fase ho dovuto diverse volte staccare i cavi xlr dall’una ed inserirla nell’altra uscita. Ovviamente così sono dovuto ricorrere alla mia memoria acustica che, seppur mediamente buona non è affidabile al 100% così come potrebbe essere in un confronto immediato. Di una cosa però sono certo: le valvole hanno sempre il loro perché, il loro imprinting, il modo di porgere la musica è unico. C’è una sensazione di migliore raffinatezza sulle alte ed altissime frequenze e una musicalità che ti fa passare ben oltre l’evento riprodotto per catapultarti verso l’evento live. Soprattutto con i sacd della Esoteric (distribuiti in Italia dalla Sound and Music di Alfredo Gallacci,  https://www.soundandmusic.com , in modo particolare con la 3^ Sinfonia di Mahler diretta da Abbado mi è capitato di estraniarmi completamente dall’ascolto tecnico per diventare un tutt’uno con la musica che stavo ascoltando, una esperienza mistica da pelle d’oca.

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Ultime considerazioni sull’aspetto sonico.

Come dicevo prima, percepire differenze rilevanti tra un setup e l’altro a questi livelli è spesso opera di onanismo audiofilo. La realtà è che la vera differenza tra MCD12000 e D1100+MCT500 sta nella capacità del primo di andare oltre, di dare la sensazione di non avere limiti nella dinamica, nella fluidità, nella raffinatezza della riproduzione, dove, in alcuni passaggi con il combo, invece, è emerso un limite “di respiro” del vecchio chip 9018. Solo ore ed ore di prove e comparazioni mi hanno consentito di arrivare a questa conclusione. Improvvisamente, durante l’ascolto comparato del cd del Concierto de Aranjuez di Rodrigo si è accesa la lampadina ed ho gridato eureka!!! Ci sono!!! Così come con il sacd di Lars Danielsson “Libera me” e il sublime “Monteverdi” di Michel Godard, tre album così diversi tra loro ma così densi di caratteristiche, espressioni musicali artistiche e tecniche da poter essere utilizzati come veri dischi test.

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Considerazioni finali.

La macchina è bellissima, costruita bene, suona divinamente bene e….costa un botto….

Li vale i 22.000,00 € del prezzo di listino? Mettiamola così: lo street price è sensibilmente minore ma non tanto da farne una macchina dall’acquisto facile, deve essere collegata ad un sistema di alto livello altrimenti tutto quello che è in grado di esprimere sarà gettato alle ortiche. Quindi il prezzo lo trovo in linea con quello del sistema a cui deve essere collegato. In questi ambiti ha tutto il suo perché e potrebbe anche diventare più conveniente di altre soluzioni a singolo o più telai.

Buon ascolto.


Vincenzo Traversa

 

  • Melius 7
  • Thanks 6

4 Commenti


Commenti Raccomandati

GianDi

Inviato

robba seria

GFF1972

Inviato

@vignotraCaro Vincenzo, grazie per questa tua lucida recensione. Ci sono alcune cose, però, che non mi sono chiare (dipende, ovviamente, dai miei limiti tecnici e non dalla tua recensione) e di cui, con calma, avrò modo di chiederti lumi; su tutte, una: non ho compreso bene come avviene il passaggio, nell’ascolto, tra stato solido oppure a valvole. Provo a spiegarmi meglio: le uscite analogiche, in base alla scelta di ascolto (a stato solido o a valvole) sono due (bilanciate o sbilanciate in base ai gusti): per scegliere l’una o l’altra devo ogni volta collegare/scollegare il cavo dalla relativa uscita per collegarlo all’ingresso del pre (o dell’integrato)? Cioè, se voglio ascoltare con l’uscita a valvole, collego il cavo dalla relativa uscita all’ingresso del pre (o dell’integrato) e se voglio, poi, ascoltare con l’uscita a stato solido devo scollegare il cavo dall’uscita a valvole per collegarlo all’uscita a stato solido? Non posso, ad esempio, tenere collegate contemporaneamente con due autonomi cavi entrambe le uscite (a stato solido ed a valvole) in modo che ogni cavo “entri” in un autonomo ingresso del pre (o dell’integrato)? Questo mi consentirebbe di scegliere, con grande comodità, la modalità di ascolto (a stato solido o a valvole) direttamente dal pre (o dall’integrato), senza dover scollegare e collegare i cavi. Oppure, l’utilizzo di una uscita, ad esempio a valvole, esclude automaticamente la funzionalità dell’altra? Qualora così fosse, se ascolto, ad esempio, con l’uscita a stato solido, le valvole, nel mentre, funzionano?

Grazie,

Gianluca

 

  • Thanks 1
  • Amministratori
vignotra

Inviato

@GFF1972 i cavi in uscita dal lettore possono contemporaneamente essere utilizzati e selezionati all'ascolto dal pre o dall'integrato. Nella prova, non avendo due coppie di cavi uguali, al fine di poter valutare in modo omogeneo le due tipologie di uscite, di volta in volta, sono stato costretto a staccare i cavi da una uscita per inserirla nell'altra. Spero di essere stato più chiaro.

GFF1972

Inviato

@vignotra Perfetto. Così, allora, è molto più semplice e lo sarebbe stato per te anche nel fare il confronto. Sarai impazzito a staccare e ad attaccare…

Grazie

 

P.S. mi faccio un breve elenco delle cose da chiederti 🤗😅😁 

  • Thanks 1

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