Gabrilupo Inviato 25 Marzo 2022 Inviato 25 Marzo 2022 @analogico_09 Ah, la tradizione.... Per questo splendido brano non scelgo una delle tante interpretazioni filologiche ma una che risuona di casa (De Victoria fu a lungo attivo a Roma) e in un contesto liturgico, la Domenica delle Palme. Certo, la Cappella "vibra" ancora un pò ma penso di poter dire che la filologia abbia messo (timidamente) piede anche nelle sacre stanze. Per una volta, Peppe, mi lascio volentieri andare al "languores" e alla nobiltà di questa esecuzione. 1
analogico_09 Inviato 25 Marzo 2022 Autore Inviato 25 Marzo 2022 2 ore fa, Gabrilupo ha scritto: Il canto sacro e la tradizione orale. Due Stabat Mater e una Lauda. Purtroppo non ho trovato i brani singoli, vi indico i minutaggi d'inizio ma se volete ascoltate tutto il disco, ne vale la pena. Le cantanti sono due autorità in materia. Stabat Mater min. 30,57 Ogn'om m'entenda a seguire Stabat Mater min. 40.15 Ottimo ensemble il Micrologus, ho ascoltato l'intero disco, mi sono piaciuti in particolar modo i due Stabat Mater. molto evocativo e intonato il canto spontaneo, naturale, senza vibrati della Bovi e della Casblanca. Peccato che questa meravigliosa tradizione musicale popolare sopravviva a stento.., eravamo "campioni"... ho rivordi di quanto ero creatura di canti e cantanti delle persone semplici, delle pie donne e delle beghine.., delle mostre madri e nonne che risuonavano dentro, nel profondo.., orami il "popolo" che non esce più si è chiuso dentro casa davanti alla televisione ad ascoltare i "falsettisti" di san Remo 🤷♂️
analogico_09 Inviato 25 Marzo 2022 Autore Inviato 25 Marzo 2022 2 ore fa, Gabrilupo ha scritto: Certo, la Cappella "vibra" ancora un pò ma penso di poter dire che la filologia abbia messo (timidamente) piede anche nelle sacre stanze. Per una volta, Peppe, mi lascio volentieri andare al "languores" e alla nobiltà di questa esecuzione. E sia il "languore" e il vibrato espressivo.., brano stupendo.., dopotutto la filologia non bisogna cercarla chissà dove, sorge spontanea, è già nella composizione, le basi le getta il compositore, è il brano stesso, la sua connotazione, la questione di stile in certi casi è del tutto secondaria... 😉
pierfra Inviato 25 Marzo 2022 Inviato 25 Marzo 2022 @Gabrilupo grazie non conoscevo questo brano....non sono riuscito a trovarlo....in quale cd grazie
Gabrilupo Inviato 25 Marzo 2022 Inviato 25 Marzo 2022 @pierfra De Victoria? Ne conosco due interpretazioni inglesi, molto diverse da questa, una per coro e l'altra a parti reali, cioè con un solo cantore per ogni voce, quindi quattro.
pierfra Inviato 25 Marzo 2022 Inviato 25 Marzo 2022 @Gabrilupo grazie, cercavo il cd con il brano in parola, non l'ho trovato ancora
Gabrilupo Inviato 26 Marzo 2022 Inviato 26 Marzo 2022 Voliamo con lo spirito nel vicino oriente e attingiamo alla tradizione cristiana bizantina. Non ho trovato in rete una definizione di Apostikhon, forse un'antifona ma potrebbe essere una solenne fesseria. Alla vigilia del triduo pasquale la liturgia bizantina fa pronunciare a Maria Maddalena questa preghiera, Ya Rabbi, sì Maestro. Una maniera di godere questa musica è lasciarsi andare ai melismi della voce solista senza eccessivamente preoccuparsi del testo....
Questo è un messaggio popolare. analogico_09 Inviato 26 Marzo 2022 Autore Questo è un messaggio popolare. Inviato 26 Marzo 2022 12 ore fa, Gabrilupo ha scritto: Una maniera di godere questa musica è lasciarsi andare ai melismi della voce solista senza eccessivamente preoccuparsi del testo.... Vero Gabri, la "voce" della musica è in grado di parlare al posto delle parole spingendosi ben oltre le stesse nel dire ciò che le parole non possono dire. La musica basta a se stessa, può esprimere un sentimento, una sensazione, un 'emozione, creare, dare carattere ad un "evento" ludico, profano, religioso, spirituale, evocare, "senza parole" anche dove vi siano le parole.., il senso della "passione", della settimana santa, della pasqua per restare al tema trattato. Mi sembra sia il caso del canto unano, il suggestivo canto bizantino che hai condiviso. Non occorre capire le parole, basta ascoltarle... Ieri ho potuto ammirare il "San Francesco contempla un teschio", un capolavoro di Zurbaran, grande pittore del siglo de oro spagnolo, il cui respiro immaginifico-naturalistico è tra Velasquez e Caravaggio, un dipinto del Saint Louis Art Museo ora, fino al 15 maggio, prestato ai Musei Capitolini. Da non perdere per chi puote e vuole andare. Per rendersi conto delle proporzioni del quadro collocato non a caso tra i due Caravaggio ("San Giovanni Battista" e la "Buona Ventura") alle estremità, accanto al Velasquez ("Ritratto di Juan de Cordoba").. così piccolo ... mantiene la sua maestà tra siffatti, ben più noti, straordinari capolavori. Una tela piccola, la immaginavo più grande, eppure non ricordo di aver mai visto una rappresentazione pittorica di Francesco così "imponente", severea, mistica, ascetica,di grande impatto visivo ed emozionale. La figura del santo, essenziale, quasi stilizzata, sorta di ritorno allo stile antico, al "gotico", è protesa verso il cielo con il suo vappuccio a punta come quello dei penitenti che sfilano nelle processioni della settimana santa spagnola. Questo dipinto esprime in modo esemplare il senso stretto, profoindo e "confidenziale" degli spagnoli per la morte che, molto presente anche nelle arti, nella poesia, nella vita, nella terra del don chisciotte viene contemplata e "celebrata" non solo religiosamente. Il monaco contempla il simbolo della morte a distanza ravvicinata, come in un abbraccio; le mani del santo formano un "culla", un "nido" per la morte: un tete-a-tete tra i due "teschi", uno vivo, l'altro morto.., contrapposti ma vicini, situati sullo stesso "asse" portante della trascendenza, della più profonda mistica. Si guardano, si riconoscono, come se fossero la stessa cosa. Spesso la forza espressiva delle immagini mi colpiscono a tal punto da mettere in moto dentro di me, nel petto e nella mente, delle "onde" musicali, come in eco.. Nell'osservare il dipinto sulle prime non riuscivo a capire quale musica stessi iniziando a "sentire" con il "terzo orecchio"... Era bella, mi sembrava intonata alla visone pittorica, la visione pittorica intonata alla musica.., ma no riuscivo ad afferare il titolo.., musica con parole in latino che non capivo, salvo le parole "De Profundis" .., e così a mano a mano la nebbiolina ha preso a diradarsi. Immaginavo di suonarmi il "De Profundis" di Josquin Desprez, brano che adoro della tradizione polifonica fiamminga, non spagnola, ma vicina alla spagnola, reciproche le inquluenze.., vicina in ogni caso al senso musicale che il quadro di Zurbaran evocava in me. Come il Miserere, il De Profundis non è una canto propriamente "pasquale", ma il suo carattere mistico, quaresimale, della profonda invocazione, è "compatibile" con lo spirito penitenziale della settimana santa: la quaresima termina giustamente il giovedì santo... E' un canto della morte (del pentimento) e della resurrezione.., passione, morte e ressurrezione.., basta la musica ad evocare tali significati fusi insieme, ma in questo caso le parole sono pura poesia musicale, trascendente e umana.., e vanno assolutamente "ascoltate".., più che lette... De Profundis "Dal profondo grido a te, o Signore. Ascolta la mia voce , intendi la mia invocazione. Se tu conservi il ricordo delle nostre colpe chi mai potrà salvarsi. Pietà di me o Signore, liberami dalle mie miserie e, secondo la grandezza del tuo amore, cancella ogni mia colpa. Dov’è, o morte, la tua vittoria, dov’e il ferro tagliente della tua lama..?! L’arma infallibile della morte è nella legge del peccato. Ma poiché io spero in te signore, l’anima mia confida nel tuo perdono e il mio cuore ti aspetta più che le sentinelle l’aurora." 7
analogico_09 Inviato 26 Marzo 2022 Autore Inviato 26 Marzo 2022 Non si può non citare la più "potente" Cantata di Bach, la BWV 4 "Chist lag in todesbanden", nella più grande, accorata, ineffabile, cosmica, sublime insuperata, assoluta interpretazione della storia della registrazione di tale opera, senza se e senza ma - Nikolaus Harnoncourt - Telefunken 1976 (raramente mi pongo così assertivo) 1
analogico_09 Inviato 26 Marzo 2022 Autore Inviato 26 Marzo 2022 Il bellissimo, toccante Oratorio per la settimana Santa di Luigi Rossi di cui avevo parlato un po' nel tipic della musica barocca, citai l'eccellente interpretazione di William Christie di cui propongo un brano.., ma non sono da meno gli ensemble dellAssociazione M.A.P. Musica Antica Puglie in questa registrazione live filmata, molto suggestiva.
analogico_09 Inviato 27 Marzo 2022 Autore Inviato 27 Marzo 2022 Un messaggio pacificatore.., un modo di riscoprire la profonda essenza poetica dello spirito musicale e artistico russo.., non ci sono solo i discendenti illegittimi degli zar... "La Grande Pasqua Russa" di Rimisky Korsakov. Riporto da questo sito https://www.flaminioonline.it/Guide/Korsakov/Korsakov-Pasquarussa36.html un significtivo passggio della "guida all'ascolto" dell'opera a cura di Carlo Cavalletti, un Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia, Roma, Auditorium Parco della Musica, 22 novembre 2008 (sicuramente il nostro @mozarteum era presente), per comprendere meglio il grandioso spirito dell'opera. Chi vorrà potrà completare la lettura dell'interessantissimo scritto. [....]Tutto questo non deve far pensare a un lavoro di ispirazione religiosa o comunque animato da una fede fervente. Rimskij-Korsakov era sostanzialmente un non credente e in un passo delle Cronache della mia vita musicale, la sua autobiografìa apparsa postuma nel 1909, spiega con scientifica lucidità le sue intenzioni nel comporre questa Ouverture, che sembrano molto più simili a quelle di un turista curioso che prenda un'istantanea di una chiesa russa la mattina di Pasqua o, al massimo, a quelle di un sociologo che osservi questo avvenimento: «Per poter giudicare con un minimo di fondatezza una tale opera si deve aver assistito almeno una volta nella propria vita ad una messa mattutina di Pasqua, in una grande chiesa stipata fino all'inverosimile di uomini di tutte le classi sociali, mentre numerosi pope celebrano contemporaneamente l'ufficio divino. A molti ascoltatori del ceto degli intellettuali, per non parlare degli ascoltatori di altre confessioni religiose, manca completamente una simile esperienza [...]. Nella composizione, reminiscenze di profezie vetero-testamentarie e dell'annuncio della Buona Novella si uniscono ad una rappresentazione generale della messa di Pasqua e di tutta la sua "allegrezza pagana". Dico ciò in piena consapevolezza; infatti nelle danze di Giubilo del re David alla vista della Terra Promessa, di cui ci parla la Bibbia, non si esprime in fondo la stessa situazione emotiva di una danza pagana di fronte agli idoli degli dei? E tutto quello scampanio che si fa in Russia la mattina di Pasqua non sembra forse voler accompagnare un'immaginaria danza religiosa? Erano proprio questi tratti leggendari e pagani della festa pasquale che volevo esprimere nella mia Ouverture, questo passaggio repentino dall'atmosfera cupa e misteriosa del Venerdì Santo alla gaia sfrenatezza, pagana e religiosa allo stesso tempo, del giorno di Pasqua». [...] Anima Eterna, Jos van Immerseel con strumenti d'epoca.
Orazio_62 Inviato 31 Marzo 2022 Inviato 31 Marzo 2022 L'oratorio della passione di Giacomo Antonio Perti. Scoperto grazie a una sua aria eseguita in un concerto di Christophe Rousset qui a Milano. Ho trovato solo una registrazione Tactus. Ma sul web è disponibile questa esecuzione della Cappella Concertata. Questo è solo un estratto. Il video integrale purtroppo non è più disponibile. Un gioiello musicale, intenso e toccante. 1
analogico_09 Inviato 1 Aprile 2022 Autore Inviato 1 Aprile 2022 J. B. Lully (da Grands Motets) Miserere Bellissimo, grande interpretazione di Herreweghe
analogico_09 Inviato 1 Aprile 2022 Autore Inviato 1 Aprile 2022 Altra (doppia) delizia italiana del nostro grande A.M. Bononcini eseguito da Alessandrini e Mingardo Stabat Mater: Fac me vere tecum flere
analogico_09 Inviato 1 Aprile 2022 Autore Inviato 1 Aprile 2022 16 ore fa, Orazio_62 ha scritto: Un gioiello musicale, intenso e toccante. Raro, prezioso.
analogico_09 Inviato 1 Aprile 2022 Autore Inviato 1 Aprile 2022 Luigi Boccherini, più conosciuto per il vasto repertorio da camera, conceristico e sinfonico, ha composto un bellissimo Stabat Mater che propongo nellaneccellente impretretazione dell'Ensemble 415, Chiara Banchini e Agnes Mellon
Questo è un messaggio popolare. analogico_09 Inviato 1 Aprile 2022 Autore Questo è un messaggio popolare. Inviato 1 Aprile 2022 Sarà possibile con un coro a parti reali accompagnate da una tastiera, in questo caso il pianoforte, rendere il senso funeario della "marcia" mozartiana che nella sua profonda e lirica asciuttezza ri-diventa canto umano, autenticamente religioso nel senso "certsosino" del termine che rifugge ogni forma di orchestralismo spettacolare? Non è lo stile che fa lo spirito delle cose, bensì lo spirito stesso che le cose non sovrastrutturate naturalmente possiedono. A me piace. In questo modo è anche possibile eseguirla "in casa", per i morti di ogni ceto sociale, culturale e nazionale, per tutti i morti della terra che [NON] si scordano in un mucchio di cani spenti (parafrasando il poeta), l'accorata, sublime prece mozartiana che nasce dalle profonde e misteriose radici del dolore, del pianto eterno ed universale che sgorga tal qual è , da se stesso, non dagli strumenti, non dal concerto che si fa invece rito, sacra o laica liturgia dello spirito, del sentimento, delle cose semplici. E' una possibilità che credo varrebbe la pena riscoprire.., non dico sia l'unica percorribile... Voci bellissime. Quella che secondo me si avvicina di più ad una dimensione della spiritualità più "disadorna", quindi più profonda e ancor più musicale, non di meno "incisiva" sia espressione , sia nella forma, tra quelle più nobili fatte per il "teatro", è l'interpretazione quasi ascetica, del Lacrimosa e dell'intero Requiem di Mozart (strumentazione di Franz Beyer), di Sigiswald Kuijken con Netherlands Chamber Choir Orchestra e Petite Bande 2 1
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