analogico_09 Inviato 1 Maggio 2022 Inviato 1 Maggio 2022 4 ore fa, Look01 ha scritto: Nella mia vita ho ricordi di questo tipo che mi resteranno indelebili finché campo🤣🤣 Ne ho anch'io, tanti, nella vita bisogna accontentarsi di tutto, di quello che passa il convento e di quello che passiamo noi a noi stessi come frutto di conquista, di impegno, di maturazione, di "fatica", perfino.., anche in aggiunta a quello che passa il convento... Per quanto riguarda l'arte preferisco la seconda opzione che ci rende più consapevoli e maturi. Le cose cotte e magnate in arte non sono possibili, se si cercano quelle fonti anch'esse di godomento, perchè no?.., sia pure, ci mancherebbe, tutto serve, basta saper distinguere, si potranno cercare e trovare trovare, non nel mondo dell'arte. 1
Look01 Inviato 1 Maggio 2022 Inviato 1 Maggio 2022 @analogico_09 3 ore fa, analogico_09 ha scritto: Ne ho anch'io, tanti, nella vita bisogna accontentarsi di tutto, di quello che passa il convento e di quello che passiamo noi a noi stessi come frutto di conquista, di impegno, di maturazione, di "fatica", perfino.., anche in aggiunta a quello che passa il convento... Riflessione molto profonda con l'età la vita mi ha insegnato a sorridere e a gioire anche del bicchiere mezzo pieno. Per esperienza se aspetti che sia pieno del tutto, perdi troppo strada facendo e la vita é breve. Quindi capisco che le "Quattro Stagioni" di Verdi siano un' Opera unica e irripetibile, ma alle volte sentire anche Richter mi mette in pace con il mondo. Non sono un amante della classica, non l'ho mai approfondita. Ascolto poche cose :" Le Suite per Violoncello di Bach" e le "Variazioni Goldberg" sono le opere che sento frequentemente. Però l'arte non è solo frutto di impegno e fatica, mi viene in mente a tal proposito, un libro scritto da un pianista diventato amico di Glenn Gould . Dove racconta che la sua carriera finì nel momento in cui senti suonare Glenn Gould, si rese conto che nonostante tutto il suo impegno e abnegazione non sarebbe mai arrivato a quei livelli. L'arte é fatta anche di genio , sregolatezza e libertà. Ti ringrazio per questo scambio di idee. 1
analogico_09 Inviato 1 Maggio 2022 Inviato 1 Maggio 2022 3 ore fa, Look01 ha scritto: Per esperienza se aspetti che sia pieno del tutto, perdi troppo strada facendo e la vita é breve. Nessuno pretende di ottenere solo il bicchiere del tutto pieno.., però quel poco di cui ci si accontenta credo sia meglio seguirlo al meglio delle possibilità... La vita breve ben visssuta potrebbe essere meglio di una vita lunga mal vissuta, è tutto realtivo. Voglio dire che il meglio del vivere ognuno se lo sceglie a suo piacimento. Però qui si parla di arte... 3 ore fa, Look01 ha scritto: Però l'arte non è solo frutto di impegno e fatica ... e secondo me quando si è deciso di seguire l'arte non ci si può accontentare del bicchiere mezzo pieno, questo vale per le cose del vivere quotidiano più contingente e urgente, a volte pressante; l'arte è una scelta ideale, di poesia, entrano in ballo fattori psichici del profondo, non appartiene all'ordinario.., è un modo di "trascendere", o di "nobilitare", non dico negare o rifiutare, la realtà "prosaica", la norma, la routine più o meno prevedibile.., quindi l'arte richiede un certo impegno, più o meno importante, a seconda di quanto e di come si sia coinvolti. Anche quando non riusciamo a riempirlo di più, o interamente, non bisognerebbe mai rinuciare al tentativo di riempire il bicchiere.., "non senza fatica si giunge al fine"... dicevano gli antichi... A proposito, circa la fatica, ho usato volutamente un termine un po' esagerato.., diciamo che per arrivare a certi livelli della comprensione artistica bisogna fare qualche "scacrificio" che per l'appassionato di arte è portatore di gioie, mica di "condanne".., essere dotati di curiosità e di voglia di avventura: siamo noi che, avendola scelta, seguiamo l'arte, non è l'arte che segue noi... 😉 Il mondo della poesia, dell'arte, dello spirito, chiede che il bicchiere sia sempre pieno. Io ringrazio te della tua pacatezza per l'interesse che mostri verso questi argomenti e offro da bere: due bei bicchieri pieni pieni di buon vino rosso. 😄 👍
Look01 Inviato 2 Maggio 2022 Inviato 2 Maggio 2022 Grazie a te davanti a un buon bicchiere di 🍷 , ci si avvicina all'arte in allegria e magari potresti darmi qualche buon consiglio sulla musica classica. Se sei nella provincia di Venezia e riusciamo ad accordarci, nonostante i nostri impegni , volentieri il secondo ovviamente contraccambio io 😃. Se vuoi sentiamoci via mail.
Membro_0027 Inviato 2 Maggio 2022 Inviato 2 Maggio 2022 Ho letto con curiosità questo thread, ci sono molte osservazioni che condivido e il giudizio dato sul lavoro di Richter mi pare centrato. Vorrei solo precisare che sull'album c'è si un chiaro riferimento alle Quattro Stagioni ma c'è pur riportato "recomposed", non c'è ambiguità al riguardo. Questo per dire che il paragone con l'opera vivaldiana non solo non è opportuno, ma sostanzialmente inutile, per vari motivi. Richter si occupa, come giustamente detto anche qui, di togliere. Dice di aver scartato tre quarti degli spartiti originali lavorando solo sul resto. Quindi minimalismo, semplificazione, nella chiave di una parte della musica contemporanea da Arvo Part a Philip Glass e di molta musica elettronica e ambient. Egli stesso dice: "Non c'era bisogno di riscrivere Vivaldi, ma si trattava di un'esigenza personale. Sono sempre stato innamorato delle Quattro stagioni, fin da piccolo. Poi crescendo ho incominciato a sentirle ovunque, nei centri commerciali e negli ascensori, nelle segreterie telefoniche e in pubblicità. A un certo punto ho smesso di amarle, le ho odiate anzi. Riscriverle è stato come guidare attraverso un meraviglioso paesaggio conosciuto usando una strada alternativa per apprezzarlo di nuovo come la prima volta". Letto ed ascoltato in questa chiave il progetto mi pare avere un certo valore, un intento più serio di quanto non potrebbe sembrare. Alle mie orecchie non suona mai offensivo; nelle sue parti più o meno riuscito, ma sempre rispettoso. Mi è sembrato di trovarci un amore sincero per l'opera di Vivaldi, la cui trasfigurazione tenta di allontanarlo dalla banalità dell'uso che ne viene spesso fatto, legandolo ad un linguaggio moderno ma cercando di preservarne lo spirito.
analogico_09 Inviato 3 Maggio 2022 Inviato 3 Maggio 2022 23 ore fa, pifti ha scritto: Mi è sembrato di trovarci un amore sincero per l'opera di Vivaldi, la cui trasfigurazione tenta di allontanarlo dalla banalità dell'uso che ne viene spesso fatto, legandolo ad un linguaggio moderno ma cercando di preservarne lo spirito. Personalmente in questo brano non ci sentro nessuna trasfigurazione della musica di Vivaldi, trattandosi di una semplice rifacimento con dei momenti che sono pura "ricopiatura" delle frasi musicali originarie. Nessuno nega inoltre che sia un rifacimento, non io. La mia opinione non è basata su tale dato di fatto. Il problema è che questo lavoro, piaccia o meno, per me musicalmente modesto in quanto tale (ho già più volte motivato la mia opinione), anzichè essere preso per quello che è, viene "stracapito" rispetto a quella che è la sua effettiva caratteristica semantica, musicale, tecnico-espressiva, formale. Io ad esempio non ci sento il "minimalismo" di Glass, Part, Riley, ecc. Il minimalismo musicale non è prendere partiture originali ed elaborare altro toglieno gran parte delle stesse per lavorare sul resto. Ciò che dice di se stesso l'autore in rapporto alla musica composta, la sua apprezzabile e interessante "letteratura", resta sul piano delle buone intenzioni, legittime e gradite le quali tuttavia non determinano la risuscita automatica del brano stesso: ciò che conta è il risultato musicale (non si chiede mai all'oste se il vino è buono...) che non ha bisogno delle "didascalie" esplicative, autopromozionali. Figuriamoci.., la musica è l'arte dell'esprimere ciò che le parole non possono dire.
Membro_0027 Inviato 4 Maggio 2022 Inviato 4 Maggio 2022 Il 3/5/2022 at 17:58, analogico_09 ha scritto: Ciò che dice di se stesso l'autore in rapporto alla musica composta, la sua apprezzabile e interessante "letteratura", resta sul piano delle buone intenzioni Vedo che il Richter proprio non ti piace ... 🙂 A proposito di buone intenzioni, il tentativo di sottrarre Vivaldi alle pubblicità è miseramente fallito; ho ascoltato poco fa una bella pubblicità con immagini a sfondo bucolico proprio con colonna sonora Vivaldi-Richteriana 😁
Grancolauro Inviato 5 Maggio 2022 Inviato 5 Maggio 2022 Il 30/4/2022 at 20:08, analogico_09 ha scritto: Il 30/4/2022 at 07:08, loureediano ha scritto: Ci sono cose che a me danno emozione che ad altri non solo non ne danno, ma risultano indigeste. Naturalmente è vero anche il contrario, a me certe opere d'arte, anche altamente valutate dai critici, non mi dicono nulla, se non addirittura mi infastidiscono. Si ma parlando di emozioni, di quel che piace e non piace senza motivare un minimo, non si dice nulla delle cose di cui si parla. E questo non è costruttivo, utilie ai fini dello scambio delle idee, delle info, delle opinioni che sono lo scopo di un forum... In tutta sincerità a me interessa meno di nulla sapere delle altrui emozioni che non mi dicono nulla, nè dicono nulla di chi le prova, nemmeno a chi le prova... Per me invece sono interessanti le emozioni che la musica suscita negli altri. Ad esempio, mi piacerebbe sapere che tipo di emozioni suscita in voi questo disco di Richter-Vivaldi, o perlomeno alcuni suoi passaggi: tranquillità, gioia, stupore, noia, rabbia, empatia, estasi, nostalgia... Credo sia interessante anche conoscere che tipo di associazioni produce nella testa dell'ascoltatore. Non si diceva forse una volta che la musica è il lingaggio delle emozioni? Certo, poi a partire da questo, come osserva giustamente Peppe, si possono costruire interi castelli intellettuali, spesso di grande interesse spirituale. Ma, come diceva il filosofo, è certo vero che le emozioni senza concetti sono cieche, ma è altrettanto vero che i concetti senza emozioni sono vuoti. La dimensione emotiva della musica è fondamentale, originaria. Cosa che invece dimenticano spesso i critici musicali, che non di rado arrivano a dire che qualcosa è esteticamente di valore oppure no soltanto per giustificare le loro categorie intellettuali e il loro status di sommi sacerdoti del bello. Tutto questo senza polemica alcuna, ovviamente 😉 2
my2cents Inviato 5 Maggio 2022 Inviato 5 Maggio 2022 2 ore fa, Grancolauro ha scritto: Ad esempio, mi piacerebbe sapere che tipo di emozioni suscita in voi questo disco di Richter-Vivaldi, o perlomeno alcuni suoi passaggi La prima volta che ho ascoltato le quattro stagioni ero molto emozionato. Ma cerco di chiarire. Non ero emozionato per l'ascolto anzi avevo già di parteza delle emozioni forti. Le emozioni sono già presenti di per sé, e la musica più che produrle a mio avviso le amplifica, per una sorta di gioco di risonanza. Ma torno al momento del mio primo ascolto che ricordo come fosse oggi. "L'emozione" provata (tra virgolette perché è termine improprio) era l'abbandono delle emozioni, ovvero loro superamento. È stata una liberazione dalle emozioni con i concetti, e dei concetti con le emozioni. È stato un loro trascendimento, e lo stato conseguente non è una "emozione", non è più emozione ma un senso di ......e chi riesce a descriverlo a parole; mi azzardo a dire uno stato di estasi. Questo cerco nella musica questo provoca la musica, e ritengo che quando ci si ferma alle emozioni ancora manca qualcosa. L'intuito che può dare la musica in chi ascolta e in chi esegue, anche nella improvvisazione è qualcosa più simile alla sincronicita', è qualcosa che supera l'emozione individuale. L'emozione è soggettiva e se uno stesso pezzo dovesse provocare emozioni diverse nei diversi esecutori sarebbe un po' limitante. Come possono accordarsi nell'esecuzione chi va in eccitazione e chi va in depressione? Forse estremizzo per portare un esempio, ma ritengo che l'esperienza della musica per portare a questi stati di sincronicita' tra gli esecutori ma anche tra il pubblico (perché entrambi sono legati dall'tto dall'ascolto) fa sperimentare qualcosa di 'obbiettivo' qualcosa che è oltre noi. Per questo non ritengo la musica un linguaggio ma piuttosto un 'comando'.....il linguaggio ha troppi casini interpretativi. Il linguaggio è troppo relativo, anche se è quel che ci è dato per poterci esprimere a concetti, anche se e' un veicolo limitante. Se la parola fosse il linguaggio assoluto non esisterebbe la musica. Anche le emozioni sono un linguaggio, ma anche loro sono limitanti, ma è quel che abbiamo per poter capire cose che il linguaggio non può spiegare, ma solo generare. Poi c'è la musica .... p.s...ho il disco di Richter ma questo interesse mi pare strasbordante...non ha generato la "non emozione" del primo assalto. "Linguisticamente" parlando poi non lo trovo propositore di qualcosa di innovativo od originale, non mi dilungo ma finito il disco sento il bisogno di passare ad ascoltare musica 😉 2
analogico_09 Inviato 5 Maggio 2022 Inviato 5 Maggio 2022 3 ore fa, Grancolauro ha scritto: Per me invece sono interessanti le emozioni che la musica suscita negli altri. Mai negato il valore, il ruolo delle emozioni, Damiano (ne provo spesso, a volte fin troppe...) non nego il potere esercitato in chi le prova (come dicevo.., solo le pietre non ne provano). Ma SE le emozioni "primaticcie", intime e private, pre-logiche e meramente istintuali, preziosissime, NON trovano anche la via dell'elaborazione intellettuale e poetica, critico-"speculativa" (non è una parolaccia.., è il processo intellettivo che porta l'essere umano verso lo stadio superiore del "sentirie" e della conoscenza, una faccenda che investe l'io e l'es, la mente, il core e la coratella... - mi tocca rifare la battuta scema... 😄), finiscono per portare "piacere" solo in chi le prova, in ogni persona che resta chiusa in se stessa con la sua privata, incomunicabile, emozione. Io invece penso - parlo in generale, prendo solo spunto da ciò che scrivi e che condivido nella sostanza -, anzi provo l'esigenza estetica, ideale, "ludica", direi "sociale", di un'emozione "automatica" che senza perdere le sue fondamentali immediate qualità istintuali ad esclusivo vantaggio di chi la provi, venga coltivata e intesa, attraverso l'evoluzione del pensiero e del sentimento, come una molla che spinga il fruitore di musica, di arte, verso la conoscenza, l'approfondimento dell'"oggetto" artistico che provoca in noi l'emozione personale e che a quel punto diventa "comunicabile", confrontabile con gli altri in grado di comprendere meglio il motivo, il senso, i "contorni" dell'emozione e dell'"oggetto" dalla quale l'emozione scaturisce, si sia d'accordo o meno sui giudizi di merito sull'oggetto artistico stesso. 3 ore fa, Grancolauro ha scritto: Certo, poi a partire da questo, come osserva giustamente Peppe, si possono costruire interi castelli intellettuali, spesso di grande interesse spirituale. Ma, come diceva il filosofo, è certo vero che le emozioni senza concetti sono cieche, ma è altrettanto vero che i concetti senza emozioni sono vuoti. La dimensione emotiva della musica è fondamentale, originaria. Cosa che invece dimenticano spesso i critici musicali, che non di rado arrivano a dire che qualcosa è esteticamente di valore oppure no soltanto per giustificare le loro categorie intellettuali e il loro status di sommi sacerdoti del bello. D'accordissimo.., ci vogliono entramente le cose, "emozioni" e "concetti"... con buona pace delle "categorie" dei critici... categorici... 😉 Ma bisognerebbe anche fare attenzione a non ridurre tutto in termini di "emozioni"... 😉 1
analogico_09 Inviato 5 Maggio 2022 Inviato 5 Maggio 2022 10 minuti fa, my2cents ha scritto: Le emozioni sono già presenti di per sé, e la musica più che produrle a mio avviso le amplifica, per una sorta di gioco di risonanza. Vero, e abbiamo parlato varie volte... è un gioco ancora più sottile e articolato: la musica suscita noi le emozioni che sono già in noi purchè la musica ascoltata riesca a coinvolgerci con la sua estetica, che in definitiva sarebbe come dire che la musica non riesca a copinvolgerci con il suo "comando".., non ne riconoscendone il suo "potere", l'ascendenza, il "carisma" su di noi ... Spesso il limite della incomprensione della musica è dell'ascoltatore che non conosce o ri-conosce il suo linguaggio, ove la musica E' linguaggio, altrochè... il "potere del linguaggio" dei suoni musicali che sono sempre estetica e non già "caso".., magari "caos".., anche il "caos" posiede una sua qualità estetica, una forma, una misura linguistica meta-comprensibile... La musica è anche "comunicazione", immaginario collettivo comune; anche dove si suoni individualmente esistono basi paradigmatiche trattabili in diverso modo all'occorrenza, ampia libertà di interpretazione e di improvvisazione, specialmente nelle musiche popolari, "orali", non scritte, ma anche nella musica "classica", antica e moderna si hanno in misura diversa caratteristiche analoghe. Se così non fosse la musica sarebbe solipsismo emozionistico privato e chiuso in se'... Le teorie del "buon selvaggio" che suona inconsapevolmente non esiste, c'è sempre la consapevolezza più o meno inconscia, istintiva e meta-concettuale di una creazione estetica che (cor)risponde a un "comando" estetico.., un "comando" a cui non tutti i fruitori sono tenuti a rispondere se non ci si riconosce nello stesso.., questa è la realtà, vale per l'arte come per la vita, ed è un bene, anzi naturale, che così sia... 😉 Anche il "buon selvaggio" che non segue regole, grammatiche, sintassi musicali predefinite, crea delle forme estetiche specifiche spiritualmente profonde, non di meno di quanto non lo siano le forme estetiche delle musiche "colte" o "scritte"...
audio_fan Inviato 5 Maggio 2022 Inviato 5 Maggio 2022 Le Quattro Stagioni è una composizione orecchiabile dal facile effetto emotivo sull' ascoltatore "non musicofilo", per cui la troviamo un po' dappertutto dalla pubblicità ai film sentimentali ecc ecc . Questa "ristesura" sembra voler restituire al materiale musicale "preso in prestito" da Vivaldi una dimensione intellettualoide di concezione moderna, e me sembra una sorta di mash-up, quel tipo di "creazioni" messe in atto rimaneggiando materiale altrui. . Indubbiamente per fare un buon mash-up un po' creativo lo devi essere ma l'arte, diciamolo francamente, è un' altra cosa.
Questo è un messaggio popolare. Grancolauro Inviato 5 Maggio 2022 Questo è un messaggio popolare. Inviato 5 Maggio 2022 @my2cents Sull’onda di quanto hai scritto, mi immagino, un po' per gioco, una recensione al disco di Richter più o meno fatta così, in stile proustiano, per così dire 😂: “Non ricordo la prima volta che ascoltai le Quattro stagioni di Vivaldi. In un certo senso, le conosco da sempre. Forse per questo ascoltarle ora mi suscita un moto di larvata irritazione. Mi ricorda la Venezia di quando ero bambino, e la sua forzata e bugiarda vitalità. Da un lato quella dei turisti che affollano un parco giochi dove nulla è reale; fatto di maschere, coriandoli luccicanti, martedì grassi e gondole di plastica vendute ai giapponesi. Dall’altro, la Venezia dei pendolari, di chi lavorava al petrolchimico, di chi affatica senza tregua su e giù per i ponti, gettando di tanto in tanto uno sguardo distratto a una bellezza che mozza il fiato. Nel fluire del mio tempo vitale, dove il dopo precede il prima, le Quattro stagioni di Vivaldi sono cioè la rivisitazione, incipriata e perbenista, delle note sguaiate di Rondò Veneziano ascoltate tra un'ombra de vin e l'altra nel frastuono estivo di Campo Santa Margherita. Quello è il senso profondo, la vera “seconda natura” di questa musica, . Il gesto irriverente e un po’ ruffiano di Richter, nel suo “ricomporre” un’opera la cui celebrità rende eterni i ricordi più banali, ha la capacità di spezzare tempo, di rimettere i suoi cardini in sesto. Richter restituisce Vivaldi nella sua attualità, in ciò che è per noi, per il modo in cui la sua musica fa ancora oggi da banale ritornello per le nostre vite. Ma, al contempo, Richter decostruisce la musica di Vivaldi, la riduce in frammenti, in tracce sparse e irrelate che affiorano dal flusso del quotidiano, del già sentito, del sottofondo sonoro che ci assorda in ogni luogo. Questo gesto, apparente gratuito e già sperimentato, produce un effetto di spaesamento. La musica di Vivaldi si stacca improvvisamente dal flusso del ricordo, e della larvata irritazione che produce, per rinviare a una dimensione altra, dimenticata, avvolta nella nebbia. In questo modo, Richter salva Vivaldi dal suo destino odierno, lo sottrae al flusso dell’esperienza quotidiana, restituendolo nella sua Verità, in quello che davvero questa musica è per noi: la traccia di un mondo perduto, inattingibile, irrecuperabile. Un modo diverso dal nostro, che tutto inghiotte e omologa senza tregua. Un mondo la cui alterità può aiutarci a capire chi davvero oggi siamo diventati”. 2 1
officialsm Inviato 5 Maggio 2022 Inviato 5 Maggio 2022 Questa mi dicono essere una versione di livello molto alto. Lo conoscete? Opinioni? Col mio umile impianto mi piace molto, immagino con impianti pensati per la classica sia meglio. Mi piace molto anche la versione dei Solisti Aquilani. La versione di Abbado è un pelo troppo complessa per il mio orecchio. 1
audio_fan Inviato 5 Maggio 2022 Inviato 5 Maggio 2022 Anche a me piace Carmignola, detto da un non-musicofilo ha "più cuore" di altre esecuzioni che trovo più meccaniche. . Non credo che il gradimento o l'emozione derivante da questo genere aumenti o diminuisca in funzione della qualità dell' impianto, quello che ho definito "cuore" si percepisce anche su impianti modesti, non è di per sé la sonorità degli strumenti a fare la differenza anche se pure quella ha una sua importanza.
analogico_09 Inviato 5 Maggio 2022 Inviato 5 Maggio 2022 Il 4/5/2022 at 20:40, pifti ha scritto: Vedo che il Richter proprio non ti piace ... 🙂 A proposito di buone intenzioni, il tentativo di sottrarre Vivaldi alle pubblicità è miseramente fallito; ho ascoltato poco fa una bella pubblicità con immagini a sfondo bucolico proprio con colonna sonora Vivaldi-Richteriana 😁 E' un po' più articolato del mi piace non mi piace... 😉 Per quanto riguarda lo sfruttamento indiscriminato spesso arrogante, "osceno" della grande musica per le markettate delle pubblicità, fanno svariati lustri che martirizzo dentro di me un disprezzo implacabile e indicibile... All'inizio erano alcune ingenuità da Carosello.., della "pancia non c'è più".., e passi.., ma una volta presisi il dito, poi la mano, poi il braccio.., viai via è iniziata una specia di demolizione delle musiche dove che chi si prende il parafango, chi il faro, chi l'ammorizzatore, chi..., meglio che non dico cos'altro si prendono per cosa... E in tutto questo assistiamo all'ipocrisia più ottusa di questi signori secondo cui queste proposte - una ballad di Billie Holiday struggente che fa da sottofondo a una pubblicità di un prodotto cosidetto di "bellezza".., l'effimero coatta più alieno alle questioni dell'intelligenza, della poesia, della "bellezza" artistica e fisica umana, - avvicinano il popolo televisivo e radiofonico, cinematografico, ecc, alla musica asservita a sta roba qua... Meglio che mi taccio... Con la disoccupazione che c'è in tutti i campi, anche negli artistici.., non sono proprio capaci di ricorrere a musiche originali, composte di fresco, più adatte a presentare la "merce".., senza copiare, attingere al nobile passato saccheggiato, umiliato, Per tornare al discorso iniziale, e anche per questo che non apprezzo le operazioni "mo' ti riaggiorno il Vivaldi", o il Tchaikowsly .., cosa molto diversa dalla markettata pubblicitaria, ci mancherebbe.., ma anche in questo caso personalmente avverto l'idea per me pretenziosa e artata, di riaggiornare ciò che non è mai invecchiato e che si presenta al presente nel pieno vigore giovanile, tal quale era stato concepito restando tale senza scorciatorie, riduzioni, facilitazioni, accrescimenti, iniezioni vitamiche, alimentazioni omogenizzate... Non c'è peggior modo invece di "invecchiare" Vivaldi o quella musica con l'etichetta del brandy che crea un'atmosfera... 😜😄 1
analogico_09 Inviato 5 Maggio 2022 Inviato 5 Maggio 2022 3 ore fa, Grancolauro ha scritto: Sull’onda di quanto hai scritto, mi immagino, un po' per gioco, una recensione al disco di Richter più o meno fatta così, in stile proustiano, per così dire 😂: Sarà per gioco, una recensione immaginaria.., non entro pertanto nel merito dei contenuti.., mi limito ad osservare, fuor di ironia, che hai fatto un pezzo di ottima e divertente letteratura! 😉
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