Antonino Inviato 5 Settembre 2021 Inviato 5 Settembre 2021 Ho avuto il piacere di ascoltare il concerto in piazza a Ravello di Danilo Rea, Alfredo Golino e Massimo Morriconi di qualche settimana fa' Sono rimasto sorpreso e entusiasmato dalla classe di Rea che avevo ascoltato solo distrattamente. Ascoltare a pochi metri dagli esecutori musica jazz dal vivo mi da' emozioni mai provate nella musica riprodotta anche con grandi impianti 2
ansonico Inviato 26 Settembre 2021 Inviato 26 Settembre 2021 Il 28/8/2021 at 12:36, analogico_09 ha scritto: Lo rimetterò a suonare al più presto... Buona domenica 😊 Hai poi avuto modo di riascoltare Understanding?
analogico_09 Inviato 26 Settembre 2021 Autore Inviato 26 Settembre 2021 2 ore fa, ansonico ha scritto: Buona domenica 😊 Hai poi avuto modo di riascoltare Understanding? Si, sempre da Tidal, ho riascoltato Understanding di Roy Brooks, una musica "energetica"... confermo le prime, entusiastiche impressioni. Buona domenica anche a te! 🙂
ansonico Inviato 26 Settembre 2021 Inviato 26 Settembre 2021 Grazie 😊 Te lo chiedo perché ho la possibilità di comprarne l'edizione in vinile, ma tra una cosa e l'altra si tratta di borsare un 100one, è proprio tanto.... non so se ne val la pena e volevo sentire la tua valutazione, che ho avuto modo di apprezzare; anzi, ne approfitto per ringraziarti per quanto mi hai fatto leggere e scoprire sino ad ora! Comunque i miei ascolti sulla rete mi hanno dato le stesse tue sensazioni, energia!
Gabrilupo Inviato 19 Ottobre 2021 Inviato 19 Ottobre 2021 Riporto in auge questa discussione per far conoscere ai più una musicista per me, fino a qualche ora fa, sconosciuta. La pianista Hazel Scott: P
leoncino Inviato 20 Ottobre 2021 Inviato 20 Ottobre 2021 Ho qualcosa di suo ma era parecchio che non la ascoltavo. A me piace molto.
Gabrilupo Inviato 20 Ottobre 2021 Inviato 20 Ottobre 2021 @leoncino Ai primi ascolti il suo sembra un jazz molto esteriore, basato sulla sua fenomenale tecnica, molto interessante invece la sua vicenda umana, la sua denuncia della condizione dei neri (come attrice rifiutò i ruoli tipo che venivano affidati alle donne di colore, niente mamy per intenderci) e I suoi scontri con il maccartismo che la portarono a trasferirsi per lungo tempo a Parigi. 1
analogico_09 Inviato 21 Ottobre 2021 Autore Inviato 21 Ottobre 2021 Il 20/10/2021 at 08:02, Gabrilupo ha scritto: Ai primi ascolti il suo sembra un jazz molto esteriore, basato sulla sua fenomenale tecnica, molto interessante invece la sua vicenda umana, la sua denuncia della condizione dei neri (come attrice rifiutò i ruoli tipo che venivano affidati alle donne di colore, niente mamy per intenderci) e I suoi scontri con il maccartismo che la portarono a trasferirsi per lungo tempo a Parigi. Sostanzialmente d'accordo con te sulla "tecnica". Molto interessante il video, e ammirevole il suo "impegno" per la causa degli afroamericani molti dei quali costretti a cercare asilo,dignità, rispetto, amicizia, lavoro e riconoscimento della loro grande arte musicale. Comuqnue il virtuosismo di questa pianista, non solo il suo ovviamente, ma anche dei più noti e celebrati nomi del jazz a livello mondiale, non solo pianisti, lascia chiaramente intendere che se costoro non avessero incontrato, e se non incontrassero ancora, enormi difficoltà, l'ostracismo, se non anche il divieto "legislativo", nel conservatori accademici della musica "colta", "scritta", insomma della cosiddetta "musica classica", tenuti dagli establishment pedagogico-culturali fondamentalmente razzisti, segregazionisti, o discriminatori, ecc.., avrebbero ECCELLUTO (**) anche aldifuori del jazz, dando credo, perchè no?, anche la pista a molte eccellenze musicali, interpreti, compositori, esecutori, strumentisti, di quel mondo prima elitario e chiuso, classicocentrico, poi, in seguito apertosi in buona misura al jazz, e ad altri generi, nelle reciproche e proficue influenze "matrimoniali" fatte d'amore e di accordo (ovviamente musicale... 🎼 👍 😉 (** vedi Nina Simone, Charles Mingus che ECCELLETTE nella classica, con le sue composizioni e performance concertistichce "miste", senza aver mai messo piede in un "conservatorio"... E tanti altri musicisti "fratelli" degli Strawinsky, Bartok, Debussy, Ravel, ecc.., e, ancora più indietro nel tempo, baciati dalla "grazia" di Bach...) Musica "impressionista" registrata per un album intitolato Expressio(nism)
Gabrilupo Inviato 22 Ottobre 2021 Inviato 22 Ottobre 2021 @analogico_09 Anche a me è venuta subito alla mente Nina Simone.... Rileggendomi mi sono accorto di essere stato ingiustamente negativo nei confronti della musica della Scott. Forse, a quel tempo, l'introspezione, lo "scavo", nel jazz non erano neanche richiesti, nel piano penso che siano arrivati con Bill Evans.... Invece Hazel Scott sciorinava fiumi di note con una facilità impressionante, dalle immagini sembra di vedere il piacere di fare musica in modo giocoso e, questo, per me, non è un limite, anzi. Per la psicanalisi applicata ai tasti d'avorio e d'ebano c'è sempre tempo😆
Grancolauro Inviato 24 Ottobre 2021 Inviato 24 Ottobre 2021 Non conoscevo Hazel Scott, grazie della segnalazione. Interessante il video, ma in tutta franchezza ho trovato la sua musica davvero brutta. Uno sfoggio di abilità acrobatiche da circo equestre musicalmente vuoto, senza anima. Un video, tra l’altro, che ha sullo sfondo una concezione profondamente razzista della musica “black” jazz: il gruppo di saltimbanchi che sale sul palco per far divertire, con le loro acrobazie animalesche, quasi non umane, dei ricchi bianchi seduti in platea. Hazel si sarà anche battuta per la causa afroamericana, non lo nego, ma qui fa pessima musica in un contesto che esalta stereotipi razzisti. Tutto questo, ovviamente, dal mio modesto punto di vista di non esperto di musica jazz 1
analogico_09 Inviato 24 Ottobre 2021 Autore Inviato 24 Ottobre 2021 @Grancolauro Concordo, e l'ho scrittco , sulla tecnica acrobatica e "fenomenale", per dirla anche come @Gabrilupo , della pianista che tuttavia, tutt'altro che modesto, sempre tecnicamente parlando, mi sembra possieda delle potenzialità musicali che potrebbero portare a livelli interpretativi ed espressi ben più elevati di musicalità, se fosse stato consentito dagli aspiranti allievi "neri" di accedere nei "templi" musicali sacri dei bianchi... .Per questo facevo il "parallelo" con il virtuosismo, ovviamente espressivo, della musica classica.., prendevo a pretesto il video per dire dell'ostracismo, il violento diniego che il mondo dell'"accademia" conservatoriale della musica classica" riservava alle genti di colore che intendevano cimentarsi con la loro tradizione musicale tenuta sotto stretto e geloso lucchettaggcio mentre "saccheggiavano" a piene mani, a scopo sfruttamento commerciale, spesso inverecondo, disonesto, durante l'epoca del cosiddetto "Swing", svilito, edulcorato, ridotto a livelli di musica da ballo (fino a quando non sia arrivato C. Parker & C. a scacciare i mercanti dal tempio...) le autentiche espressioni delle musiche afroamercicane, questo prima che si giungesse al senso del reciproco rispetto e del riconoscimento di entrambe le musiche solo apparentemente opposte e si iniziassero i processi di riavvicinamento egualitari con effetto di reciprocità non pienamente e totalmente conclusi dal momento che persistono ancora sacche di razzismo emarginatorio, segregazionale nel mondo della musica e dell'arte dove l'arte "nera", non solo musicale, resta ancora ai margini se non del tutto oblitarata. D'accordo anche sul risvolto razzista del video, benchè gli autori forse non intendessero apparire tale, non ho approfondito l'impostazione produttiva dello stesso, non capisco l'inglese, ma le immagini parlano chiare.., quei robusti "negroni" in frack e cilindro sono una via di mezzo tra il grottesco forse voluto, forse provocatorio, e il comico-surreale... Bisognerebbe capire cosa dicono i personaggi... chi si offre di fare una traduzione riassuntiva? ... 😄 Andrebbe inoltre ricordato che tutta la cinematografia americana/hollywoodiana di quegli anni dedicata interamente o parzialmente al jazz, sorta di melodrammi-musicalizzati (non cito i titoli per non appesantire) i grandi del jazz: Armstrong, B. Holyday, Ellington, ancor prima Bessie Smith, ecc, ecc., vale a dire i grandi creatori di musica, geni dell'innovazione, dell'"increato", venivano "esibiti" come giullari, fenomeni "graziosi" e simpaticoni per divertire il pubblico borghese bianco.., riservando loro un ruolo musicale e cinematografico subordinato, se non anche servile, ai musicisti bianchi co-protagonisti, i veri protagonisti.., alcuni molto bravi, ci mancherebbe (B. Goodman, Glenn Miller, Bing Crosby, W. Hermann, ecc...) che avevano preso tutto o quasi per la loro arte da quelle "gallinelle dalle uova... "nere".... gli autentici "re" del jazz cui veniva scippata la corona con la forza dell'"industria", del potere econimico sociale, politico, razziale, con la violenza... Poi fortunatamente le cose al cinema del jazz cambiarono.., arrivarono anche i Tavernier... ma dovettero arrivare anche e soprattutto forse dall'Europa dove i jazzisti neri trovano asilo ed "esilio" forzato... Proviamo a guardare questo film molto controverso nel quale emergono tutti gli aspetti "controversi", ambigui, sostanzialmente manipolatori della realtà musicale, atropologico-social-razzial-musicale di cui parlo sopra, film moralistico buonista che disegna una realtà idilliaca dei mondi musicali bianchi e neri forzatamente e falsamente messi insieme dentro un'aura di armonia felice e paritaria, da lieto falso fine "americano", che non esisteva. Fuori dai teatri di posa cinematografici i "negri" venivano linciati; Billie Holyday veniva perseguitata.., c'era la ghettizazione, la violenza sparsa, se la vedevano tutti chi più chi meno "nera" come la pece... Guardiamo magari solo le sequenze dal punto del video che ho già segnato...
analogico_09 Inviato 24 Ottobre 2021 Autore Inviato 24 Ottobre 2021 Nella foto che fa da "copertina" al video che ho postato sopra vediamo la "tragica" Billie Holiday ritratta come un'elegante e felice signora signora borghese affciancata dalla bella e affascinante donna bianca... il "messaggcio" sarebbce quello di una realtà frutto della finzione filmica propagandistica e manipolatoria.., forse un'immagine di "bellezza" e di armonia autoconsolatroio.., tutto il film del 1947 è un "dcisperato" tentativo di autoassolvimento, frutto dei sensi di colpa che già allora dilaniavano le viscere della societcà americana razzista e violenta. La realtà vera invece era quella che la stessa Holiday testimoniava in quegli stessi anni, ben fuori dagli svavillii dei set cinematografici, e ancora prima, con una tragica ballad di cui resta straordinaria, profonda e straziante interprete Strange Fruit «Southern trees bear a strange fruit, blood on the leaves and blood at the root, black body swinging in the Southern breeze, strange fruit hanging from the poplar trees.» [...] Gli alberi del sud danno uno strano frutto, sangue sulle foglie e sangue sulle radici, un corpo nero dondola nella brezza del sud, strano frutto appeso agli alberi di pioppo.» (non fate caso all'avvertimento che precede il video youtube.., la realtà fotografata senza compiacimenti, immagini della realtà storica, è "innocente", ben altre sono le immagini di violenza perpretata in vari modi, fisici, psicologici, morali, falsamente "ludici" e perniciosamente "pubblicitari" che dovrebbero urtare , turbare , offendere la sensibilità delle persone adulte e non... Le immagini dei lager nazisti vengono mostrate in tutto il loro reale orrore, in maniera opportuna, doverosa, dovuta, irrinunciabile per tenere viva la memoria sugli orrori nazisti, e più in generale sugli orrori di cui è capace di macchiarsi il genere umano, perchè la memoria deve persistere, come monito anche per le future generazioni. Anche la tragedia del razzismo in America, in Sud Africa e in ogni altro luogo del mondo nel quali sia stata perpretata, dovrebbe rimanere ricordo vivo. DCicvo questo non per fare "politica" o ideologia.., no.., vorrei fosse preso come modesta iniziativa, occasione per capire, e riporto un attimo la questione sul piano specifico della "estetica" della musica jazz, ANCHE cosa sia e da cosa nasce anche la grande cultura musicale afroamercicana convenzionalmente chiamata anche "jazz", blues, soul, gospel, R & B, ecc Questo è il mio personale parere, ciascuno ovviamente ha il suo proprio e deciderà se guardare il video o meno, se ritenerlo inappropriato per minori (di quanti anni?) oppure "educativo". 1
leoncino Inviato 25 Ottobre 2021 Inviato 25 Ottobre 2021 Il problema è che il razzismo non è affatto sconfitto ed anzi prende sempre più vigore.
Partizan Inviato 25 Ottobre 2021 Inviato 25 Ottobre 2021 Il 25/8/2021 at 05:35, caricolimite ha scritto: JazziT di Luciano Vanni, rivista bimestrale molto curata,ma credo che al momento sia ferma nelle pubblicazioni e purtroppo da anni non più distribuita nelle edicole... Viene fornita, da alcuni anni, solo in abbonamenti. Sono abbonato. Ciao Evandro
regioweb Inviato 2 Novembre 2021 Inviato 2 Novembre 2021 Il 25/10/2021 at 08:39, Partizan ha scritto: Viene fornita, da alcuni anni, solo in abbonamenti. dopo esser stato abbonato per diversi anni mi sono ri-abbonato a Jazzit nel giugno 2020 anche per contribuire, nel mio piccolissimo, alla difficoltosa sopravvivenza della rivista in epoca covid; ho ricevuto un paio di numeri arretrati - tra cui quello con lo speciale ECM che mi interessava parecchio - a novembre dello stesso anno e poi più nulla..
Partizan Inviato 2 Novembre 2021 Inviato 2 Novembre 2021 @regioweb La irregolarità delle uscite è proverbiale! Tanto che devo contattarli per sapere quando riunnovare l'abbonamento ai 4 numeri che anzichè uscire annualmentem magari ci impiegano 18-20 mesi. Sono di una gentilezza impressionante, il difficile è beccarli al telefono. Ciao Evandro P.S. - Dopo il n° 111 (per non sbagliarsi non citano più il mese di uscita), quello con Danilo Rea in copertina, non ho più ricevuto niente, non sai mai se non è più uscito un nuovo numero o ti è scaduto l'abbonamento. 😄😄😄
Questo è un messaggio popolare. analogico_09 Inviato 11 Novembre 2021 Autore Questo è un messaggio popolare. Inviato 11 Novembre 2021 Riascoltavo il doppio album Mingus at Antibes (Antibes Jazz Festival, Juan-les-Pins, France, 13 luglio 1960. Tra i dischi di Mingus e del jazz che riascolto più spesso. Ho ancora il fiatone... Potente l'energia musicale improvvisativa, graffiante, "ioronica", irridente, grottesca, affettuosa, lirica... ai massimi livelli del "mood" mingusiano capace di contenere tutte le sfumatire le gamme, i moti dell'animo umano. Potente il feeling che si instaura tra i componenti del "micidiale" quintetto (mi si passi il termine un po' grezzo..). Bud Powell leggendario "special guest". Tipico dela musica suonata dal vivo, con il pubblico di fronte, abbiamo le versioni più ispirate e travolgenti di alcune composizioni di Mingus tra le più celebrate: "Wednesday night prayer meeting", "Prayer for passive resistance", "Folk forms I"... Ad altezze stratosferiche gli interverti alternati dei solisti stellari nella lunga improvvisazione collettiva intitolata "What Love?" Emozionanti Booker Ervin e Ted Curson, esaltanti le "conversazioni" di Mingus al basso con i suoi.., specialmente negli "interludi" con Eric Dolhy e il suo "miracoloso" clarinetto basso capace di scavare con lucida determinazione tecnica e poetica nelle profondità subcoscienti dei suoni, della musica, della psiche e della poesia, di ciò che si può esprimere solo con la musica. Iinarrivabili, mai più ripetute le sue alchimie sonore contrappuntate dalle implacabil, vibranti e possenti corde del basso di Charlie, con le quali lo straordinario polistrumentista raggiunge le stesse altezze raggiunte da Coltrane di cui è stato spesso partner, anzi co-protagonista specchiato in avventura musicali che restano scolpite negli annari della musica del '900. Da brividi! Ma l'intero doppio disco è un inno di ringraziamto al dio della musica, la prova provata che a volte l'uomo con la sua musica "divina" può raggiungere vette più altre di quelle occupate dagli "dei" stessi... E se dicessi che la musica di questo disco ... "parla" pur senza usare le "parole"? Da non perdere assolutamente 3
Questo è un messaggio popolare. analogico_09 Inviato 12 Novembre 2021 Autore Questo è un messaggio popolare. Inviato 12 Novembre 2021 Un paio di anni fa aprii un topic su questo straordinario disco di un grande poeta della musica jazz, della musica multikulti, della musica "organica", dei vari generi musicali più o meno "contaminati" in forma genuinamente poetica che hanno come denominatore comune la spiritualità, la radice magica della bellezza senza tempo e senza orpelli. Ne venne fuori una discussione "utile", fors'anche interessante.., forse qualcuno ricorderà, ma con buona pace del fuoco cattivo, il bello della vita è anche che morto un papa se ne fa un altro.., nel senso che nessuno ci impedisce di riprendere l'argomento e parlare di Don Cherry , di questo e di altri dischi, di rendere omaggio a un autentico poeta della tromba e della musica, polistrumentista d'eccezione, stretto collaboratore, anzi co-protagonista nelle dtrairdinarie avventire musicali capitanate dall'altro genio della musicalità che aveva per nome Ornette Coleman... Dopotutto siamo in molti a frequentare la sezione dedicata alla nostra passione musicale.., il tema si presta a contributi più vari e d'ogni forma... "Don Cherry- Om Shanti Om" Recorded at RAI studios [Rome, Italy] in 1976 for the television broadcast “Incontro con Don Cherry” presented by Franco Fayenz. La sera prima della registrazione Rai, il cui video è presente in youtube, Don Cherry, stesso organico (presente il favoloso percussionista brasiliano Nana Vasconcelos) stessa scaletta dei brani interpretati diversamente a seconda dell'ispirazione del momento ma sempre alta, tenne un concerto pubblico al palazzo dello sport di Roma a cui assistei con un gruppetto di amici, armato di macchia fotografica... La "Black Sweat Records", una casa discografica indipendente, tutta italiana, piccola ma agguerrita, che tratta solo musiche non "industriali", la quale pensò bene di ottenere i diritti della Rai per realizzare un disco dalla registrazione originale, chiese a me il permesso di ultilizzare alcune foto tra quelle che scattai al concerto (che nel frattempo avevo postato nel precedente forum in una vecchia discussione sul musicista) per "illustrare" l'LP . Accettai di buon grado con la sola condizione che il mio nome figurasse nei crediti certo che così sarei passato alla storia mondiale delle registrazioni fotografriche.., la gloria ci fa molto più ricchi del vile denaro.... 🤣 😄 Battute a parte ne vado orgoglioso di aver contribuito modestissimamante alla causa della musìca, ad omaggiare l'umanissimo genio di Don Cherry intriso di profonda spiritualità che seguito ad apprezzare e ad amare con graditudine, tra i miei musicisti di jazz del cuore e della mente. Le immagini "live" dell'inserto discografico quindi sono il frutto della mia modesta passione, della mia curiosità che seguita a guidarmi nei vari mondi della musica la quale è una a trina, e questo mi fa sentire un po' microparte aggiunta per caso, sorta di incidentale periferia estrema - ma che per me significa molto - dello storico, magico, "organico" evento. Ora mi taccio.., vorrei piuttosto condividere la toccante "presentazione" del progetto scritta dal chitarrista del gruppo, Gian Piero Pramaggiore, musicista e persona spirituale, il quale racconta con le parole della bellezza del suo incontro, quasi "predestinato", con Don Cherry. Parole commosse della graditudine e della "concretezza" , intrise di una nostalgia attiva e senza rimpianti, parole che risuonano più musicali che mai nel finalel, come una sorta di cum-passionevole, religioso "epitaffio". Gian Piero dice di se stesso: "ero il bambino del gruppo". Don Cherry, Nana Vasconcelos, Moky Cherry non ci sono più da tempo, ripettivamente dal 1996 / dal 2016 / dal 2009. La loro musica resta e seguita a vivere in noi. Riposino in pace. (spero sia leggibile.., è in inglese ma credo che sia rimaasto il solo a non conoscere la lingua della perfida albione.. 2 1
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