deaf ear Posted April 10, 2021 Share Posted April 10, 2021 @Berico si c'è in hires dentro "The last word - The Warner Bros years" che contiene anche il Live al Nice Festival del 1986 Link to comment Share on other sites More sharing options...
analogico_09 Posted April 10, 2021 Author Share Posted April 10, 2021 2 ore fa, Berico ha scritto: Se lo trovate compratelo senza indugio, probabilmente c’è anche in liquida, è un opera jazz, fuori concorso. Io ho la VHS che acquistai appena uscita, nel 91, non ricordo se prima o sopo la morte di Davis avvenuta nel settembre del '91, stesso anno del concerto a Montereux, 8 Luglio, e del concerto romano allo stadio Olimpico del 23 luglio al quale non mancai... Un concerto "particolare", Davis visibilmente provato ci regalò, alternando a lunghi momenti di routine, dei veri e propri stati di grazia, di musica stratosferica, di profonda ispirata poesia che mi fecero accaponare la pelle. La particolarità di questo disco, anzi del concerto a Montreux, è che Quincy Jones riusci a convincere Davis ad accettare l'invito e a suonare i brani del suo straordinario repertorio classico, a suonare la tromba in modo "classico".., un ritorno al passato mai invero morto, mai dimenticato.., sempre tornava anche nelle tappe più funky, "astratte".., discoro lungo.., già fatto altre volte.., tornava al lirismo tagliente e profondo di KOB, di Sketches of Spain, di Miles Ahead, di Workin', ecc... Trafrerii su CD la VHS con ottimo audio che contiene 13 brani dei 16 del CD per poterlo ascoltare più agevolmente. Davis affiancato da Kenny Garret, alto sax e da Wallace Roney alla tromba e flicorno.., bravissimo, musicista molto apprezzato da Davis in visibile stato di adorazione del maestro... Forse presentendo la sua morte, che sarebbe avvenuta di lì a due mesi, Davis provava il bisogno di fare una passaggio all'indieto.., chissà.., anche a Roma, pochi giorni dopo Monteraux, ci fece provare qualche attimo di brivido quasi all'"Ascensore per il patibolo". Emozionante! Ascoltiamo The Pan Piper - Solea 2 Link to comment Share on other sites More sharing options...
leoncino Posted April 11, 2021 Share Posted April 11, 2021 @analogico_09 io purtroppo ho una scarsissima memoria, ma conosco il Jazz molto bene, in pratica, a parte le nuove leve, conosco praticamente tutti i musicisti che fecero grande il Jazz. Per esempio sia i dischi che i musicisti menzionati qui, !i conosco molto bene. Ma io pur amando moltissimo Davis faccio fatica a ricordare le sue formazioni, per ricordare i componenti dei Led Zeppelin mi devo concentrare. Ho dischi di Stanley Turrentine, di Mahalia Jackson, di Bessie Smith e moltissimi altri ma non chiedetemi di scriverne, non ne sono capace. Comunque quella versione di Fine And Mellow si trova nella raccolta che ho più sopra segnalato. Link to comment Share on other sites More sharing options...
Moderators oscilloscopio Posted April 11, 2021 Moderators Share Posted April 11, 2021 Altro grande del clarinetto e sax del jazz classico..Sidney Bechet come altri conosciuto tramite la mia ricerca di dischi a 78 giri di jazz... Link to comment Share on other sites More sharing options...
Popular Post analogico_09 Posted April 11, 2021 Author Popular Post Share Posted April 11, 2021 @oscilloscopio 2 ore fa, oscilloscopio ha scritto: Sidney Bechet Certamente! Ricordiamo anche gli altri leggendri colleghi che hanno fatto la grande letteratura clarinettistica in jazz. Jimmie Noone e Barney Bigard (fedellissimo di Ellington), entrambi capaci di disimpegnarsi egregiamente anche nella classica. Arrivati al jazz "moderno", vorrei ricordare l'altro grande clarinettista bianco con il blues "nero" nell'animo che fu per questo fraternamente accettato negli ambiti jazzistici neri degli anni ruggenti della 52ma strada. Tony Scott (antonio Scaccia), italo-siculo-americano. Una biografia straordinaria, una carriera artistica finita male in Italia.., dove anzi a finire peggio è proprio l'Italia... . Amico di Parker, di Billie Holiday (forse furono amanti), degli uomini del bop e non solo, portò a livelli virtuosistici ed espressivi ragguardevoli il suo strumento. Restano miitici i "duelli" con l'altro grande clarinettista amico/nemico Buddy DeFranco, jazzman bianco non di meno virtuoso ed espressivo di ma meno "avventuroso" e più "tradizionale" di Tony Scott. Due informazioni spicciole e inesaustive, ce ne vorrebbe di tempo e di capacità per poter tracciare un basilare ritratto esistenziale ed artistico di questo grande uomo, grande artista indomito, nomade, vventuroso, instancabile che amava tutt la musica del mondo, che si raggiunse l'oriente per suonare con i musicisti locali "musiche per la meditazione Zen..." C'è un disco dal titolo omonimo, forse il più celebre di Tony Scott. Segnalo questo disco "The Complete Tony Scott" che presenta un gruppo di musicisti eccezioinali, tra cui Bill Evans... traduco da Google: "The Complete Tony Scott", Tony Scott and His Orchestra, su RCA VICTOR Records, 1957, Mono. Arrangiamenti in stile Basie della metà del secolo evidenziati da un paio di brani estesi con una più moderna inclinazione jazz. Alcuni grandi talenti utilizzati in queste sessioni tra cui Sahib Shihab (un preferito personale), Bill Evans, Zoot Sims, Clark Terry, Thad Jones, Milt Hinton, Freddie Green, Osie Johnson, Joe Newman, Gigi Gryce, molti altri. Avrebbe potuto essere un classico viste le formazioni, non male così com'è. Forse, Tito, ricorderai, commentammo brevemente, il mio post nel quale raccontavo il causale incontro con Tony Scott in un negozio di strumenti musicali romani nel 1998/99, quando in modo spontaneo, casualmente, iniziammo a parlare a lungo e lui, che mi aveva preso a benvolere, sorpreso delle domande che gli rivolgevo, apprezzando quello che sapevo del jazz, di lui stesso, mi raccontò un sacco di cose della sua vita, della sua musica, del mondo del jazz. Testimonianze vive, vissute e dirette.., su Parker, Gillespie, Holiday.., ecc.., mi sembrava di sognare.., a tu per tu con una tale leggenda... altro che leggere i libri... E non mi mollava.., nè io lui.., diceva che il mio profilo gli ricordava suo padre.., e intanto pioveva. Noi due al riparo nell'entrata del negozio mentre la sua compagna attendeva sotto l'ombrello in strada, vicino alla macchinacon un sorrisso dolce, paziente, un'espressione tra il divertito e l'"inumidito"... 🙂 ... la serata era umida ma pèer me era come se splendesse il sole... Mi invitò ad andarlo a trovare nella casa - atelier della sua compagna.., mi disse di portare mio figlio con la pianola che avevo acquistato poco prima nello stesso negozio.., chè avremmo suonato insieme... Non andai.., timore, timidezza, sicuramente l'inadeguatezza di poter suonare con lui.., non lo scoprirò mai.., avevo promesso che gli avrei portato delle foto che gli avevo scattao durante un festival jazz di Pescara negli anni '70.., però non andai. Conservo ancora la cartellina con le foro.., sono sempre lì.., magari glie le porterò quando finirò anch'io in paradiso, spero, il più tardi possibile, dove certamente, finalmente Antonio Sciacca avrà trovato "fissa e degna dimora"... Perchè dico questo?... Al prossimo post... 3 Link to comment Share on other sites More sharing options...
Moderators oscilloscopio Posted April 11, 2021 Moderators Share Posted April 11, 2021 @analogico_09 Ricordo bene l'episodio che hai citato, ed ogni volta leggo nel tuo scritto come un rammarico un' "occasione persa" per non aver dato seguito a quell'incontro. Tony Scott lo conosco poco, ho giusto un brano su quel disco che ho già citato parlando di Omar Simeon sicuramente un artista da approfondire... Link to comment Share on other sites More sharing options...
Popular Post analogico_09 Posted April 11, 2021 Author Popular Post Share Posted April 11, 2021 2 ore fa, analogico_09 ha scritto: Perchè dico questo?... Al prossimo post... Per capire meglio di come potrei spiegarlo io... il regista siciliano Franco Maresco (chi ricorda la celebra accoppiata Ciprì e Maresco di "cinico tv"?) ha girato nel 2010 un documentario su Tony Scott e sul jazz, a mio avviso meraviglioso, intitolato polemicamente (e a ragione) "Io sono Tony Scott, ovvero come l'Italia fece fuori il più grande clarinettista del jazz" linko l'articolo della rivista di cinema on line MyMovie.it https://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=63586 , la bella recensione/presentazione del film a firma di Nicoletta Dose... Riporto solo la parte finale dello scritto "Maresco dimostra, con il distacco discreto di un regista che ama il suo soggetto ma vuole anche metterne a nudo le debolezze, come l'arte abbia bisogno di spazi e riconoscimenti per poter vivere senza restrizioni di libertà. In un paese come il nostro, dove la parola 'cultura' vive agli angoli della quotidianità, uno come Tony Scott finisce per vivere in strada, in un permanente nomadismo disperato, ingloriosa metafora dei nostri tempi oscuri. C'è qualcosa che non va se un artista come lui viene sepolto in una tomba in prestito. Tempo qualche anno e dovrà andarsene anche da lì per lasciare il posto a qualcun altro." Grazie a san tubo, abbiamo la possibilità di vedere questo grande document(o)ario, opera estetica di grande rilievo e che merita il plauso e la graditudine di tutti gli appassionati di jazz 1 2 Link to comment Share on other sites More sharing options...
analogico_09 Posted April 11, 2021 Author Share Posted April 11, 2021 58 minuti fa, oscilloscopio ha scritto: Tony Scott lo conosco poco, ho giusto un brano su quel disco che ho già citato parlando di Omar Simeon sicuramente un artista da approfondire... Ti suggerico l'eccellente Billie Holiday whit Tony Scott and his orchestra.., anche questa composta da veri "campioni" del jazz... c'è anche in vinile https://www.discogs.com/it/Billie-Holiday-With-Tony-Scott-And-His-Orchestra-Billie-Holiday-With-Tony-Scott-And-His-Orchestra/release/6849096 Link to comment Share on other sites More sharing options...
Moderators oscilloscopio Posted April 11, 2021 Moderators Share Posted April 11, 2021 7 minuti fa, analogico_09 ha scritto: c'è anche in vinile Too expensive....oltre 30 euro con la spedizione...andrò a cercarlo su Napster.. Link to comment Share on other sites More sharing options...
analogico_09 Posted April 11, 2021 Author Share Posted April 11, 2021 @oscilloscopio 👍 Pensa io ce l'ho in audiocassetta e si sente bene... Link to comment Share on other sites More sharing options...
analogico_09 Posted April 11, 2021 Author Share Posted April 11, 2021 Per saggiare la tecncica, il virtuosismo di Tony Scott, consiglio, anche a me stesso che non ce l'ho.., ascoltato dal tubo, vedrò di trovarlo in Tidal, questo Bill Evans & Tony Scott - A day in New York (1957) Ricordo che nell'incontro che ho avuto con Tony Scott, parlando delle sue esperienze musicali vissute in oriente, mi disse che fu lui, o anche lui.., a insegnare a Coltrane le prime basi delle "scale orientali" di cui il grande John fece tesoro in maniera personalissima, ovviamente... Nel suo disco "Music of Zen Meditation", Tony Scott, un ricercatore eclettico e instancabile, riuscì a fondere in modo mirabile il suono del clarinetto con i suoni degli strumenti della musica zen giapponese, il koto e il Shakuhachi.., sonorità e "modi" musicali che si ritroveranno nel jazz modale dei vari Coltrane, Davis, Don Cherry, Mingus, Coleman, ecc, mescolati con le musiche mediorientali, nordafricane, arabo-iberiche... Link to comment Share on other sites More sharing options...
Gabrilupo Posted April 13, 2021 Share Posted April 13, 2021 Raccolgo l'invito di Peppe a parlare di Sonny Rollins e lo faccio solo ora perché dovevo rinfrescare la memoria uditiva (riascoltare i suoi dischi che posseggo). Per la cronaca posseggo solo i suoi lavori Contemporary e Prestige, mi mancano i Blue Note e gli Impulse. La cosa che mi colpisce di più è il lavoro approfondito che fa sui temi musicali ma senza il profluvio di note tipico del Coltrane di quel periodo, cosa che mi è riuscita più facile da notare ascoltando questo splendido disco: in cui, nel brano omonimo, i due fuoriclasse del tenore si "affrontano" a suon di solo. Altra perla assoluta è Way Out West un pionieristico "pianoless" che non fa rimpiangere per niente I tasti avorio ed ebano. Un gran caratterino Sonny, non so chi, come lui, avrebbe rifiutato l'invito di Miles Davis ad entrare nel suo primo quintetto, rifiuto che costrinse il "divino" ad "accontentarsi" (mi viene quasi da ridere) di John Coltrane. Famosa anche la sua sparizione dalle scene fra il '59 ed il '61 per ritirarsi a studiare, suonando di notte sul ponte Williamsburg, e proprio The Bridge sarà il titolo del suo primo lavoro dopo questa pausa, un "ponte" verso un nuovo stile. 1 Link to comment Share on other sites More sharing options...
Gabrilupo Posted April 13, 2021 Share Posted April 13, 2021 Vorrei segnalare il film "Ma Rainey's black bottom" su Netflix. Anche se il tema è prevalentemente il blues io salterei tranquillamente gli steccati di stile per concentrarmi su alcuni interessanti spunti forniti dal film, come il rapporto fra la tradizione e l'innovazione del generee e quello fra l'artista e la registrazione. Da vedere. 2 Link to comment Share on other sites More sharing options...
analogico_09 Posted April 13, 2021 Author Share Posted April 13, 2021 @Gabrilupo Tutti capolvari i dischi che hai citato, Gabri, grazie; la nutrita discografia di Rollins ne contempla diversi. Ci sono lavori un po' meno noti e meno "pietre miliari nei quali tuttavia emerge la grandezza del sassofonista che ho avuto il pivilegio di asoltare due volte dal vivo; una volta verso la fine del secolo scorso a Perugia, un ricordo indelebile. Dal vivo era possibile cogliere in maniera molto più netta e coinvolgentele nel disco, le capacità improvvisative di Rollins, il quale, date "due" note - dicansi "due"... - di calipso o d'altri ritmi caribici, fu capace di improvvisare, in quel concerto, come pure sempre.., nella sua "esotica" e personalissima mistura musicale in jazz, l'interminabile teoria di frasi che si rincorrevano senza soluzione di continuità, che sembravano ripegarsi in se stesse per poi riprendere il volo e creare nuovi ghirigori sonori.., luci, colori, bagliori.., il tema, lacerato cento volte, cento volte veniva ripreso e di nuovo rimodellato, "stracciato", riportato alle estreme conseguenze ritmiche e (anti)melodiche.., senza limiti di durata; venivi risucchiato nei flussi ipnotici, rapinosi, lavici, incandescenti, dalla potente e instancabile la voce del suo sax.., profonda, rotonda, calda, di remoti sentimenti antisentimentali.., non saprei come meglio raccontare ciò che non si può raccontare a parole. Il mio amico ed io uscimmo da quel concerto esaltati.., pronti a tornare a Roma a notte piena, stanchi ma pienamente appagati. Fu uno di quei concerti che ti svelano il "segreto" del jazz.., ti rendi pienamente conto di cosa sia l'improvvisazione in jazz, quali siano le radici dalle quali estrae la sua linfa musicale il genio... Nel disco, che hai suoi limiti, si arriva a capire fino a un certo punto... Lo riascoltai anni fa all'auditorium di Roma, primi anni del 2000, 2009?, Rollins oramai avanti con gli anni, il corpo piegato quasi a formare un angolo di 90 gradi.., dimagrito, con qualche difficoltà nel muoversi, e pensare che era alto e roccioso come un bronzo di riace.., eppure, vestito di rosso in contrasto con barba e i capelli bianchi, giganteggiava sul palcoscenico, e più di lui la sua voce musicale ancora generosissima, lucida, profonda. Uno dei più grandi musicisti di jazz della storia. Link to comment Share on other sites More sharing options...
analogico_09 Posted April 13, 2021 Author Share Posted April 13, 2021 Tra i suoi dischi meno noti forse.., amo particolarmente il "Rollins Plays For Bird" Con.., scusate se è poco... Tenor Saxophone – Sonny Rollins Trumpet – Kenny Dorham Bass – George Morrow Drums – Max Roach Piano – Wade Legge Recorded By [Recording] – Rudy Van Gelder Molto, molto bello "Alfie", un album colonna sonora dell'omonimo, bellissimo film del regista inglese Lewis Gilbert, Premio speciale della giuria al 19mo Festival di Cannes La copia Impulse japan che ho io Link to comment Share on other sites More sharing options...
analogico_09 Posted April 13, 2021 Author Share Posted April 13, 2021 Ce ne sarebbero da citare.., per ora l'ultimo, "Horn Culture" album più recente, 1973, un po' "contaminato", basso, piano elettrici.., Rollins al sax tenore e soprano... bellissimo il brano Sais una "melopea" modale al sax soprano..,ipnotico, reiterato.. "orientale"... Davis, e non solo, Don Cherry.., ecc.., avevano lasciato i segni... 1 Link to comment Share on other sites More sharing options...
leoncino Posted April 14, 2021 Share Posted April 14, 2021 Di Rollins in vinile ne ho almeno una decina, tra cui quelli segnalati, tutti e ripeto tutti bellissimi. Come per Duke Ellington, non si butta niente, tutti capolavori. Ma il problema è che in quel periodo di capolavori poco o nulla conosciuti ne uscivano a iosa. Se nel rock possiamo contare decine di capolavori, nel jazz sono migliaia. Link to comment Share on other sites More sharing options...
Casperx Posted April 14, 2021 Share Posted April 14, 2021 Vorrei agganciarmi a questo thread per condividere una riflessione che, da tempo, mi gira in testa. Ho quasi 60 anni e seguo il jazz da quando ne avevo 25. Prediligo il jazz contemporaneo, diciamo dal be-bop in poi, mentre poco mi piace quello delle grandi orchestre tipo Duke Ellington o Count Basie. Premesso questo, è da un po' che noto come il jazz si sia quasi "fermato". Non si scorgono (almeno io non le vedo) quelle rivoluzioni che, in passato, gli hanno dato sempre nuova linfa vitale. Penso al be-bop, al free, ma anche alla svolta elettrica di Miles Davis. Nè, sempre a mio modesto parere, si scorgono giganti tipo John Coltrane o Sonny Rollins. Mi sembra che tutte le novità discografiche siano, o revival, o musica stile ECM che, ripeto a mio parere, poco ha a che fare con il fuoco della tromba di Dizzy Gillespie, del sax di Charlie Parker o della batteria di Elvin Jones. Questo il mio pensiero. Mi piacerebbe conoscere le vostre opinioni in merito. Grazie per l'attenzione. Giovanni 1 Link to comment Share on other sites More sharing options...
Mister Posted April 14, 2021 Share Posted April 14, 2021 Un disco che sento sempre con grande soddisfazione è The Poll Winners (Barney Kessel alla chitarra, Shelly Manne alla batteria e Ray Brown al contrabasso). Ascoltato a volume sostenuto con un buon impianto è una goduria. Poi se si riesce ad avere la versione XRCD ancora meglio. Link to comment Share on other sites More sharing options...
Gabrilupo Posted April 14, 2021 Share Posted April 14, 2021 @Casperx Hai ragione, ed abbiamo già avuto modo di accennare a questo. Il jazz si è cristallizzato in periodici revival di stili già visti. Per me manca l'aggancio alla cultura del mondo di oggi, ci sono le note e la tecnica dietro ma non c'è più la vita della gente, la gioia, il dolore, la speranza o la disillusione. Piaccia o no come genere, l'ultima vera rivoluzione musicale, almeno nel mondo afroamericano, è stato il Rap. Link to comment Share on other sites More sharing options...
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