analogico_09 Inviato 15 Aprile 2021 Autore Inviato 15 Aprile 2021 2 ore fa, terlino ha scritto: mi rivolgo a te per fare le mie veci, io non sono in grado di metterlo per iscritto. Per favore scrivi qualcosa sul genio unico che fu Thelonious Monk. Io dico solo che per me è l'unico che mi pare mi dia l'impressione che le note provengano da qualcosa di ancestrale. Beh.., hai già "messo per iscritto" un caratteristica molto importante della musica di Monk e di tutto il jazz, di tutta la musica afroamericana: l'"ancestrale". Un interessante punto di partenza. Un po' quello che si diceva negli ultimi post parlando del jazz che si sarebbe distaccato dalle sue "ancestrali" radici (gli argomenti apparentemente diversi alla fine mostrano molti punti di congiunzione) finendo per snaturalizzarsi, per "morire", forse. Ti ringrazio per la fiducia, ma proviamo a formarlo insieme un quadro di Monk mettendo insieme i tratti salienti della sua personalità musicale, artistica, che combacia perfettamente con l'uomo che non può essere separato dalla sua musica. Ci sono molti forumer che mostrano di possedere i migliori dischi del grande pianista, quindi dagli ascolti fatti ciascuno di loro avrà maturato una propria idea, provando delle sensazioni, delle suggestioni sul "controverso" mondo musicale del "monaco" del jazz. Ne verrebbe fuori, suppongo, uno scambio di idee interessante. Proverò ad andare per "immagini", non sono in grado di formulare analisi critico-formali, da addetti ai lavori, cosa che peraltro troverei noiosa nello specifico contesto. Monk è l'uomo delle "stravaganze" che componeva musiche "stravaganti". Per questa ragione all'inizio non fu considerato, nè preso sul serio da quella critica (mentre i grandi musicisti coevi, e successivi, lo mprendevano come "maestro", straordinario punto di riferimento) che non aveva capito che la musica "ancestrale" fosse fatta proprio di quelle cose ellittiche ed enigmatiche di cui era fatta la musica del pianista con le sue dissonanze inconsuete, impropabili, trasgressive, "provocatorie"... Con "fiori" di melodie sbocciate dalle profondità della psiche più liriche ed oniriche, sospese tra l'ironia grottesca e beffarda e il dolce sorriso del "bambino" che gioca, con gli esemplari "temi" presto divenuti grandi standard del jazz (uno per tutti il Round Midnight) spesso appena accennati con il "tipico" tocco pianistico percussivo e destinati a "coagularsi" in grumi di accordi subcoscienti e nelle progressioni ritmiche irregolari... e vorrei tornare a quanto affermi... 2 ore fa, terlino ha scritto: Lui di cuore e cervello per me non ne mette, solo istinto. ... vero in parte, ma nell"anarchia", nella sua istintualità - solo una parte dell'articolatissimo e complesso insieme - la musica di Monk è anche "ragionamento", progettualità (in)formale, fuori dal comune pur sempre frutto di una mente lucida che attinge all'"ancestrale" per recuperare gli elementi vivi della sua grande, increata "modernità" musicale fatta di "es", di "io" e di "ego"... Le parole dicono poco.., lasciamo "parlare" la musica... un misto di "imprespressionismo" e di blues (radici) ... Curiosa la cover del disco.., il "bambino che gioca"...
analogico_09 Inviato 15 Aprile 2021 Autore Inviato 15 Aprile 2021 2 ore fa, Gabrilupo ha scritto: Mi permetto di intromettermi solo per sottolineare che, riguardo all'ancestrale, Monk era in buona compagnia, pensa a Mingus?, giusto per fare un esempio. Esempio azzeccatissimo, ma Mingus è un altro universo da trattare sia nelle discussioni d'insieme, sia a parte... 😉 Ricordo un vecchio topic su Monk che grazie al contributo di diversi utenti venne su molto bene, ricco di riflessioni e info interessanti, potremmo provare a fare delle sedute spiritiche per evocare i topic scomparsi... 😄 Anche su Migus fu creata una nutrita e approfondita "letteratura" fatta in "casa" che (non dico fosse migliore di quella contenuta dai libri) non è possibile ritrovare nei libri in quanto frutto di idee nate spesso all'impronta e nella pluralità di appassianate ed esperenziali, "sudate" vedute raccolte nel corso dei tempo, attraverso numerose discussioni diversamente impostate...
leoncino Inviato 15 Aprile 2021 Inviato 15 Aprile 2021 @analogico_09 Disco bellissimo e ipnotico, ti porta dove non sei mai stato, il cervello o meglio il pensiero non ha più contatto col corpo.
analogico_09 Inviato 15 Aprile 2021 Autore Inviato 15 Aprile 2021 Thelonious Monk: "Straight, No Chaser" è un documentario diretto nel 1988 da Charlotte Zwerin, prodotto da Clint Eastwood, sulla vita e la musica di Monk, con immagini rare, interviste a musicisti, conoscenti, familiari del pianista. Molto interesante, un grande lavoro docu-bio_cinematografico. Nel finale ci sono le sequenze del funerale di Monk che viene mostrato disteso nella sua ultima dimora materiale: la bara. Le immagini, l'audio sono quel che sono, varrebbe la pena vederlo in DVD originale... https://www.amazon.it/Straight-No-Chaser-Thelonious-Monk/dp/B000053VC9
analogico_09 Inviato 15 Aprile 2021 Autore Inviato 15 Aprile 2021 11 ore fa, dariob ha scritto: Anche per il riferimento al ECM (se non sbaglio?), anche qui a parte gli anni 70 e 80. Ho comprato qualcosa ad es. del "jazz" nordico, osannato dalla critica, o lo stesso Garbarek: ma non sono riuscito a farmelo piacere. Ma sull' ECM (che IMHO e' stata per un periodo sinonimo di qualita'), mi piacerebbe un tuo parere. L'ECM per quanto riguarda il jazz fu etichetta di grande prestigio, basti pensare non solo a Jarrett. Resta tuttavia un marchio ancora importante ma, per come la sento io, si hanno oramai dei simulacri di jazz (anche in funzione del fatto che il jazz autentico sia diventata merce molto rara) finiti nel grande calderone di un manierismo consunto e risaputo nel quale ribollono le musiche del folclore non solo nordico, le suggestioni di "classica", altre esperienze musicale, fatti salve altri progetti discografici più genuini che non dubito vi siano benchè non ne sia a conoscenza. Garbareck ebbe un inizio sotto l'egida del jazz e della fresca novità "contaminata", ma anche lui è si è da tempo avviato versoi la "maniera". Trovo ancora suggestivo il progetto "Officium" realizzato con The Hilliard Ensemble, fu una novità.., una curiosa sorpresa, in casi del genere repetita iuvant sed stufant ... 😉
Masaniello Inviato 15 Aprile 2021 Inviato 15 Aprile 2021 Riguardo all'ECM anche nella produzione recente, a mio avviso, si trovano autentiche perle. Mi vengono in mente gli ultimi cd di Abercrombie o di Carla Bley, Jarret con Charlie Haden, o il recente disco di Scofield.
deaf ear Inviato 15 Aprile 2021 Inviato 15 Aprile 2021 23 ore fa, analogico_09 ha scritto: Il 14/4/2021 at 12:17, Casperx ha scritto: Nè, sempre a mio modesto parere, si scorgono giganti tipo John Coltrane o Sonny Rollins. Mi sembra che tutte le novità discografiche siano, o revival, o musica stile ECM che, ripeto a mio parere, poco ha a che fare con il fuoco della tromba di Dizzy Gillespie, del sax di Charlie Parker o della batteria di Elvin Jones. Questo il mio pensiero. E' anche il mio pensiero.., D'istinto viene anche a me da dire che condivido quanto scrivete nei vostri post, a questo proposito volevo però chiedere a voi a e a tutti quelli che leggono cosa pensate di quella che viene identificata come la "nuova" giovane scena Jazz inglese quali il duo Binker & Moses o Maisha e gli altri musicisti nell'area della casa discografica della Brownswood Recordings. Oppure ancora all'acclamato Kamasi Washington. Io di primo acchitto faccio un po' fatica a condividere gli entusiasmi che leggo invece accesi, ma mi riservo dei riascolti più attenti (tempo permettendo).
analogico_09 Inviato 15 Aprile 2021 Autore Inviato 15 Aprile 2021 46 minuti fa, Masaniello ha scritto: Abercrombie o di Carla Bley, Jarret con Charlie Haden, o il recente disco di Scofield. Per carità, nomi di prestigio ma non mi sembra rappresentino tutti la novità.., alla lista se ne potrebbero aggiungere molti altri, ma appartengono al ben più glorioso passato discografico della casa. cmq l'ho scritto che ci saranno anche cose buone, oltre il jazz e le "contaminazioni" fatte in serie... .
analogico_09 Inviato 15 Aprile 2021 Autore Inviato 15 Aprile 2021 44 minuti fa, deaf ear ha scritto: volevo però chiedere a voi a e a tutti quelli che leggono cosa pensate di quella che viene identificata come la "nuova" giovane scena Jazz inglese quali il duo Binker & Moses o Maisha e gli altri musicisti nell'area della casa discografica della Brownswood Recordings. Oppure ancora all'acclamato Kamasi Washington. Io di primo acchitto faccio un po' fatica a condividere gli entusiasmi che leggo invece accesi, ma mi riservo dei riascolti più attenti (tempo permettendo). Le giovani leve non mancano di certo.., anzi, oggi ci sono molte più scuole di prima, le prospettive didattiche sono sempre più sofisticate e pronte a sfornare dei veri "tecnici" della musica in quantità.., virtuosi dello strumento.., ma il jazz dov'è?.., si presto a dire "jazz" solo perchè si suona la tecnica di quella msica.., a quel jazz manca l'esperienza del "dolore" e della "strada".., la tecnica è alla portata di tutti, chiunque un minimo portato può imparare a diventare uno strepitoso "giocoliere" con il suo strumento, capace di intenerire i cuori e creare le ... "emozioni" facendo leva sugli effetti ed effetti speciali melodici sentimentali di superfice e con le abilità delle "dita".., ma ci sono altre cose che fanno la musicalità, la poetica e l'espressione musicale, sia nel jazz come pure nella classica, e in tutte le musiche d'arte del mondo, cose che non si imparano nei corsi specializzati e "accademici" bensì nella "scuola" della strada che prima di insegnarti la lezione ti fa costantemente gli esami... parafrasando l'aforisma di Wilde che porto in firma. Mi viene in mente il nostro Massimo Urbani..., così, d'istinto.., ci dice niente? Io qualche "ricordo" di lui, del suo "dolore" e della sua tecnica generosa e asservita all'espressione, lo conservo, magari proverò a condividere in questo spazio, ora devo chiudere la pagina... 1
Moderatori Mister66 Inviato 15 Aprile 2021 Moderatori Inviato 15 Aprile 2021 Discussione molto interessante...@analogico_09 Complimenti per la tua cultura in materia. mi permetto di segnalare questo splendido disco.
dariob Inviato 15 Aprile 2021 Inviato 15 Aprile 2021 7 ore fa, deaf ear ha scritto: la "nuova" giovane scena Jazz inglese quali il duo Binker & Moses o Maisha Ho sentito un po' di cose su youtube, perche' erano state proposte proprio qui (grazie melius!), in un thd ante incendio. - Tutto piu' che dignitoso per carita', bei pezzi, bravi strumentisti ma, tutto gia'sentito ,jazz-rock, fusion, contaminazioni, crossover ecc. "Il piede batte in continuazione, ma il cuore mai o quasi" Non e' mia, l'ho letta nonsodove, in una critica musicale😁
Questo è un messaggio popolare. bobpell Inviato 16 Aprile 2021 Questo è un messaggio popolare. Inviato 16 Aprile 2021 Sono appassionato di jazz da più di 40 anni ( purtroppo sono vecchio...). Ascolto volentieri più o meno tutte le sue svariate forme. Stranamente sono partito da Coltrane e soprattutto da Ornette Coleman (il suo album del 1960 "Free Jazz" credo sia una delle massime espressioni dell'interplay e della improvvisazione musicale, con un emozionante Eric Dolphy tra gli altri). Sul fatto che ci sian pochi nuovi musicisti degni di nota e originali non sono molto d'accordo. Cito come esempi che ho scoperto da non molto: Ambrose Akinmusire > On The Tender Spot Of Every Calloused Moment (2020) > Origami Harvest (2018) Seed Ensemble > Driftglass (2019) Suoni e arrangiamenti non propriamente appartenenti alla tradizione del jazz classico (ma cosa sarà mai il jazz classico...), che per me hanno una forza espressiva e una piacevolezza di ascolto fantastica. 2 1
analogico_09 Inviato 16 Aprile 2021 Autore Inviato 16 Aprile 2021 1 ora fa, bobpell ha scritto: Stranamente sono partito da Coltrane e soprattutto da Ornette Coleman (il suo album del 1960 "Free Jazz" credo sia una delle massime espressioni dell'interplay e della improvvisazione musicale, con un emozionante Eric Dolphy tra gli altri). Non è strano.., ho sempre sostenuto che il neofita non necessariamente deve partire da ciò che viene convenzionalmente, e spesso erroneamente, considerato più facile. Nella musica, nell'arte, non esiste il più facile e il più difficile, ovvero l'assoluto, bensì ciò che comprendiamo/condividiamo di più e ciò che comprendiamo/condividiamo di meno. Da perfetto ignorante qual ero di classica nella prima metà degli anni '60, ascoltai i quartetti per archi di un certo Bartok, non proprio la quintessenza del melos più acchiappone.., e restai incuriosito, colpito, affascinato dagli "sbattimenti" tonali, armonico-ritmici che non ero abituato ad ascoltare e che mi aprirono ad un mondo sconosciuto. Ciò che dici del progetto Free Jazz" di Ornette Coleman, che potrebbe prendersi per mano con i progettii bartokiani e di altri creatori coevi del novecento musicale "rivoluzionario" della tradizione "classica", ti fa onore. Una delle tappe più straordinarie del jazz, insieme all' Ascension di Coltrane, al Symphony for Improvisers di Don Cherry, all'Out to lunch di Eric Dolphy, al Fire Music di Archies Shepp, al It's After the end of the world di Sun Ra, al The Black Saints and the Sinner Lady di Mingus.., giusto per citare all'impronta alcune opere, tra le tante, esemplarmente somme di quello che è il senso dell'interplay e dell'improvvisazione musicale del jazz "moderno" ed ex contemporaneo, "free", o "new Thing" (Mingus è compreso.., ne è l'anricipatore e il "medium" attaverso il quale possiamo ritrovare addirittura le influenze ellingtoniane nel jazz dell"avangiuardia") su cui mi piacerebbe soffermarmi durante questo cammino dedicato al jazz. 1 ora fa, bobpell ha scritto: Sul fatto che ci sian pochi nuovi musicisti degni di nota e originali non sono molto d'accordo. Cito come esempi che ho scoperto da non molto: Non ne dubito, non lo negavo, però sono l'eccezione, l'occasionale.., quando prima erano invece la norma. 1
analogico_09 Inviato 16 Aprile 2021 Autore Inviato 16 Aprile 2021 Il 15/4/2021 at 16:14, Mister66 ha scritto: Discussione molto interessante...@analogico_09 Complimenti per la tua cultura in materia. mi permetto di segnalare questo splendido disco. Grazie a te per ave segnalato il disco dell'idimendicabile Benny Carter, altra "leggenda" del jazz
Napoli Inviato 16 Aprile 2021 Inviato 16 Aprile 2021 sono anche bravini questi artisti, ma la negritudine non la ritrovo più. per quanto mi riguarda il jazz è morto a partire da bitches brew ,già troppi bianchi in formazione.
analogico_09 Inviato 16 Aprile 2021 Autore Inviato 16 Aprile 2021 19 minuti fa, Napoli ha scritto: per quanto mi riguarda il jazz è morto a partire da bitches brew ,già troppi bianchi in formazione. Ci sono sempre stati i bianchi nel jazz.., che è nato anche con le influenze delle musiche bianche europee, creole, caraibiche, ecc... ma il "manico", la spina dorsale, la colonna portante, la scintilla incendiaria, primordiale è sempre stata nera, nelle forme di jazz capitali, germinali, evolutive, rivoluzionarie o meno ma pur sempre identitarie. Lo stesso dicansi per i bianchi di Bitches Brew capitanati dal divino sciamano nero... L'apporto storico dei bianchi al jazz, in misura ovviamente minore a quella dei neri, è stata grande, basti pensare al ruolo determinante di Bill Evans in KOB: idem la presenza "sotterranea" di Zawinul nelle faccende del jazz "elettrico" davisiano.., di una parte di esso. I bianchi del Bird of the cool.., il Charlie Haden con Ornette Coleman.., e potremmo andare avanti con i nomi per molto... Sono i bianchi con il cuore "nero"... 🖤 1
oscilloscopio Inviato 16 Aprile 2021 Inviato 16 Aprile 2021 Concordo con @analogico_09 a mio parere il bello del jazz stà anche nel fatto che sia la cultura afro-americana che quella americana bianca con molte influenze classico/europee ha avuto modo di confrontarsi, mischiarsi e prendere spunti reciproci per creare quello che noi chiamiamo jazz.
dariob Inviato 16 Aprile 2021 Inviato 16 Aprile 2021 1 ora fa, Napoli ha scritto: troppi bianchi in formazione. Anch'io sono ,forse anche "stupidamente e massimissimamente😁, legato ai neri del jazz, e dalla musica in genere. Fosse per me, sarei razzista al contrario: per la "superiorita' della razza nera"😁.
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