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Melius Club

Jazz!


analogico_09

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Inviato

E poi ci sarebbe anche questo;

 

 

È intestato a Charlie Haden ed è un disco di duetti dove il primo è con KJ: Ellen David - 1976 New York city. Secondo me è significativo perché ci sono i primi segnali del cambio repentino che Jarrett diede al suo modo di suonare il piano. 

Per inciso la seconda traccia è un bellissimo duetto con Ornette.

Ciao 

D.

 

  • Melius 2
Inviato
4 ore fa, naim ha scritto:

Tra l'altro esistevano (non so se sono ancora reperibili) due cofanetti della Impulse!, per un totale di 9 cd, su cui si poteva trovare l'intero periodo 1973-1976 diviso album per album. 

 

 

 

Equequà!  Imperdibile.., se non fosse più reperibile nemmeno nell'usato discogs varrebbe la pena è possibile acauistare i singoli dischi.

 

DSCF7764.thumb.JPG.a7709794aa1975348965d95ab56e8735.JPG

 

 

 

Inviato
47 minuti fa, damiano ha scritto:

E poi ci sarebbe anche questo;

È intestato a Charlie Haden ed è un disco di duetti dove il primo è con KJ: Ellen David - 1976 New York city.

 

 

Non conoscevo questo disco.., grazie, Jarrett è "poliedrico", la sua carriera è molto "frastagliata", ha dato molto al suo pubblico, anche cose più di facile a "acchiappo" ma mon è mai sceso a compromessi con la qualità musicale, con il suo altro e altissimo ideale musicale.

 

 

  • Melius 1
Inviato
2 ore fa, Forespro ha scritto:

Per forza di cose nel weekend li laverò e lo metterò a girare… 

 

Un po' di olio di gomito.., ne vale la pena! 😉

 

Ottimo disco anche quello in duo con il vibrafonista Gary Burton con il quale ha avuto altre collaborazioni, anche concertistiche.

  • Thanks 1
Inviato
5 ore fa, caricolimite ha scritto:

@naim @analogico_09 grazie dei suggerimenti: ignoravo il Jarrett pre-ECM 😟

 

 

Se ti piace la musica di Jarrett ti suggerisco di rimediare senza fretta ma al più presto, . 😉

 

  • Thanks 1
Inviato

Un piccolo omaggio dedicato a Booker Little, un grandissimo talento, che se non fosse stata per una morte precoce a soli 23 anni, avrebbe certamente scritto importanti pagine nella storia del jazz. Nelle sua pur breve carriera ha comunque lasciato alcune registrazioni memorabili. Ha inciso con Eric Dolphy, Max Roach e Booker Ervin. 

 

 

 

 

 

 

  • Thanks 1
Inviato

 

Voglio inserire un album a cui sono legato, forse perché la copia in vinile che ancora posseggo la portò a casa mio padre negli anni '70. L'etichetta è la Pablo, creatura del grande Norman Granz (dal quale venne fondata dove aver già dato vita in precedenza alla Clef e alla Norgran). Si tratta di un disco apparentemente di facile lettura, uno Swing molto raffinato e con il quale il piede inevitabilmente si ritrova a battere il tempo. Tra i vari dischi del catalogo ho scelto questo perché trovo che incarni perfettamente il ''suono'' Pablo e si collochi anche temporalmente nel periodo d'oro di questa label (a proposito il nome Pablo è una dedica a Pablo Picasso e il simbolo è frutto dell'artista Spagnolo).

L'ho fatta lunga! Si tratta di Count Basie - Basie Jam del 1975, ripeto non è un disco ''complicato'', ma sicuramente un ottimo esempio di jam session, fresco e divertente grazie al suo blues sempre in ''tiro''. 

Tra l'atro l'album è ascoltabile interamente, visto che ci sono tutti i pezzi in sequenza.

  

 

 

 

 

Inviato

Pesco questo Art Pepper ‎- Gettin' Together! dal catalogo Contemporary, sicuramente conosciuto ai più. Ottimo album Bop, con una formazione di tutto rispetto, piacevolissimo dall'inizio alla fine, e che ritengo uno tra i suoni dischi più rappresentativi. 

 

Per restare in casa Contemporary, una registrazione un po' meno ''vista'' di un pianista dotato di grande tecnica e velocità, forse meno ricordato di quanto meriterebbe: Phineas Newborn Jr. ‎- A World Of Piano! del 1962. 

 

 

 

 

 

 

Inviato

Un disco non molto conosciuto che ascoltavo oggi, si tratta di Ted Curson Quartet - Urge, su etichetta Fontana. Sonorità free, tanto da sembrare una registrazione attuale, mentre siamo invece nel 1966. Dopo una serie di album più ''facili'', ho scelto qualcosa di un po' più ostico, ma sicuramente di ottimo livello.  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Inviato
Il 8/4/2021 at 11:25, lofuoco ha scritto:

Inizio qui allora proponendo un disco che ho in ascolto proprio adesso. 

Premetto che sono un grande estimatore del genio Haden e di come ha sempre saputo coniugare passato presente e futuro nella sua musica oscillando e padroneggiando linguaggi ostici ma al tempo stesso sapendosi calare con grande stile e maestria nelle ballate di un più rassicurante jazz melodico.

Le collaborazioni che ha stretto nella sua lunga carriera sono molteplici ed a volte anche contraddittorie e me lo fanno apprezzare come un musicista a tutto tondo.

 

 

Torno un attimo indietro, a questo post... Ammiro molto, moltissimo Charlie Haden, mi ritrovo pienemente in ciò che scrivi di lui. Ho inizato a conoscerlo e ad amarlo quando militava con le piccole, straordinarie formazioni di Ornette Coleman.., era una forza della natura.., nel tesissimo "contrappuntistico" duo con Scott La Faro dell'album "Free Jazz" è da annalli... e poi il lungo assolo dell'album "Liberation Music Orchestra, nel brano "Song for Che", un modo di suonare quasi "chitarristico", se così si può dire, che qui emerge in maniera particolare, è da brividi...

 

 

 

 

 

 

Inviato
2 ore fa, naim ha scritto:

Un disco non molto conosciuto che ascoltavo oggi, si tratta di Ted Curson Quartet - Urge,

 

 

 

Adoro questo disco.., in vinile raro e costoso (uno dei miei rari acquisti discografici un po' folli...) ne ho parlato altre volte, anche in questo topic forse, non ricordo... ma repetita iuvant.., il brano che preferisco, per me il più "sconvolgente",  è l'interpretazione del celebre standard "You dont not what love is"; con Booker Ervin al sax (altro mingusiano) fanno una musica giocata di contrappunto di rara intensità espressiva e filigranatura linguistica.., un disco modernissimo come fai giustamente notare, non troppo "ostico" per chi non sia abituato a questa forma di linguaggio jazz.., con momenti di estatica mai leziosa melodia "assediata" da accordi "tendenziosi"...

 

Non c'è purtroppo nel tubo.., un brano che nasce "felice", potremmo riconsolarci, si fa per dire.., con la versione dello stesso brano interpretato da Booker Ervin con il suo splendido sestetto
 

 

 

 




 

Inviato
14 minuti fa, analogico_09 ha scritto:

il brano che preferisco, per me il più "sconvolgente",  è l'interpretazione del celebre standard "You dont not what love is"...

... Non c'è purtroppo nel tubo

 

 

E invece l'ho trovato altrove... :))


https://www.nicovideo.jp/watch/sm17919540

Inviato
12 ore fa, analogico_09 ha scritto:

Adoro questo disco...

In file ho anche il gemello dell'anno prima, sempre su Fontana, Ted Curson Quartet - Tears For Dolphy. Su Youtube è mostrata la cover dell'edizione Black Lion, mentre la copertina originale è questa:1203292890_Fontanalpcover.jpg.d718ce99d066260fd8c9ca95dff70e8f.jpg  

 

 

 

 

 

Inviato
58 minuti fa, naim ha scritto:

In file ho anche il gemello dell'anno prima, sempre su Fontana, Ted Curson Quartet - Tears For Dolphy. Su Youtube è mostrata la cover dell'edizione Black Lion, mentre la copertina originale è questa:

 

 

Grande jazz anche questo, della più pura (f)orma anni '60, un decennio memorabile per la "new thing" in tutte le sue declinazioni, si sente anche in questo disco come la musica "nera", soprattutto, che scardina anche le etichette - la stessa espressione "jazz" viene "contestata" -  stesse ribollendo aggiornando e rivoluzionando, senza distaccarsi dalle solide basi della "tradizione", il paesaggio musicale afroamericano.

Ho questo album tra i preferiti in Tidal; anche un vecchio CD masterizzato oramai giunto al capolinea, così, spinto dalle tue stimolanti proposte (complimenti per le altre, per la scelta che denota una raffinatezza di gusti e di ottima conoscenza del mondo del jazz), ho già orf dinato, un attimo fa, la copia in vinile made in Japan con la cover della gloriosa casa "Fontana" a un prezzo abbordabile.., anche questo è un disco, anzi, un vinile da avere! Speriamo che sia una riedizione su "matrice" della stessa Fontana...

https://www.amazon.it/gp/your-account/order-details/ref=ppx_yo_dt_b_order_details_o00?ie=UTF8&orderID=403-2997291-1929114

 

Il brano migliore dell'album credo sia quello che gli da il titolo: "lacrime" per il grande Dolphy per il quale alla sconfinata ammirazione provata per il musicista aggiungo il senso più sentito della mia pietas per l'uomo che fa corpo e spirito unico con colui che suonava quella grande musica che con la morte dell'uomo non è stata sconfitta,  che anzi vive in eterno proprio perchè prematuramente  "incompiuta"...


Pasolini portò Tears For Dolphy nel suo film "Teorema"...

Inviato

Tete Montoliu, pianista spagnolo non vedente, ha lasciato una vasta discografia distribuita tra diverse etichette, molti lavori si trovano su SteepleChase e sulla catalana Ensayo. Nelle sue registrazioni rivela uno stile pulito ed una grande tecnica che gli hanno consentito di raggiungere una fama internazionale. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Inviato
Il 6/8/2021 at 13:25, analogico_09 ha scritto:

non importa se sia antico o moderno, purché sia jazz, "influenzato" in vario modo, nelle arricchenti mescolanze multiculturali, che conservi le sue identità estetiche, le sue radici blues, il suo battito remoto, sensuale,  mingusianamente "sessuale" , lo swing gioioso, la sua anima poetica dolente ed allegria, espressione della "negritudine" e non già dei prevalenti e affascinati folklori "vikinghi".  😉

sembra una risposta ale mie "inzicchiature".....🤣

tutto giusto, il concetto di negritudine è chiaro. Mi è meno chiaro, però, il concetto di identità estetiche. Chiaro che le influenze culturali e le mescolanze fanno virare la musica, anche in autori indiscutibili.

Ornette Coleman, Don Cherry, il grande C. Haden (per esempio) a volte se ne sono discostati fortemente pur mantenendo alta la qualità artistica. Quest'ultimo dall'hard bop me lo ritrovo con la Liberation Music O. che ripercorre il folk e la canzone politica sudamericana, ma poi mi spazia e deborda con Garbarek il norvegese (Madico, ecm records)..... è il suo percorso artistico. Oppure Gianluidi Trovesi che ho conosciuto con "Dance" album di free (red record) e me lo ritrovo con Gianni Coscia alla fisarmonica in "Radici" (Egea music) a suonare standard della tradizione popolare italiana ricco di tanghi et similia.... Non è tecnica "pettinata e levigata" o solo manierismo, è la rielaborazione delle sue radici culturali. Esempi ne potrei farei far mille, ma è questa continua ricerca della contaminazione che mi affascina e solletica l'orecchio.

Sul manierismo W. Marsalis è stato fortemente criticato anche in maniera eccessiva, ma il suo J-mood rimane ottimo e l'ascolto volentieri. Tanto per parlare di manierismo.

Certo, apprezzo ed ascolto ancora tantissimo i classici, ma amo anche seguire le nuove (si fa per dire) vie e le reinterpretazioni (secondo i canoni estetici classici del jazz) di altre musiche: Nino Rota (guarda caso) reinterpretato da maestri del jazz come Haden e Motian, oppure l'album dedicato a Battisti (Ci ritorni in mente, Gala record) con molti jazzisti italiani ed anche Mango e M.Martini.

Non ho volutamente menzionato il jazz turcomanno (🤣🤣), ma ha una sua forte identità multietnica, che forse stride con l'immaginario occidentale.

Sorvolo poi sugli ottimi J. Zorn, Uri Caine e D. Douglas

Con sincera stima e, soprattutto simpatia.

Inviato
Il 13/1/2022 at 19:20, Forespro ha scritto:

E a proposito di etichette, mi permetto di segnalarne una che era a me sconosciuta: la tedesca ACT MUSIC

ottima, concordo, come concordo su "Mare Nostrum I,II e III con Fresu al flicorno....

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