analogico_09 Inviato 7 Marzo 2022 Autore Inviato 7 Marzo 2022 Il 6/3/2022 at 12:11, Look01 ha scritto: D'altro lato mi rendo conto che non tutte le forma d'arte possono entrare in sintonia con me e trasmettermi emozioni Vero, non possiamo forzare lo stato delle cose.., se non c'è intesa non c'è, pazienza, si passa ad altra musica e senza mai aspettarsi che l'arte sia a nostra disposizione per farci provare "goisticamente" le emozioni, consapevoli del fatto che siamo noi che dobbiamo umilmente provare ad entrare in sintonia con l'arte, non l'arte - la musica o la pittura, ecc - con noi 😄 😉 1
analogico_09 Inviato 7 Marzo 2022 Autore Inviato 7 Marzo 2022 Il 5/3/2022 at 03:24, ansonico ha scritto: Credo che anche vivere socialmente una musica al momento giusto abbia la sua importanza per la sua assimilazione più o meno veloce, soprattutto se quella musica, come il free, è fortemente legata agli eventi storici (i movimenti degli anni '60 e le sue derive degli anni '70). Assolutamente vero. La necessità di vivere la musica in diretta, per poterla merglio comprendere nel suo divenire estetico e sociale, la musica che trae ispirazione, influenza e nutrimento dagli eventi sociali della viva cronaca che diventeranno storia, vale per tutte le musiche, soprattutto per il jazz tutto, non solo per il free-jazz. A sua volta la musica potrà influenzare il sociale., diventare testimonianza storica, elemento della ricerca, della conoscenza. L'arte risente gli "umori" del vita, delle idealità,della realtà, degli avvenimenti sociali, politici, culturali, socio-economici .., l'arte e la vita sono uniti da un ponte a doppio senso di circolazione. E' di grande importanza, fattore determinante, poter vivere la musica, l'arte tutta, mentre la "pellicola" della vita scorre sullo schermo con accompagnamento di una colonna sonora musicale. Per motivi anagrafici , che ho cercato di rendere anche "elettivi, ho avuto la possibilità di acoltare il jazz dalla fine dei '60 in avanti, il grande jazz dei grandi musicisti oramai quasi tutti o scomparsi, o troppo avanti negli anni. Ascoltavo Archie Sheep, Mingus, o Albert Ayler, Ornette Cileman, ecc, mentre leggevo delle rivolte razziali degli afroamericani... era tutto "osmotico"..., vita e musica. Ho ascoltato l'ultima musica "free" (è solo un'etichetta...) di Coltrane nello stesso anno della sua morte.., quando era ancora idealmente, poeticamente, psichicamente più che mai vivo... La percezione degli "umori" della vita trasferitisi nella musica che scandiva a sua volta il divenire esistenziale degli afroamericani, mi aiutavano ad assimilare e a capire - entro certi limiti ero solo un insignificante "cūlus bianco" -, il senso della musica "nera", il "free" quale rappresentazione dell''istanza sociale, politica,culturale, antropologica e razziale, non solo estetica. Posso capire che le nuove generazioni a cui viene a mancare il determinante aspetto esperenziale, l'esperienza il più possibile diretta, considerino il fre-jazz una musica da mal di pancia.., cosa anche vicina ad essere vera, in un certo qual modo.., quella musica voleva disturbare gli establishment bianchi razzisti nella digestione.., gli impresari e i padroni del mondo dello spettacolo musicale che miravano alla cassetta, facendo i soldi fruttando le musiche "negre" rivisitate e svilite.., la stessa cosa che fece Charlie Parker tra i '40 e ' '50 e gli altri boppers che rivoluzionarono il jazz per traghettarlo nella modernità, per renderlo inaccessibile ai bianchi della cosiddetta "era dello swing" inane, onanistica, mistificatrice di quello che era l'autentico spirito dell'arte musicale afroamenricana, del "popolo del blues"... Il free jazz è la voce dell'anima. E' il pianto, il grido, un manifesto dell'amore e della libertà, 1 1
Questo è un messaggio popolare. analogico_09 Inviato 19 Marzo 2022 Autore Questo è un messaggio popolare. Inviato 19 Marzo 2022 La notorietà dello straordinario disco intitolato "Ascensore per il patibolo" - colonna sonora dell'omonimo cult-movie di Louis Malle, entrambi amati e celebrati da tutti gli ppassionati di musica e ei cinema - è tale da "oscurare" altre registrazioni effettuate dal formidabile quintetto capitanato da Miles Davis, lo stesso con il quale il "divino miles" realizzò in una sola notte lo score filmico improvvisando mentre scorrevano le immagini cinematografiche. Uno dei più felici e creativi momenti in cui la musica convola a nozze con il cinema. Correva l'anno 4 dicembre 1957. Bass – Pierre Michelot Drums – Kenny Clarke Piano – René Urtreger Tenor Saxophone – Barney Wilen Trumpet, Composed By – Miles Davis Vorrei quindi segnalare un bellissimo doppio disco, cd e vinile (io ho il secondo formato), poco conosciuto. sul quale non ci siamo mai soffermati in questo club, se la memoria non mi inganna, che meritan di essere menzionato e consigliato. "Miles Davis – The Complete Amsterdam Concert" registrato nella capitale d'Olanda l'8 dicembre 1957 Un concerto in black (2) & white (3) La confezione è spartana, non è gatefold, non c'è l'inserto, mancano le note di copertina, la registrazione, recuperata anni dopo, non è delle migliori, non è malaccio, si ha quel che occorre per poter ascoltare degnamente la musica straordinaria che fu eseguita nel concerto di 65 anni fa. 1 2
Progressive Inviato 17 Aprile 2022 Inviato 17 Aprile 2022 Sto ascoltando questo, i più navigati lo conosceranno, per me è una scoperta. Bel sound.
analogico_09 Inviato 18 Aprile 2022 Autore Inviato 18 Aprile 2022 17 ore fa, Progressive ha scritto: Sto ascoltando questo, i più navigati lo conosceranno, per me è una scoperta. Bel sound. Hai fatto la scoperta di una delle più grandi trombe del jazz "moderno", molto di più che scoprire un "bel suono"... Purtroppo la parabola creativa di Lee Morgan durò troppo poco, avrebbe avuto sicuramente molto altro da dire. Era un grande tombeur de femmes e quando aveva solo 38 anni fu sparato dalla moglie gelosa mentre suonava in un jazz club. In Netflix c'è un dumentatio molto interessante intitolato "I Called Him Morgan", ottimo per capire meglio l'uomo, il musicista e la sua musica, i suoi tempi... Tra gli album più celebrati. Grande virtuosismo con molto feeling 1
Airo Inviato 18 Aprile 2022 Inviato 18 Aprile 2022 Salve a tutti , vorrei segnalare questo artista che probabilmente conoscete e/o sicuramente conoscerete il padre… figlio d’arte diversa ma non per questo senza merito , io lo trovo interessante in quanto lo stile secondo me è quello dei grandi nomi finora segnalati nei precedenti post solo un po’ più in chiave moderna ma non troppo… buoni ascolti a chi vorrà approfondire complimenti per il td !!
Phil966 Inviato 18 Aprile 2022 Inviato 18 Aprile 2022 Se vi interessa ora su radio rai 3 https://www.facebook.com/rairadio3/photos/a.374522309302198/5011141432306906/ Una serata di grande jazz in compagnia di un gigante della musica: dagli archivi EBU Charles Mingus live all’Helsinki Festival 1976. La prima parte del concerto questa sera alle 20:30 alla radio e da riascoltare per trenta giorni su www.radio3.rai.it 2
Progressive Inviato 18 Aprile 2022 Inviato 18 Aprile 2022 @analogico_09 direi che Lee Morgan è da approfondire 👍
ferdydurke Inviato 18 Aprile 2022 Inviato 18 Aprile 2022 23 minuti fa, Progressive ha scritto: direi che Lee Morgan è da approfondire 👍 I dischi di Lee Morgan sono quasi tutti molto belli…il mio preferito è Search for the New Land… 1
dariob Inviato 18 Aprile 2022 Inviato 18 Aprile 2022 5 minuti fa, ferdydurke ha scritto: I dischi di Lee Morgan sono quasi tutti molto belli… E' il mio trombettista preferito, fra i classici. Sicuramente non ha il lirismo e la profondità di un M.Davis o C.Baker, ma, ragazzi, il drive, il suono e il fluire continuo di idee, per me, lo rendono unico nel panorama hard-bop. E' come ascoltare un disco dei Rolling Stones, in ambito jazz! Forse il mio preferito è "Mode for Joe" a nome di Joe Henderson. Assieme al (credo) ultimo suo "The last session" del'72 in cui influenzato dal rock suona un jazz elettrico fantastico. Chissà dove sarebbe arrivato se la moglie non gli avesse sparato.. 1
Look01 Inviato 18 Aprile 2022 Inviato 18 Aprile 2022 Lee Morgan un vero artista con un talento smisurato gli album fondamentali li avete già citati. Mi permetto di aggiungere questo al tempo mi aveva molto colpito e domani vedo di ripescare il CD per riascoltarlo .
Look01 Inviato 18 Aprile 2022 Inviato 18 Aprile 2022 @dariob Grazie per avermi ricordato: "Mode for Joe" di Henderson anche lui un gigante.
Questo è un messaggio popolare. analogico_09 Inviato 18 Aprile 2022 Autore Questo è un messaggio popolare. Inviato 18 Aprile 2022 2 ore fa, Phil966 ha scritto: Se vi interessa ora su radio rai 3 https://www.facebook.com/rairadio3/photos/a.374522309302198/5011141432306906/ Una serata di grande jazz in compagnia di un gigante della musica: dagli archivi EBU Charles Mingus live all’Helsinki Festival 1976. La prima parte del concerto questa sera alle 20:30 alla radio e da riascoltare per trenta giorni su www.radio3.rai.it Mingus. Basta la parole per farmi alzare le antenne... C'è niente di male immagino nel portare qualche testimonianza personale sui musicisti e sulle musiche di cui parliamo, sui concerti che abbiamo ascoltato. Il mio sarà un raccontino "orgoglioso" ma non autoreferenziale o vanitoso.., ho pensato di condividerlo perchè nel mese di marzo del 1976, l'anno del concerto ad Helsinski, ascoltarti Charles Mingus al Music Inn, il mitico jazz club di Roma che ospitò per anni il miglior gotha jazzistico internazionale, italiano, specialmente l'afroamericano, musicisti straordinari della "leggenda" ancora in attività, ancora vivi e vegeti.., prima che arrivassero i tempi "ECM".., seconda edizione. 😄 Un locale da 100 posti al massimo che faceva il tutto esaurito con i pezzi da '90.. Ero piazzato in prima fila, a due metri dal quintetto, dalla pancia del grande Mingus che faceva concorrenza alla "pancia" del suo poderoso contrabbasso.., parlo di poderosità di suono, della impressionante pulsione musicale... Mingus era con il suo ultimo quintetto che ascoltai altre volte in quei gloriosi anni '70, seconda metà, ai festival di Pescara, di Bologna e a Umbria jazz. L'estremo grande quintetto. Mingus morirà a causa di una crudele malattia poco tempo dopo, nel 1979. Mingus; George Adams, sax vocal; Jack Walrath, tromba; Danny Richmond, batteria; Danny Mixon che quella sera sostituiva il purtoppo assente Don Pullen al piano. Stessa formazione dei due splendidi dischi "Change one", "Change two", da perdere, altro consiglio per il "nostro" infaticabile "ricercatore" called @Progressive 😉 La mancanza di Don Pullen fu avvertita.., il sostituto fece del suo meglio.., ma l'intero quintetto non si perse d'animo per questo, ovviamente, e fu grande musica che registrai con il mio fedele e validissimo rec portatile Basf Questo è il mio CD personale sul quale ho trasferito l'audiocassetta originale che si sente ancora molto bene. La foto con la quale cerco di "abbellire" un po' la cover, tutto fatto in casa, la scattai durante l'ultima serata di Bologna Jazz, prima edizione, non ricordo l'anno esatto, intorno al '74. Altro indimenticabile concerto! 5
dariob Inviato 18 Aprile 2022 Inviato 18 Aprile 2022 2 minuti fa, Look01 ha scritto: Henderson anche lui un gigante. Che poi sarebbe..il mio..sassofonista preferito😀. In quel disco ci sono i miei due "eroi" insieme, a creare un hard-bop fiammeggiante, con degli assoli che ti impediscono di stare fermo. 1
analogico_09 Inviato 18 Aprile 2022 Autore Inviato 18 Aprile 2022 Ottimi i suggerimenti su Lee Morgan giunti, un grande che va ascoltato anche "in testa a un rognoso".., come da vecchio detto un po' rozzo ma molto icastico... 🙂
dariob Inviato 18 Aprile 2022 Inviato 18 Aprile 2022 Ho visto un intervista ad Enrico Rava, in cui parlava di tutt'altro, ad un certo punto ha detto qualcosa come: " prendi gli assoli di Joe Henderson, ad esempio, sembrano delle cattedrali costruite con precione millimetrica...." Non ho capito bene cosa intendesse..purtroppo non sono un tecnico😅, ma la definizione mi è piaciuta tanto...
claravox Inviato 19 Aprile 2022 Inviato 19 Aprile 2022 Di Lee Morgan altamente raccomandato il cofanetto uscito nel 2021 con tutte e tre le serate del concerto di Lighthouse a Hermosa Beach, California del Luglio 1970. Lee Morgan e una band straordinaria. https://www.bluenote.com/lee-morgan-the-complete-live-at-the-lighthouse/
Airo Inviato 19 Aprile 2022 Inviato 19 Aprile 2022 Vorrei segnalare altra grande artista contemporanea dello scenario jazz e non solo . Buoni ascolti !!
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